Янка Дягилева (Siberian punk poetess/folk singer) - Деклассированным Элементам (Lp 1988)
[Puj] Dopo i truci Orgazm Nostradamusa, proseguiamo la nostra panoramica sul punk siberiano, facendo un passo indietro, in epoca sovietica. E parliamo della semi-leggendaria Yanka Dyagileva, poetessa e folk singer underground morta a 24 anni in circostanze misteriose: nel maggio del 1991, il suo cadavere fu ritrovato in un fiume poco lontano da casa. Suicidio (dovuto alla depressione della quale Yanka soffriva da tempo) o omicidio (ad opera di qualcuno che non gradiva la sua dissidenza politica)?
Yanka era nata nei pressi della cittadina siberiana di Novosibirsk nel 1966 e, da giovanissima, prese a trasformare in poesia e musica il senso di estraneità alla società nella quale fu costretta a vivere ed iniziò a frequentare il giro punk siberiano. Nel 1987 avviò una tormentata relazione amorosa e artistica con il leader dei Grajdanskaia Oborona, Egor Letov, personaggio chiave della scena anarchica russa che dopo il crollo dell'Urss abbracciò posizioni "discutibili" e fu tra i fondatori del Partito Nazionale Bolscevico, movimento politico vetero-comunista e nostalgico.
Yanka e Letov, tra l'87 e l'88 condussero un'esistenza nomade a causa dei problemi che il cantante ebbe con lo stato sovietico. Letov racconta che in quell'anno lui e Yanka rubavano cibo dai mercati, vivevano con meno di 40 centesimi al giorno e dormivano dove capitava: scantinati, appartamenti abbandonati, carrozze dei treni... I Grajdanskaja Oborona di Letov furono la band di Yanka, a fianco della quale si esibì in concerti in giro per la Russia. Gli ultimi mesi della sua esistenza li ha trascorsi isolata nella casa in legno del padre, nella campagna intorno a Novosibirsk, dove era nata ed aveva trascorso l'infanzia. Non pubblicò mai nulla di ufficiale nel corso della sua vita, ma solo cassette incise un po' dove capitava e duplicate abusivamente che circolarono nell'underground russo come samizdat. L'eredità di Yanka consta di 29 canzoni e un libro di poesie.
Yanka morì poco prima del collasso dell'Urss e visse interamente nell'epoca sovietica. Anche per questo è un personaggio che in qualche modo mantiene l'ingenuità e la purezza di un'epoca nella quale la dissidenza aveva un sapore unico e irripetibile. Yanka non si dovette mai confrontare, a differenza di Letov e di tanti altri, con le contraddizioni della Russia capitalista; come l'amico Sasha Bashlachev, anch'egli musicista e grande poeta della gioventù clandestina russa (ne parleremo!), del quale Yanka pianse la morte (per suicidio) avvenuta nel 1988.
Le canzoni di Yanka Dyagileva sono espressione di un'angoscia e di una inquietudine che hanno radici lontane e antiche nella cultura russa. Alina Simone, una cantante americana che ha recentemente pubblicato un disco nel quale reinterpreta alcuni brani di Yanka, definisce le sue canzoni "grovigli ironici di slogan comunisti, fiabe russe, inni dell'esercito sovietico, e immagini apocalittiche di una nazione che sbiadisce". Sulla base dei miei goffi tentativi di tradurre i testi con il translator di google, non posso che abbraccicare in pieno questa definizione!
Qui sotto, trovate "Declassirovannim elementam", raccolta contenente 12 brani registrati nel 1988 con i musicisti dei Grajdanskaja Oborona sotto lo pseudonimo di Velikie Oktyabri ("I Grandi Ottobri"), la cui copretina originale è un foglio di carta scritto a penna. Il mio album preferito di Yanka!
>>> Download Yanka Dyagileva - "Declassirovannim elementam" (1988) in .mp3 (.rar - 62 mb.)
[Puj] Dopo i truci Orgazm Nostradamusa, proseguiamo la nostra panoramica sul punk siberiano, facendo un passo indietro, in epoca sovietica. E parliamo della semi-leggendaria Yanka Dyagileva, poetessa e folk singer underground morta a 24 anni in circostanze misteriose: nel maggio del 1991, il suo cadavere fu ritrovato in un fiume poco lontano da casa. Suicidio (dovuto alla depressione della quale Yanka soffriva da tempo) o omicidio (ad opera di qualcuno che non gradiva la sua dissidenza politica)?
Yanka era nata nei pressi della cittadina siberiana di Novosibirsk nel 1966 e, da giovanissima, prese a trasformare in poesia e musica il senso di estraneità alla società nella quale fu costretta a vivere ed iniziò a frequentare il giro punk siberiano. Nel 1987 avviò una tormentata relazione amorosa e artistica con il leader dei Grajdanskaia Oborona, Egor Letov, personaggio chiave della scena anarchica russa che dopo il crollo dell'Urss abbracciò posizioni "discutibili" e fu tra i fondatori del Partito Nazionale Bolscevico, movimento politico vetero-comunista e nostalgico.
Yanka e Letov, tra l'87 e l'88 condussero un'esistenza nomade a causa dei problemi che il cantante ebbe con lo stato sovietico. Letov racconta che in quell'anno lui e Yanka rubavano cibo dai mercati, vivevano con meno di 40 centesimi al giorno e dormivano dove capitava: scantinati, appartamenti abbandonati, carrozze dei treni... I Grajdanskaja Oborona di Letov furono la band di Yanka, a fianco della quale si esibì in concerti in giro per la Russia. Gli ultimi mesi della sua esistenza li ha trascorsi isolata nella casa in legno del padre, nella campagna intorno a Novosibirsk, dove era nata ed aveva trascorso l'infanzia. Non pubblicò mai nulla di ufficiale nel corso della sua vita, ma solo cassette incise un po' dove capitava e duplicate abusivamente che circolarono nell'underground russo come samizdat. L'eredità di Yanka consta di 29 canzoni e un libro di poesie.
Yanka morì poco prima del collasso dell'Urss e visse interamente nell'epoca sovietica. Anche per questo è un personaggio che in qualche modo mantiene l'ingenuità e la purezza di un'epoca nella quale la dissidenza aveva un sapore unico e irripetibile. Yanka non si dovette mai confrontare, a differenza di Letov e di tanti altri, con le contraddizioni della Russia capitalista; come l'amico Sasha Bashlachev, anch'egli musicista e grande poeta della gioventù clandestina russa (ne parleremo!), del quale Yanka pianse la morte (per suicidio) avvenuta nel 1988.
Le canzoni di Yanka Dyagileva sono espressione di un'angoscia e di una inquietudine che hanno radici lontane e antiche nella cultura russa. Alina Simone, una cantante americana che ha recentemente pubblicato un disco nel quale reinterpreta alcuni brani di Yanka, definisce le sue canzoni "grovigli ironici di slogan comunisti, fiabe russe, inni dell'esercito sovietico, e immagini apocalittiche di una nazione che sbiadisce". Sulla base dei miei goffi tentativi di tradurre i testi con il translator di google, non posso che abbraccicare in pieno questa definizione!
Qui sotto, trovate "Declassirovannim elementam", raccolta contenente 12 brani registrati nel 1988 con i musicisti dei Grajdanskaja Oborona sotto lo pseudonimo di Velikie Oktyabri ("I Grandi Ottobri"), la cui copretina originale è un foglio di carta scritto a penna. Il mio album preferito di Yanka!
>>> Download Yanka Dyagileva - "Declassirovannim elementam" (1988) in .mp3 (.rar - 62 mb.)