30/09/11

[Free books for punx]
AA.VV. - L'antimaschio-Autocoscienza e liberazione del maschio (1982)
[Pep] Curato da Stefano Segre, “L'antimaschio” fu pubblicato, in anni in cui già risultavano evidenti le dinamiche del riflusso sociale (mentre la prima edizione era del 1977), con l'ambiziosa intenzione di convogliare in un unico volume il portato teorico più significativo di circa un decennio di azione politico-culturale dei movimenti internazionali di liberazione maschile (ravvisanti la loro modalità operativa nell'importare all'interno di aggregazioni politiche integralmente maschili, costituite per lo specifico scopo, i dispositivi critici e le strategie relazionali elaborati dai movimenti femministi e di liberazione gay, facendoli agire da fattori disgreganti degli assetti identitari patriarcali). Il tentativo di rilanciare nel contesto italiano questa modalità radicale di mobilitazione politica maschile era destinato ad un prevalente fallimento: i movimenti di liberazione maschile, pur non scomparendo, cominciarono negli anni immediatamente successivi ad affievolirsi fatalmente, in concomitanza con l'offuscamento di una coscienza critica femminista puntuale e sistematica.
Ed è proprio per questo che il volume che il Kalashnikov Collective Headquarter presenta ai propri lettori è senza dubbio da situare temporalmente ma non è affatto datato: alcune delle affermazioni che Segre propone nella sua lucidissima introduzione, cui fanno riscontro i molti documenti militanti presentati, risultano addirittura più attuali oggi di quanto lo fossero allora. Al riguardo si pensi alla messa a fuoco dell'idea-chiave dei movimenti di liberazione dell'uomo, ovvero la necessità politica di sottrarsi definitivamente alla doppiezza incongruente e ingannevole dell'atteggiamento maschile verso il femminismo, consistente da un lato nell'aderirvi con entusiasmo senza riserve, facendosi oggetti passivi dei suoi processi critici, e dall'altro nell'osteggiarlo con pregiudizio e fanatismo, attraverso l'attivazione sottesamente correlata di due attori apparentemente diversi, il maschio progressista e “illuminato” e quello retrivo e conservatore : è invece l'iniziativa maschile di farsi operatori attivi dei processi di metamorfosi sociale e antropologica innescati dall'offensiva femminista che può invalidare questa strategia maschilista della falsa alternativa (che abbiamo evidenziato quale strumento atto a eliminare non tanto il processo di liberazione femminile, ma, più radicalmente e inavvertibilmente, la possibilità stessa del suo inveramento definitivo, operando attraverso l'interdizione, direttamente agibile, dei processi di emancipazione maschile). Esibendo una sofisticata e puntuale autoconsapevolezza, riconducibile all'erosione sessantottina delle barriere tra la sfera personale e quella politica, Segre mette a fuoco i vari tratti dell'assetto identitario maschile (con riferimenti alle pensatrici femministe, da Shulamith Firestone a Simone de Beauvoir, da Luce Irigaray a Serena Nozzoli, fino a Elena Gianini Belotti, come al cruciale teorico anti-psichiatrico David Cooper, colto nel risvolto anti-familista della propria riflessione), denunciandone il fondamentale carattere di artificio sociale, di cui decostruisce ed attacca l'imperniarsi sull'ideologia lavorista con i correlati risvolti competitivi (oggi grandiosamente rilanciata sulla base della mistificatoria e moraleggiante categoria del “merito”, oggettivamente e intenzionalmente atta a produrre ad ogni livello la marginalizzazione e il fraintendimento della competenza professionale). Segre sottolinea anche lo strutturarsi progressivo degli uomini in quanto tali in seno all'arcaico proscenio teatrale della famiglia (fatta oggi oggetto di amore maniacale da parte degli estimatori dei vari Family Day e non di rado ri-proposta quale vettore virale di normalizzazione anche propugnandone modalità alternative): di qui, fra l'altro, la sessualità maschile (avente nello stupro il proprio portato più compiuto), orientata a manifestare potenza prestazionalmente, con l'attivazione conseguente del grottesco stigma dell'impotenza (oggi tradottosi e rigeneratosi nei termini della coazione sociale alla terapia di quest'ultima).Altrettanto sottolineata è la strutturale, complice alleanza tra gli uomini, intrisa di feroce competitività, e fondata sulla modalità repressa dell'omosessualità, alleanza divenuta col tempo più forte ed operativamente aggressiva, in seguito alla crescente affermazione sociale della donna. Alla disamina di Segre fa seguito l'antologia dei movimenti di liberazione maschile che prende in considerazione, senza pretese di esaustività, la scena di Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia e Germania.
Muovendosi tra la critica femminista della soggettività maschile e il progetto di erotizzazione esplicita delle relazioni tra uomini mutuato dalla riflessione gay, si dipanano le varie proposte: partendo dalla situazione esemplare degli Stati Uniti, con i Men against Sexism (“In un rovesciamento del vecchio racconto biblico, il movimento di liberazione degli uomini nacque dalla costola di una donna, dal movimento di liberazione femminista”, scrive con lucida radicalità il loro esponente Russ Rueger) e gli Effemministi Rivoluzionari (il movimento ginecocentrico, gay ed eterosessuale, mirante, nell'ottica della restaurazione degli antichi matriarcati, a trasferire alle donne il potere politico e sociale nella sua globalità, e la cui rivista, “Double- f: a Magazine of Effeminism”, era apprezzata anche da una pensatrice lesbo-femminista quale Mary Daly). Si passa poi alla nebulosa dei movimenti britannici e alla composita situazione tedesca,fino a quella dei “femministi” italiani, reattivi rispetto ai modelli di militanza proposti/imposti dal Partito Comunista.
Così infine Stefano Segre, sottolineando, in implicita convergenza con Monique Wittig, come la soggettività maschile costituisca il perno e il fondamento di ogni possibile discriminazione e confermando, con l'attualità delle sue parole, quanto insufficientemente lo stesso mondo occidentale sia cambiato da quel ( lontano?) 1982: “Emarginiamo la donna, gli altri uomini li combattiamo, sottomettiamo i figli. Non c'è che dire: una vita felice, gratificante, piacevole. Non mendichiamo compassione, non ha senso. Essere maschi è a tutt'oggi, malgrado tutto,ancora gratificante. Sicuramente più che essere donna, omosessuale, negro, pazzo e così via.”

>>> Download AA.VV. - L'Antimaschio in .pdf [ITA] (11 mb.)

23/09/11

[Cd-r from the world - 10]
HORROR VACUI (dark rock, Italy) - Black rivers promo (2011)
[Puj] Nuova raffica di cd-r, questa volta frutto di una recente trasferta finlandese. A Jyvaskyla, abbiamo intercettato una data del tour estivo degli amici Kontatto e Koppa mi ha regalato il demo degli Horror Vacui, dark-punk band di stanza a Bologna, formata da alcuni noti personaggi della scena crust/h.c. locale: dietro al monicker di Henry Flat Fields si nasconde Enrico, batterista dei Sumo, mentre Lo Sceriffo (the Sheriff) al microfono é naturalmente Koppa (in versione Jim Morrison). Alla chitarra c'é invece la mitologica Marziona (batterista di Kontatto e Campus Sterminii).
La confezione é essenziale e la registrazione casalinga (realizzata all'Atlantide Occupata di Bologna), ma l'insieme funziona: prestando attenzione si può percepire lo sbattere d'ali dei pipistrelli, annusare il profumo della nebbia sulle rive del Tamigi e udire in lontananza il frastuono delle discoteche bat-cave ultra-kitcsh dei sobborghi londinesi... beh, l'immaginario c'é tutto, grazie anche ai suoni che evocano i vecchi gruppi gothic pre-metal e pre-ebm (Specimen e Alien Sex Fiend, soprattutto, ma anche i primi Sister of Mercy); le canzoni hanno una solida struttura rock, ma con inflessioni pop-romantic da tormentone autunnale. Insomma: anche i crusties hanno un cuore, sebbene infranto...

>>> Download HORROR VACUI cd-r promo in .mp3 (.rar - 36 mb.)

[Cd-r from the world - 11]
RAJAT (Anarcopunk, Finland) - 7traks demo (2011)

[Puj] Nella nostra vacanza finlandese non doveva mancare una tappa a Tampere, dove vive ormai da qualche anno mister Andrea Bonini, amico e chitarrista dell'anarcopunk band italiana Anxtv. In terra finnica Andrea, insieme alla compagna Katri (voce dei crusties locali Rakkaus)
, Jukkeli (cantante dei Sotatila) e l'ottimo batterista Jukka, ha dato vita ai Rajat, una band dark-crust che abbiamo visto esordire live proprio l'agosto scorso sul palco del Vastavirta di Tampere. I Rajat (che in finlandese significa "confine", "limite") suonano h.c. macilento ai limiti del crust e vantano un'ottima amalgama per essere assieme solo da qualche mese! Il cd-r é confezionato in un artwork del sempre notevole Bonini, il cui stile si avvicina a quello dell'altrettanto notevole Nick Blinko dei Rudimentary Peni, band anarcopunk inglese degli '80. Non sapete chi é Nick Blinko? Apriamo una parentesi: anche se molti non lo sanno (compreso lui stesso) Blinko é uno dei più significativi artisti punk, riconosciuto oggi come esponente della cosiddetta "outsider art" o "art brut", definizione con il quale si indicano quesgli artisti che operano del tutto al di fuori delle norme estetiche e stilistiche convenzionali. Il termine "art-brut" fu coniato da DuBuffet con particolare riferimento alle opere dei degenti dei manicomi. Anche Nick Blinko soffriva in effetti di un distrubo schizoaffettivo e fu ricoverato per un lungo periodo in una clinica psichiatrica. Le sue "opere" più note non sono altro che gli artwork dei dischi dei Rudimentary Peni. Tornando ai Rajat... beh, non rimane che scricare il demo da qua sotto!

>>> Download RAJAT 7tks. demo in .mp3 (.rar - 29 mb.)

[Cd-r from the world - 12]
TRIBE 84 (post-punk, Italy or Finland?) - Unreleased 5tks. demo (2011)
[Puj] Nei lunghi e rigidi inverni finlandesi trascorsi tappati in casa non resta altro che procurarsi un otto piste digitale e registrare i dischi da soli. Così ha fatto il nostro punk spezzino che oggi vive a Tampere: Andrea Bonini degli Anxtv ci propone cinque pezzi di post-punk esistenzialista dai toni pacati.
Il suono minimale e la disperazione controllata evocano naturalmente i Joy Division, ma la batteria elettronica conferisce all'insieme uno strano appeal dance! Chi crede che la Finlandia non sia in sintonia con le atmosfere depressive, apatiche e post-industriali del post-punk si sbaglia: le città finlandesi, con le loro case bianche ed asettiche, un po' sovietiche e il cielo perennemente plumbeo sono davvero lo scenario ideale per questo tipo di musica!
I testi sono frammenti auto-biografici, ispirati a momenti di vita quotidiana. Suggestivo il sound scarno con la chitarra ubriaca che ricorda (come lo stesso autore mi ha suggerito!) il buffo disco new-wave ("Second empire justice") della Oi-band inglese Blitz...

>>> Download TRIBE 84 Unreleased demo in .mp3 (.rar - 31 mb.)

14/09/11


Kalashnikov collective live @ Cascina Torchiera (Milano, Italy) 10/9/2011 [+ Descrenca Absoluta + Tetano + Ultimogiro]. Quale domani, quale futuro? (Wretched)