14/01/09

[We talk about...]

TROUBLES!

[Sarta] Pochi giorni fa, approfittando delle vacanze natalizie, un ristretto contingente del collettivo Kalashnikov si è recato in Irlanda del Nord, per conoscere da vicino la storia dei “Troubles”: forse non tutti sanno che dalla fine degli anni sessanta fino a metà degli anni novanta il paese si trovava in uno stato di guerriglia permanente e uscire a farsi una sana birretta la sera poteva significare avere grossi guai. Da una parte gli Unionisti-protestanti, che volevano lasciare il paese sotto la corona d’Inghilterra, dall’altra i Repubblicani-cattolici, che volevano un’Irlanda unita.

In Irlanda del Nord, sin dalla guerra anglo-irlandese (da cui il regista inglese Ken Loach ha tratto il meraviglioso film “Il vento che accarezza l’erba”) la cittadinanza cattolica veniva discriminata. Per loro la vita era più difficile: non si trovava lavoro, si aveva poche possibilità di accedere alle case popolari e, in certi casi come a Derry (di cui parleremo dopo) il proprio voto valeva meno di quello di un protestante, in modo da non poter governare il paese nemmeno qualora si fosse in maggioranza…insomma, una vera fregatura. Gli irlandesi si erano ribellati a questa situazione riuscendo a fondare una Repubblica Irlandese che, seppur ampiamente dipendente dall’Inghilterra, poteva considerarsi un vero e proprio stato autonomo. L’Irlanda del Nord invece, era ancora formalmente sotto la corona inglese, appoggiata dai protestanti. Data la situazione, non c’è da stupirsi che i cattolici abbiano cominciato, sull’esempio dei vicini irlandesi, a manifestare la volontà di unirsi alla neonata Repubblica d’Irlanda.


Veniamo ora al nostro viaggio….Dunque, in quelle terre non c’è mai il sole e, d’inverno, sei fortunato quando ci sono zero gradi sul termometro. In compenso, se vuoi farti un cicchetto, non si fa fatica a trovare un pub aperto….ma - occhio all’orologio! - i locali chiudono a mezzanotte!

Belfast, la capitale, è una città piuttosto vivace, dove ogni edificio è diverso dall’altro e, accanto a sobrie schiere di casettine a due piani in mattoni (molto british) si può trovare un mega grattacielo o un centro commerciale ultramoderni. La cosa più interessante è stato scoprire che a Belfast c’è il muro di Berlino…ehm, no, non proprio quello…intendevo dire che, cavallo tra le aree di Shankil e Falls Road, roccaforti popolari delle due fazioni in lotta, c’è un muro di cemento e lamiera che divide i due quartieri, con tanto di porte che pare vengano chiuse ancora oggi nel periodo estivo, quando si svolgono le manifestazioni di quartiere più politicizzate. Sul lato unionista erano presenti migliaia di firme inneggianti la pace: la mia guida riportava che, da qualche parte, si può ancora vedere la firma di Bill Clinton e del Dalai Lama…beh, non sono riuscito a trovarle ma in compenso ho trovato numerosi cazzi scarabocchiati col pennarello.

Altra cosa buffa: all'Arsenale del porto di Belfast è stato costruito il celebre Titanic e la cosa è motivo di grande orgoglio civico per i cittadini. "Quando è partito da qui, funzionava a meraviglia!", si è soliti dire in città. Beh, contenti loro...Comunque, uno dei motivi che mi avevano spinto a visitare l’Irlanda del Nord era vedere i murales: ciò che da noi è relegato negli squat e affidato alla buona volontà di qualche writer che può permettersi solo di decorare qualche sottopasso di periferia (pena l'essere beccato dagli sbirri), in Irlanda del Nord è invece considerato una vera e propria opera d'arte. Nei quartieri più popolari se ne possono vedere di numerosi, alcuni suggestivi altri meramente propagandistici, comunque sempre interessanti. E’ sorprendente vedere quanto sia stata diffusa questa pratica, un mix di arte e politica che durante il periodo dei Troubles ha rappresentato un importante strumento di comunicazione fatto dal popolo per il popolo. E poi, quanto è bello girare l’angolo e trovarsi di fronte ad uno disegno gigante, tutto colorato, invece dei soliti muri

grigi…Qui ne ho fotografati un po’, se vi va dateci un occhio e scaricatevi il file.


Dopo aver passato un paio di giorni a Belfast, abbiamo visitato la cittadina di Derry, teatro della celebre Domenica di Sangue del 1972 (immortalata dagli U2 con “Sunday Bloody Sunday”) la più sanguinosa repressione ad opera dell’esercito inglese sulla popolazione che manifestava per i propri diritti civili: nel quartiere di Bogside esistono l'ottimo museo di Free Derry con foto e video di repertorio, atelier di artisti e i più bei murales di tutta l’Irlanda, che ricordano quegli eventi. Da vedere!

Ah, ultima cosa: girando per Derry ho trovato una testimonianza di una scena punk locale, con un volantino di un concerto risalente all’ottobre scorso con i The Lobotomies (Belfast), i Section 04 (Mayo), i Axis of (Portstewart) e gli Anti-State (Derry) che si teneva al mitico Sandinos pub, un localino giamaico-irlandese tutto tappezzato di manifesti del famoso condottiero rivoluzionario nicaraguense. Non so se sia stato un bel concerto o meno, certo che quando ho messo piede in quel posto ho trovato un ambiente molto poco punk, più simile ad una vecchia locanda per bevitori da competizione, come si usa da quelle parti...D'altronde, si sa, musicalmente in quelle lande va molto forte il folk/country malinconico per chitarra acustica e voce, roba da cori con la pinta in pugno, occhi lucidi rivolti verso l'alto e...tasso alcolico elevatissimo, naturalmente!


>>> Download Murales Collection of Northern Ireland by Sarta (.rar - 26 mb)




11/01/09

[Greetings from Utopia!]
D.I.Y. POSTCARDS! part 2
[Puj] Lo scorso settembre suonammo al centro sociale autogestito di Udine; fu una serata davvero piacevole, a suon di birrette e gente simpatica. Il c.s.a. di Udine ha sede nella vecchia casa del capotreno che sorge a ridosso dei binari dei treni merci. Di notte dormimmo ai piani superiori e la vista era davvero suggestiva: desolazione, scambi ferroviari e tralicci dell'elettricità! Lì trovammo questa bellissima cartolina eco-radicale confezionata a mano, con colla e forbici, da un collettivo femminista che si firma "Feminis Friulanis Libertariis" (cliccare sull'immagine per ingrandire/click on thumbnail to enlarge).
Riporto di seguito un comunicato del collettivo: una dichiarazione di estraneità alla cultura della superstizione, della discriminazione e dello sfruttamento delle donne, degli uomini e dell'ambiente:
"Non siamo colonia di nessuno! Una nefasta convergenza di potere spirituale, temporale ed economico vorrebbe condizionare e comandare sulle nostre scelte di vita e sul nostro territorio. La chiesa; sempre più pesantemente si insinua e comanda le scelte del privato; ne coniuga le direttive con le scomuniche, gli anatemi e l'inferno. Sposare, non divorziare, ubbidire, non abortire; astinenza, no convivenza, etero=bene, gay=male; penitenza, e se capita, sofferenza fino alla fine di una vita data da Dio, orientata dal papa, gestita dal prete… altrimenti c’è l’inferno. Il potere politico deve fare le leggi in ubbidienza al verbo di cui sopra, pena la scomunica, (vedi in Messico dove hanno osato depenalizzare l’aborto). Nell’Italia moralista pullulante di politici ipocriti proni alle sottane dei cardinali, che devono aspettarsi le donne? Un passo avanti verso l’ampliamento di diritti civili per tutti/e o un ritorno indietro ad una situazione pregressa a quella di battaglie faticosamente vinte e mai sufficientemente rispettate?… un’anticamera dell’inferno. Il potere economico che invece si prende il pubblico, quello che è di tutte/i, e lo usa a suo scopo privato trasformando l’ambiente in un inferno in terra. Si mangia l’acqua, cementifica la terra e inquina l’aria per i suoi interessi e kapitali. Elettrodotti, casse di espansione sul Tagliamento, autostrade, cementifici, cave, inceneritori, rigassificatori, TAV: l‘ultima invasione… è lungo l’elenco nel Friuli in questi giorni di proteste diffuse contro una classe politica sempre più arrogante, loffia e corrotta. NO VAT, no vaticano, quindi, “fuori i preti dalle nostre mutande”, come più volte ribadito in tutte le manifestazioni nazionali; libertà nelle proprie scelte e diritti civili per tutte/i; NO TAV, no treno al alta velocità; uno stupro civile alle popolazioni e ai paesi che si troveranno spaccati in due, ridotti a corridoio di passaggio, uno stupro alla terra con km e km di gallerie in ambiente carsico, cave e cantieri in tutto il Friuli, e infine uno stupro economico per tutti perché per 60 anni almeno attingeranno alle nostre tasche. NO VAT - NO TAV - Giù le mani dalle donne - giù le mani dalla terra!".

10/01/09

[Greetings from Utopia!]
D.I.Y. POSTCARDS! part 1
[Puj] Questa è divertente! L'ho ricevuta dalla Francia molto tempo fa, se non ricordo male. In occasione della dicannovesima edizione dell'Anarchist Bookfair (Fiera del libro anarchico) di Londra i ragazzi hanno preparato questa cartolina promozionale che fotografa la statua di Winston Churchill in Parliament Square, finemente addobbata da punk: una zolla d'erba oblunga a mò di moicana e del sangue spray all'angolo della bocca. Sopra scritto: "Il suo momento migliore!" (cliccare sull'immagine per ingrandire/click on thumbnail to enlarge).
L'"Anarchist bookfair" è una grande fiera del materiale anarco-libertario che si tiene a Londra ancora oggi dal 1983. Nata all'inizio degli anni ottanta nell'ambito del sobrio e compassato Socialist Bookfair, se ne staccò presto per proporre una fiera del libro più cheap, ma anche più divertente e colorata. Tant'é che il Socialist Bookfair non si fa più, mentre la versione anarchica gode di ottima salute e ogni hanno aumenta spazi e partecipanti. Il prossimo appuntamento è fissato per il 24 ottobre 2009! Info qui: http://www.anarchistbookfair.org/.
Benché quella inglese sia la più famosa, di grandi Anarchist Bookfair ne vengono organizzate in tutto il mondo: a Montreal in Canada, si tiene solitamente nel mese di maggio (http://www.anarchistbookfair.ca/), a New York, per il 2009, è prevista per l'11 aprile (http://anarchistbookfair.net/); a San Francisco si organizzerà una "Bay Area Anarchist Bookfair" il prossimo 14-15 marzo (http://sfbookfair.wordpress.com/). E in Italia?