27/12/08

[Live report]
27/12/08 @ Villa Vegan Occupata, Milano. Kalashnikov + Anxtv + Vivere Merda + Ansia
[Ale] Un gelo artico cala su Milano. La Villa Vegan Occupata sorge nell'estrema periferia nord, in una terra di nessuno tra un ciclopico centro commerciale, un quartiere dormitorio e un distributore di benzina abbandonato. Addentrandosi nella selva oscura che la circonda, sembra di cambiare dimensione e in fondo al viale di fango ghiacciato c'è la casa delle favole anarco-punk, che è lo squat che amiamo di più. E' un luogo ben al riparo da sguardi indiscreti, invisibile dalla strada: solo superando un cancello arrugginito ed inoltrandosi tra gli alberi la si intravede. Ciò la rende un posto segreto (cantava Derby Crash, what we do is secret, secret...), unico, come estraneo al mondo grigio e alienante che le sta attorno.
Solitamente, il periodo natalizio rappresenta per me (e per molti altri credo) un orrendo carosello di parenti (ai quali sono affezionato quanto a quella dignitosa materia che si crea tra le dita dei piedi), di pranzi "luculliani" (a base di animali dei quali non conoscevo nemmeno l’esistenza) e regali sgraditi: insomma, una tristezza assoluta ed infinita... Ma quest’anno c’era qualcosa a confortare le mie giornate: il grande meeting anarco-punk del 27 dicembre alla Villa!
La sala concerti si trova in un’area seminterrata, piccola e sudata come piace a noi; a fianco un baretto natalizio che serve cocktail potenti come bombe a mano (ma economici come caramelle!). Per la serata, ogni drink ha il nome di uno dei gruppi che suoneranno: il cocktail Ansia, il cocktail Kalashnikov, il cocktail VivereMerda e il cocktail Anxtv. Tutti ottimi!
Puj e tutto il collettivo hanno seguito con entusiasmo l'organizzazione di questo concerto che per noi ha un valore, per tanti motivi, simbolico: corona idealmente un periodo intenso, nel quale abbiamo vissuto con pienezza la nostra vita di anti-gruppo. Uno dei motivi di cui sopra è che oggi finalmente vede la luce il nostro nuovo disco, un e.p. 7", che oltre ad essere un disco è un libro: una fanta-storia natalizia per tutti i punk romantici, scritta da noi!
Presi dalla foga organizzativa, alle sette di sera abbiamo già montato tutto, fatto il soundcheck e quindi ci possiamo rilassare, gustando un ottimo spuntino vegan preparato da Tiziana, Annalisa e Memy. L'atmosfera è resa lieta dalle cazzate di Ago e Arca, nostri immortali amici e metà dei glam-rockers varesini Miseria. Un altro dei motivi che rende speciale la serata è la presenza di alcuni gruppi di amici, tra cui sicuramente gli Anxtv: un paio d'anni fa, suonammo spesso con loro e lasciarono in tutti noi un bel ricordo. Condividemmo un tour con i Lost Cherries, vecchi punx inglesi dai quali rischiai di essere picchiato (ma questa è un’altra storia).
Accogliamo Marco (basso), Veruschka (batteria), Daniela (voce) e Andrea, chitarrista e compagno di bevute di Puj in terra finlandese (Andrea vive attualmente a Tampere, Finlandia, con la sua compagna, stasera presente, Katri, cantante dei Rakkaus). Poi arrivano gli Ansia: Fabio, Andy, Buzz e Rob, giovani punx milanesi a cui vogliamo bene, che purtroppo sono al loro probabile ultimo concerto, perché il bassista si trasferirà presto in Australia (un po' fuori mano...). E i VivereMerda, i veterani punx del Friuli? Giunge la notizia che non suoneranno perché.... non si trova la cantante! E' scomparsa. Fortunatamente pare che il resto del gruppo sia partito ugualmente alla volta di Milano.
E' pronto da mangiare! La cena è ottima e innaffiata di vino natalizio. E' l'occasione per ringraziare Marta, Alex, Benna, Alessia, Minni e tutte le ragazze e i ragazzi che vivono alla Villa per la bella ospitalità. Col passare dei minuti, aumentano a dismisura le facce amiche e diminuisce esponenzialmente lo spazio a disposizione: alla fine la Villa straborda, non ci si muove più, e il problema è che fuori fa un freddo siberiano! Compaiono all'orizzonte alcune facce da galera come Yunior e RikiPanc, il famigerato the King of Cocktails...
Ad aprire la serata, ecco gli Ansia ed è subito caos: lo scantinato dei concerti è pieno all'inverosimile e naturalmente la rovina è completa!
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Un'ora dopo, se possibile, la sala è ancora più gremita perché suonano gli Anxtv, ottimi testi e buona musica per il gruppo di punta dell’anarco-punk italiano. Unica pecca della serata, l’acustica! Benna ha fatto il massimo, come sempre, per far rombare l'impianto della Villa, ma c'é talmente tanta gente che alcuni ragazzi sono praticamente attaccati alle casse, otturando il suono! La voce esce così bassa che sembra che qualcuno urli da un altro pianeta. Il pubblico tuttavia sembra non accorgersene e accompagna tutte le canzoni con una partecipazione che di rado mi era capitato di vedere!


Nel frattempo sono arrivati i Vivere Merda senza la cantante Nichole. C'è anche manager Sebi e un inglese che scopro essere un componente dei mitologici Disorder! Infatti, i Vivere Merda andranno in tour con loro nel Regno Unito il prossimo gennaio. Wow! Comunque sia, Gigi, il batterista, ci racconta delle sue peripezie odierne alla ricerca di Nichole, tra bar e negozi dove ha chiesto se qualcuno l'avesse vista e cose del genere. Risultato? Non si è trovata! Boh! Siamo comunue felici che loro siano venuti a Milano ugualmente.
Verso le due del mattino, suoniamo noi: rischio di perdere un paio di denti per via dei colpi del microfono in bocca e devo stare attento ai punx che ci franano addosso mentre pogano. Rovina! La cosa che però mi ha colpito di più è stato l'aver suonato tutto il tempo con il cadavere di Sebi ai miei piedi. Dal momento che tale scelta credo non sia stata determinata da un moto di adorazione nei nostri confronti, presumo che Sebi fosse semplicemente troppo ubriacato per sopravvivere nel disastro umano che si consumava di fronte, ed abbia preferito farsi una sana dormita ai bordi del palco! ah, ah, ah! Mentre suoniamo sbuca dal pubblico Claudio, nostro fidato driver e compagno di mille avventure, nonché esulo berlinese. Che sorpresa! Atterrato in giornata a Milano è riuscito ad esserci. Lo intontiamo con una gollata di Fisu (drink finlandese a base di vodka e caramelle Fisherman tritate), in segno di monito, perché non dimentichi l'antica tradizione del beverone-per-il-driver che lo accompagnò in giro per l'europa.


Chiusosi il nostro live, ci accingiamo a smontare tutto, ma a sorpresa imbracciano gli strumenti i Vivere Merda: sprovvisti di voce, improvviseranno un concerto strumentale veramente indimenticabile. Tutti i punx cantano i pezzi e la rovina è definitiva. Già avevamo avuto un’ottima impressione di questi punx quando li abbiamo conosciuti a Udine, ma dopo questa serata li amiamo alla follia.


Il lasso di tempo che separa il buio dalla luce è trascorso rapido e nebuloso... Mi allontano dalla Villa quando ormai albeggia; fonti certe mi hanno rifeito di balli vorticosi protrattisi per ore. L'aria che si è respirata in quella notte cristallina è stata pura, rarefatta come in un sogno. Siamo statì ancora una volta contenti e soddisfatti di far parte di qualcosa che è ben più grande di noi, e che pur sforzandomi, non saprei definire, ma che di certo ha a che fare solo marginalmente con la musica. Un intreccio di sguardi e sentimenti che disegnano spazi nei quali il fatto di condividere parole, messaggi e ideali (e pure cibo e alcool!) non è un obbligo o un'ovvietà, ma una scelta naturale, libera e gioiosa. Mille di Queste Ville!
[Free music for punx]
ANSIA (Anarco-punk, Milano) - Incubo o realtà? (cd-r 2007)
[Puj] Gli Ansia sono giovani punx dell'estrema periferia nord di Milano e la loro musica trasuda tutta l'alienazione e il grigiore di quei panorami spenti, fatti di case popolari, cartelloni pubblicitari e ipermercati. I Figli del Nulla suonano musica punk suburbana, rabbiosa e imprecisa, solcata da una vena di sangue scuro e infetto. Il loro cd-r d'esordio, caotico ed approssimativo nella registrazione, non rende giustizia ad un sound interessante, che potrebbe essere accostato a quello dei grandi gruppi anarcopunk italiani degli anni '80 come Contropotere, Contrazione e Bed Boys. Le cose migliori gli Ansia le fanno quando rallentano e si assestano su coordinate darkeggianti, come nel finale di "Massacro di innocenti". Hanno recentemente inserito in formazione un synth micro-korg come quello dei Kalashnikov: wow! Qui sotto: "Incubo o realtà?", con artwork, testi e qualche traccia aggiunta: alcune registrazioni live fatte da Sarta durante un concerto alla Villa Occupata lo scorso maggio.
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Tracklist: 1. No white power / 2. Mangiauomini / 3. Soldato kamikaze / 4. Pitbull / 5. False realtà / 6. Massacro d'innocenti / 7. Giungla di cemento / 8. Virus / 9. Ma che bella società. Bonus tracks (live in villa occupata 17-05-2008): 1. Figli del nulla / 2. Morte bianca / 3. No white power / 4. Grande fratello.
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[Free music for punx]
ANXTV (Anarco-punk, LaSpezia) - Neve Rosso Sangue (d.i.y. 7" - 2007)
[Puj] Nel 2007 usciva questo viniluccio degli Anxtv. Tre pezzi (oltre ad intro ed outro): "Work/Alienazione", "Ore Rubate" (cover dei Biocidio, precedente band della batterista Verushcka) e la suite anarcopunk "Neve rosso sangue". Copertina naif e bellissimo artwork interno nel classico stile b/n del gruppo.
Il primo lato del disco è un concept no-work. "Ore rubate" condanna una "società di fame e di guerre, di poveri e di ricchi, una società di menzogne" nella quale "le persone diventano macchine" e si svegliano al mattino solo per vivere "giornate frustranti, frenetiche e alienanti". In "Work/alienazione" Daniela canta di un sistema che in nome del profitto e facendo leva sul miraggio del benessere, "usa i nostri corpi, i nostri occhi, le nostre mani, le nostre gambe, le nostre bocche, i nostri cuori, i nostri cervelli, i nostri organi genitali"; un sistema nel quale "chi esce dalle righe lo fa per vivere o morire", e chi resta dentro, per sopravvivere, si abitua "a rendere al massimo e a chiedere poco", "ad essere umiliato ogni giorno che passa".
Nelle note all'interno del disco Andrea dice: "In nome del lavoro e della sopravvivenza ogni genere di violenza viene commessa. Il punto non è essere contro il lavoro: perché senza il lavoro in comune e per se stessi ed un senso profondo di responsabilità non esisterebbe nessun contesto autogestito che non necessita né di servi né di padroni". Il vero problema è la distribuzione del profitto, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo alimentato dalle gerarchie di potere, l'uso ideologico del feticcio-lavoro e le nevrosi ad esso sottese. L'ossessione-lavoro finisce per risucchiare le energie creative delle persone, svuotandole da ogni vitalità; prosegue infatti Andrea: "Ancor più preoccupante è quando lo stesso essere umano, la persona, vittima di una perversa meccanizzazione mentale, si autoimmola per questo flagello chiamato lavoro. Ed ecco che si hanno le crisi del periodo corrispondente alla pensione in cui, chi non ha mai coltivato nessun interesse personale o il semplice amor proprio si trova vuoto ed improvvisamente inutile... chi fuori dalle fatidiche otto ore non ha nient'altro che la tv imposta da chi del lavoro/sfruttamento e della produzione/consumo ha fatto il proprio obiettivo di esistenza". La pensione come "macabro avviso di chiamata per il mondo dei morti, alla fine di un'esistenza regalata alla fatica per conto di terzi e alle malattie delle quali nessuno risarcirà mai nulla".
Nel seguito del discorso Andrea introduce il tema del secondo lato del disco, interamente occupato da "Neve rosso sangue" scritta dal bassista Marco; parla con sgomento della mattanza delle foche bianche da parte dei bracconieri dell'industria della pelliccia. Nella società della futilità e dello sfruttamento, dove tutto è lecito in nome del mercato, la violenza sull'uomo esercitata attraverso il lavoro, una violenza perpetrata su soggetti senzienti e comunque sempre in grado di ribellarsi, non è nulla di meschino se confrontata alla violenza rivolta nei confronti di chi è incosciente e indifeso: gli animali. "Esseri avidi e crudeli colpiscono le pacifiche creature, il sangue sprizza copioso nella neve, il vento si mischia alle urla di dolore...".
Spero sempre che ogni gruppo che per qualsiasi motivo si autoproclami "punk" si impegni quanto gli Anxtv a fare dei propri dischi una fonte così densa e vitale di messaggi, pensieri e sensazioni. Spesso, tra un pezzo e l'altro, tra la preoccupazione di accordare la chitarra e quella di pettinarsi il ciuffo, si riduce la musica ad una vacua sequela di riff. Gli Anxtv mi piacciono davvero perché hanno ben altre aspirazioni: la loro musica trasuda pensiero sulle cose e volontà di comunicare, nota per nota. Convengo pienamente con Andrea quando chiede all'ascoltatore di "non lasciare che tutto questo insieme di parole, suoni e immagini esista come sterile prodotto da usare un paio di volte per poi essere accantonato in una pila di altri dischi impolverati". "Prova a soffermarti qualche istante in più domandandoti non una ma più volte il perché di tutto ciò...". Sono preoccupazioni come queste a fare la vera differenza tra la nostra musica e tutta quell'altra musica di merda che sta là fuori.
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Tracklist: 1.Intro+Work/Alienazione / 2. Ore rubate+outro / 3. Neve rosso sangue.

[Free music for punx]
VIVERE MERDA (chaos-punk, Udine/Trieste) - Pace violenta (cd-r - 2008)
[Puj] Per tanti la musica dei VivereMerda potrà essere assimilata ad una cascata di piscio e chiodi arrugginiti sulla testa, ma per le mie orecchie è estasi. Gigi e gli altri suonano da più di dieci anni la stessa cosa: chaos-punk veloce, sporco, inesorabile. Dolce come una passata di carta vetrata sulla lingua. Hanno iniziato negli anni '90 come Piscia Korsakov cantando "Vivere la merda", che ha battezzato la successiva incarnazione della band, i Vivere Merda, appunto. Il testo di quella canzone è alta (o bassa) poesia nichilista: "Non ho bisogno della vostra poesia, non ho bisogno della vostra melodia, Io vivo nella merda, realtà di vomito, realtà di piscia! Nessuno che mi comprenda, che mi capisca... Vivere merda, vivere merda! Niente illusioni, solo merda".
La voce di Nichole in questi nuovi pezzi è ancora più rabbiosa, una versione degenerata della prestazione nel precedente omonimo cd-r uscito nel 2006. "Pace violenta" parte con una sventagliata di mitragliatrice mixata a Whitney Huston, per proseguire con un classico assalto anarco-punk a base di basso distorto e impietoso d-beat. In "Berlusconi Vaffanculo" il vero insulto al premier non sono le parole del testo, ma le mega-cazzate che dice Berlusconi stesso all'inizio e alla fine del pezzo. "Sono vuoto" è quasi inquietante per minimalismo e rabbia: Nichole canta a ripetizione: "sono vuota! sono vuota! mi hanno costretta ad essere vuota!" e ogni strofa è inframezzata da sinistri frammenti di stronzate televisive e spot pubblicitari che emergono dal fragore degli strumenti abbandonati a se stessi. E per chiudere, la versione semi-lounge di un classico dei Piscia Korsakov/VivereMerda: "Tutti i punx" manifesto nichilista per una generazione di punx alcolizzati: "All'attacco, fanterie, distruggiamo le birrerie, occupiamo le enoteche! Pochi amici, tanta sete! A tutti i punx birra e vino gratis! A tutti i punx birra e vino gratis!".
Ultima nota, la copertina: raffigura il mitico lancio della scarpa a George Bush da parte del giornalista iracheno Muntazer al-Zaidi!
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Tracklist: 1. Pace violenta / 2. Nazi Merde / 3. Oppressione violenza galere / 4. Berlusconi vaffanculo / 5. Odio / 6. Sono vuoto / 7. Tutti i punx (alt. version).

New Kalashnikov e.p. is out!

*ANGOSCIA-ROCK is a d.i.y. worldwide production (Italy, Canada, U.s.a., Germany, Russia, Greece).

Three tks on red vinyl 7":
1. Angoscia-rock [3:38]
2. Ai ferri corti con tutto l'esistente [2:22]
3. Monorotaia [4:57]

+ 36 pag. booklet, a novel about squatting, love & future!

Contacts/Order:
www.myspace.com/kalashnikovcollective
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[Puj] Siamo finlamente venuti a capo di questo vinile sette pollici che contiene tre pezzi registrati tra l'estate e l'autunno del 2008.
E' un disco, ma anche un libro di 36 pagine con dentro un fanta-racconto punk che parla di futuro, pieno di amore e angoscia fino all'orlo...

26/12/08

[We talk about...]
GREECE!
"Atene. Il tredicesimo giorno (19 dicembre) di scontri fra i movimenti anarchici/studenteschi e la polizia è stato uno dei più drammatici. Di fronte al Parlamento, centinaia di dimostranti hanno lanciato vernice contro la polizia, mentre gli agenti facevano uso di gas lacrimogeni. I pompieri sono riusciti a fermare un gruppo di manifestanti che tentava d’incendiare l’albero di Natale sulla piazza, che sostituisce quello dato alle fiamme durante le proteste della settimana scorsa. La ripresa della violenza ha provocato il panico fra le centinaia di persone che affollavano l’area per lo shopping natalizio. La protesta si è infiammata con la morte di un quindicenne, Alexis Grigoropoulos, ucciso dalla polizia il 6 dicembre. Da quando è iniziata, oltre 100 persone sono rimaste ferite e 400 arrestate. Centinaia di negozi e banche sono stati vandalizzati. Ieri sono state date alle fiamme tre auto e un furgone della sicurezza. Il sindaco di Atene Nikitas Kaklamanis ha esortato a sospendere la protesta durante il periodo natalizio per permettere ai negozianti di rifarsi delle ingenti perdite economiche finora subite, calcolate attorno ai 500 milioni di euro, secondo le stime più ottimiste, 1 miliardo secondo quelle più pessimiste...".
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[Puj] Quest'anno in Grecia si è festeggiato un Natale insolitamente caldo: al posto dello spumante si sono stappate le molotov e panettoni al tritolo sono stati lanciati nelle finestre della questura.
Abbiamo avuto contatti abbastanza ravvicinati con la Grecia, essendoci stati a suonare due volte negli ultimi due anni e avendo qualche amico da quelle parti; si tratta di una realtà da molto tempo solcata da tensioni profonde che oggi, dopo l'assassinio di Alexis, sono esplose in conflitto aperto.
Anche senza impegnarsi troppo, durante le nostre brevi permanenze, una certa tensione nell'aria era stata percepita: poco prima del nostro primo arrivo ad Atene, qualcuno aveva scagliato una molotov in una caserma della polizia e gli sbirri erano in subbuglio. L'anno dopo, ad Atene volevamo visitare il quartiere anarchico di Exarchia, ma ci è stato ampiamente sconsigliato, perché in quei giorni la situazione era (tanto per cambiare!) critica, e si poteva rischiare duro; per altro, pochi mesi prima, un attentato incendiaro aveva reso inagibile un'ala di Villa Amalias (un intero isolato occupato nel pieno centro di Atene, dove suonammo nel 2007); e per finire, un nostro dopo-concerto, lo scorso settembre, fu funestato dal pestaggio di un ragazzo anarchico ad opera di una ronda skinhead, poco lontano dalla Fabrica Yfanet, l'enorme squat dove suonammo a Thassaloniki...

[Free music for punx]
VALPOURGHIA NYKTA (d.i.y. punk - Athens, Greece) - s/t (cd autoprodotto 2004)
[Puj] Nel ricordare gli amici greci, ho tirato fuori il primo album di una delle nostre anarco-band d.i.y. preferite: i Valpourghia Nykta di Atene, con cui suonammo l'anno scorso a Patrasso. Ci pensano loro stessi a presentarsi:
"Valpourgia Nyxta è una band che si è formata nel settembre 2002, ed ancora suona musica dopo 6 anni, dopo aver aggiunto un violino nella line-up e dopo aver cambiato due componenti. Immagino che non sia così importante per noi il fatto di perdere troppo tempo a presentarci su internet, perché i Valpourgia Nyxta vogliono avere un carattere sociale e preferiscono un contatto diretto con la gente. Solitamente cerchiamo di ottenere questo suonando in luoghi aperti come squat, università, free festival e in edifici occupati, e al contempo diffondendo e alimentando la cultura dell’autogestione e dell’auto-organizzazione. I nostri testi sono in gran parte sul rispetto della convivenza umana senza discriminazione razziale, geografica o sessuale. Ci disgusta ogni comportamento razzista, così come la crudeltà verso gli animali, qualsiasi forma essa abbia. La distruzione delle foreste e degli oceani, e di tutto il nostro pianeta è un dato di fatto, ma spetta a noi fermarla.
Valpourgia Nyxta è una band che ama la musica, ma la sua prima preoccupazione è il rapporto delle persone coinvolte in essa e il rapporto della band con il resto della gente. Si tratta di un gruppo di amici che cresce insieme. Questo è un rapporto che ci mette alla prova, che ci permette di cambiare noi stessi e cambiare la situazione intorno a noi. Potrai conoscerci grazie alla nostra musica e ai nostri testi; noi però preferiamo sempre incontrarti di persona; ci piacciono le persone che danno senza chiedere e le persone che conservano la loro mente e il proprio cuore aperti. Ora basta, abbiamo già detto che non vogliamo dire tutto qui. Speriamo piuttosto di incontrarvi in futuro. La comunicazione è un'arma. A presto ...".
Qua sotto, il loro album di esordio, stampato nel 2004: punk/h.c. autarchico, rabbioso, epico. Eccezionale l'accostamento tra i testi fortemente politicizzati e l'immaginario gotico/decadente, tangibile anche in alcuni frangenti musicali: nella drammatica "Allaze mesa sou" e nella conclusiva "Dikos croma", autentico capolavoro di musica-da-camera punk, colonna sonora ideale di una anti-favola di Natale un po’ alla Tim Burton. D'altronde, il nome "Valpourghia Nykta" è la traduzione greca di Walpurgisnacht, la notte delle streghe della tradizione Germanica, che cade tra il 30 aprile e il primo maggio.
Quello dei Valpourghia è un sound originale, paradigmatico della vitalità e del carattere della scena d.i.y. ellenica...

Tracklist: 1. Molunse tes skepses, molunse tes fuses / 2. Catarghese / 3. Eisbolé / 4. Kosmiché pragmaticoteta / 5. Bammeno pani / 6. Elpidofores skepseis / 7. Allaze mesa sou / 8. Dikos croma.
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11/12/08

[Live report]
31/10/08 @ Villa Vegan Occupata, Milano. Logica di Morte + Weltuntergangsmaschine + Death Before Work
[Puj] Spassosissima festa di halloween in Villa, con rovina multipla e pogo acrobatico. Annalisa ha rispreso tutto con un certo sprezzo per il pericolo costituito da uomini volanti, circle pit furiosi e rovina generalizzata. Numerosi i cocktail con la cannuccia (che fanno davvero festa), frequenti le croci rovesciate e tanta la gente ben vestita. C'erano il Barone Rosso, uno sceicco del Qatar, il ragazzo-leopardo e soprattutto molti giovanotti black-metal in latex sadomaso. Tre band si sono esibite sull'anti-palco nello scantinato: i Logica di Morte (mitologica h.c. band milanese), i Weltuntergangsmaschine (mostruosa banda crust-grind di Offenburg, Germania) e i Death Before Work (i principini del thrash-metal lumbàrd). E per chiudere in bellezza dj Ex-pornostar nonché Borys, chitarrista dei Giuda (e stimato maestro di tour-report), ha messo i dischi per ballare. Evviva!

[Free music for punx]
DEATH BEFORE WORK (Thrash! - Milano, Italia) - Bomb the Vatican (cd-r autoprodotto - 2008)
[Puj] Recentissimo cd-r con copertina minimal fotocopiata dei Morte prima del Lavoro, bandana-thrash core ultra-rovina dai bassifondi milanesi. In questa release un po' spartana il sound è davvero travolgente, complice una registrazione non particolarmente raffinata che restituisce bene la foga tipica dei live della band. Ma passiamo ad analizzare i temi trattati in queste nuove hits dei D.B.W (8 pezzi per un totale di 10 minuti!) ...
Beh, "Bombarda il Vaticano" parla da sè, non necessita approfondimenti. "Warriors of death" e "Hail to Finland" (titoli d'evidente ascendenza manowariana) sono canzoni concettualmente gemelle: la prima parla di un'orda di "guerrieri metallari in purefazione" che uccidono maiali fascisti, rubano la birra ai nazi e vomitano sulle tombe; la seconda prefigura l'invasione dell'Italia da parte di un'armata di punx finlandesi ("migliaia di punx, grasse ragazze bionde e gente ubriaca") guidata da Andrea degli Anxtv e dall'amica Veera. Il contingente farà piazza pulita e importerà, tra i pochi sopravvissuti, hamburgher vegani e ottime punk bands ("ma anche metal"!). Chi come me considera la Finlandia un vero paradiso, non può che commuoversi di fronte a tale prospettiva e concordare con Pulce quando canta: "Non ce la faccio ad aspettare questo momento sublime!".
Non mancano le canzoni che parlano di musica: il thrash che riflette sul thrash. L'approccio è meta-musicale. Altro che luridi thrasher, i D.B.W. sono filosofi! "I wanna go to Brazil" è dedicata alla gloriosa scena thrash-core brasilera, nel testo vengono citati i furiosi thrasher D.F.C. di Brasilia e il protagonista della canzone confessa il desiderio cocente di suonare al Verdurada Fest di Sao Paulo, noto appuntamento thrash-punk carioca.
"You don't want me to play power-fuckin-violence" è una dichiarazione di estraneità alle moderne tendenze dell'h.c., e il protagonista chiede "per favore, non aspettatevi da me che suoni del fottuto powerviolence", d'altronde "neo-melodic it's not my way!". E infine "Tavi è dio", brano dedicato ad un personaggio che invitò i D.B.W. al Timisoara Thrash Fest in Romania. Il testo racconta le esperienze vissute dalla band durante la trasferta ("le strade erano piene di buche e la Serbia non era divertente....").
Sottovalutare i grandi D.B.W. liquidandoli come una banale banda di metallari vintage, significa essere dei superficiali punx ubriachi. Sono serio, ma purtroppo anche pazzo, per cui non so quanto credito possiate dare alle mie parole. Ad ogni modo, Bomb the Vatican e.p. è un capolavoro! Yu-uh!
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Tracklist: 1. intro / 2. Bomb the Vatican / 3. Hail to Finland / 4. Tavi is god / 5. Warriors of death / 6. I wanna go to Brazil / 7. You don't want to me to play Power-fuckin-violence / 8. (no name).

[Free music for punx]
WELTUNTERGANGSMASCHINE (Crust - Offenburg, Germania) - Reconstruct / Deconstruct (3,5" cd-r autoprodotto - 2008)
[Puj] Weltuntergangsmaschine! Nome impronunciabile, ma dal significato suggestivo: La macchina della Fine del Mondo. Vengono dal sud-ovest della Germania e suonano un crust virato grind, piuttosto vario e a tratti pure melodico. Il loro album è in un formato bizzarro, che ho trovato molto comodo perché lo si può infilare nel taschino oppure tenere dietro l'orecchio: è un cd da 3 pollici e mezzo confezionato in una custodia piegata a fisarmonica di 9 x 9 cm.! Il disco è registrato discretamente, anche se la band tiene a precisare, storpiando gli Amebix: "NO GODS, NO MASTERing, it's just a demo!".
Come spesso accade in contesto crust/anarco-punk, anche nella musica dei W. c'è una sottile ambiguità di fondo, che comunica una duplice tensione di attrazione/ripulsa per un certo immaginario. Per esempio: tutti i crusties sono pacificsti, ma hanno un aspetto para-militare. Molte bands crust condannano gli orrori della guerra, ma lo fanno esibendoli massicciamente e si nutrono abbondantemente di un immaginario bellico (il paradigma di tutto ciò è l'immortale pezzo dei Wretched: "Spero venga la guerra, perché solo allora capirai che potevi far qualcosa!"). Trovo questi contrasti davvero affascinanti: un aspetto decisivo della poetica crust! Nel caso dei Weltuntergangsmaschine, il contrasto è legato alla massiccia presenza di simboli/elementi meccanico-industriali e all'approccio chiaramente luddista e anti-capitalista. L'album è attraversato dall'ostilità nei confronti dei macchinari ("destroy the machinery!"), ma anche ossessionato da accostamenti tra uomo e macchina, tra carne e metallo (il titolo del primo pezzo "Schweissnaehte" mette insieme due parole che significano cicatrice e saldatura, mentre "Tankerkoerper" può essere tradotto come "corpo-petroliera"!) e da immagini industriali e militari: ruote dentate, macchine da guerra, chiavi inglesi, tralicci dell'elettricità, mitragliatrici... aprendo il meraviglioso artwork del mini-cd, in rigoroso b/n, sembra realmente di entrare nell'officina che assembla la Macchina della Fine del Mondo! Incisivo il testo di "100 m lauf " (Centro metri piani): "Soddisfazione tramite la proprietà, felicità tramite il potere: il nostro è un sistema che si basa sull'esercizio della violenza". C'è spazio, poi, anche per una digressione anti-cristiana in "Dateci Barabba!".
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Tracklist: 1. intro / 2. Schweissnaehte / 3. (Give us) Barabbas! / 4. Anti-hero / 5. Cattle / 6. Homo sapiens transludicus / 7. Omega war / 8. Tankerkoerper / 9. 100 m. lauf.
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02/12/08

[Live report]
29/11/08 @ C.S.A. Capolinea, Faenza (Kalashnikov + Headed nowhere + 1/4 Morto + A Fora de Arrastu)
[Ale] Nonostante ci sia capitato diverse volte di girare lo stivale per suonare la nostra romanti-musica scassata, raramente ci è capitato di sbarcare in Romagna. Forse per il fatto che, pregiudizio vuole, questa regione evochi scenari estivi a base di ombrelloni e piadine, mentre noi evochiamo la steppa siberiana e la zuppa di cavoli. Per dimostrare però che i pregiudizi spesso sbagliano, abbiamo deciso di ricorrere ad un compromesso: si va in Romagna il 29 Novembre, con un tempo di merda, la neve e un freddo che ti gela il culo. Sembrava di stare in Russia.
Tutti fin dall’inizio eravamo contenti di questa data al c.s.a Capolinea, prima di tutto perché avevamo sentito parlare bene del luogo, poi perché nell’occasione si sarebbero incontrate vecchie conoscenze, come Max dei Contrasto, Bruno degli A Fora de Arrastu e il carissimo Casa, organizzatore della data e autore delle splendide t-shirt che da un po’ vendiamo ai concerti spacciandole per nostre; a questo proposito, va detto che Casa è un grande Kalashni-fan: non a caso le sue creazioni si inseriscono alla perfezione nell’immaginario che cerchiamo di evocare e nello spirito della nostra musica! E delle sue magliette la qualità non si discute: non si sono mai sciolte a contatto con il nostro sudore prodotto al termine dei concerti, cosa che talune volte accade.
Dopo aver lautamente pranzato nella nostra bettola di fiducia, partiamo. Il viaggio per Faenza scorre agevole nella bassa innevata, dall’aspetto quasi alieno, purtroppo intristito dall’assenza di Puj e Lisa che per impegni di lavoro arriveranno in treno ad un orario indefinito. Giunti a destinazione, irrorati dall’aria insalubre delle molteplici raffinerie e distillerie che ci circondano (fabbriche di spumante all’urina), il prode Casa, accompagnato dall’amico Stefano, ci guida al Capolinea. Lì il tempo trascorre in allegria tra vino, chiacchierate con gli altri gruppi, vino, chiacchierate tra di noi, vino, chiacchierate da soli. Con noi suoneranno gli A Fora de Arrastu (da Serramanna), ¼ Morto (da Fano) e Headed Nowhere (da Bologna). Verso le 8.30 subito prima del check arrivano Puj e Lisa, i due componenti mancanti: Lisa con intento alcolico battagliero e Stefano/Puj con i dopo-sci d’ordinanza.

In questi frangenti, mi sorge spontanea una riflessione. E’ incredibile come Sarta e Puj, pur essendo fratelli, siano così diversi. Sarta se la gira in sandalo francescano, ininterrottamente da marzo a ottobre, con qualsiasi situazione climatica e metereologica, mentre Puj, ai primi freddi, mette ai piedi degli Scaldotti Imetec. Ciò non fa altro che avvalorare la mia convinzione che, seppur nati da genitori diversi, il destino li abbia voluti unire, grazie ad un provvidenziale scambio di bebé all’ospedale, in nome della musica.
Comunque sia, al completo, effettuiamo il sound-check. Dopodiché viene il momento di una corroborante ed ottima cena: risotto alla milanese (in nostro onore?), spezzatino di seitan con funghi e patate, ed un’inquietante mistura di cipolle, che evitiamo di mangiare per non danneggiare i microfoni nel corso del concerto.

Il tempo che ci separa dall’inizio del concerto viene colmato dalle due cose che sappiamo fare meglio: bere e rintontire di parole chiunque ci capiti a tiro (pratica, altrimenti detta, dell’asciugare il prossimo). In quest’ultima specialità Sarta è campione mondiale, mentre Puj europeo; io mi difendo bene, ma a livello di serie minore. Gli A Fora de Arrastu, che sono i principali bersagli dei nostri sproloqui, sembrano tuttavia apprezzare la cosa, e questo ce li fa immediatamente amare. I quattro sardi sono ragazzi meravigliosi, socievoli e pieni di entusiasmo per quello che fanno. Una bellissima conferma dell’impressione avuta dai precedenti scambi epistolari. Mentre io e Sarta pianifichiamo un tour musicale/gastronomico in Sardegna, Stefano e Bebbo discorrono di black-metal, sfoggiando entrambi una conoscenza esoterica del genere.
Dopo alcuni chupiti di liquore al basilico autoprodotto, lattine di Finkbrau e tazze di vino letale, inizia il concerto. Ad aprire le danze sono gli Headed Nowhere, fautori di un hardcore per addetti ai lavori; personalmente, li ricordo per il batterista dal tiro incredibile, tra l’altro lo stesso degli amici Sumo, e per il mitologico bassista, dallo spettacolare look da comparsa di spaghetti-western di serie B. A seguire gli 1/4 morto, che sinceramente non ricordo granché, a causa di un’ebbrezza ormai lampante; posso dire però che come persone mi hanno lasciato veramente un ottimo ricordo!
E’ la volta degli A.F.D.A., hardcore con testi in sardo e tanta buona attitudine; da sottolineare una cover di Beat it di Micheal Jackson (intitolata "Puzza di carogna") il cui ritornello, in versione sarda, diventa: C'è Sbirri!. E infine i Kalashnikov: il concerto scorre bene nonostante, sia io che Lisa non fossimo in condizioni “ottimali”. Il pubblico sembra tuttavia apprezzare, con richieste di bis; una ragazza chiede una canzone della quale però non ricorda il titolo e purtroppo non possiamo accontentarla.
A concerto concluso, verso le tre di notte, ci assale una fame pantagruelica: su "prezioso" consiglio di Max, secondo il quale intorno è pieno di posti per mangiare a tutte le ore della notte, ci avviamo, sotto una pioggia a dir poco ostinata. Tutto ciò che otteniamo sono i nostri vestiti inzuppati d’acqua gelida, ed un miraggio che ci fa scambiare la sede di una non ben identificata associazione per un surreale ristorante aperto alle quattro del mattino. Umidi e affamati, chiudiamo gli occhi per qualche ora. La sistemazione notturna consiste in materassi stesi in una stanza il cui riscaldamento è paragonabile ad un cerino acceso in uno stadio: insomma, temperatura siderale.

Ci svegliamo di primo mattino, incriccati come se avessimo dormito in una valigia. Decidiamo di fare un giro al M.E.I., (il celebre Meeting delle Etichette musicali Indipendenti), che si trova a due passi dal Capolinea. L’ingresso costa dieci euro (!), ma grazie a Casa entriamo gratis. In realtà ci andiamo più spinti dalla fame che da altro, dal momento che tutti i posti per mangiare sono recintati in quella fiera. Addentrandoci nei padiglioni, l’impressione generale non è delle migliori: se questo è l’attuale stato della discografia indipendente italiana, andiamo bene! Tutto è triste, buttato un po’ lì alla buona, un sacco di fuffa e stand promozionali che con la musica hanno poco a che fare. Mi fa comunque piacere che uno degli stand più curati ed interessanti sia quello di “Tre Accordi records” del vecchio amico Dario, con cui condividemmo tante esperienze al C.S.O.A. Garibaldi di Milano. Dario è al M.E.I. per promuovere le bands della propria scuderia, tra cui scopriamo esserci anche Fratello Metallo (!!!), quel buffo frate che suona heavy-metal, ultimamente alla ribalta dei rotocalchi dozzinali e delle trasmissioni televisive più sceme. Dopo aver italicamente fatto incetta di gadgets gratuiti ce ne andiamo. Sulla strada del ritorno, riflettendo sul Meeting delle Etichette Indipendenti, ci viene in mente una storica frase dell’amico Rocco dei Seminole, con la quale vi lascio: “Non è importante chiedersi se si è indipendenti o meno; la vera domanda è: indipendenti da che cosa?”.
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[Free music for punx]
A FORA DE ARRASTU (punk/h.c. Sardegna) / FECCIA TRICOLORE (punk/h.c. Sicilia) - Split album (cd autoprodotto, 2008)
[Puj] A fora de arrastu, se ho capito bene, in sardo significa una cosa del tipo "Fuori dal seminato". Bruno, Bebbo, Claudio e Davide, da fieri sardi, cantano nel dialetto della propria terra e suonano un h.c. saldamente ancorato agli anni '80, ma molto vario e interessante e che, nelle ultime produzioni, incorpora strumenti atipici (in questo contesto, naturalmente) come il flauto, il sax (e lo scacciapensieri!).
Qua sotto, il loro split con i Feccia Tricolore (altra formazione punk/h.c. isolana, della Sicilia però), la più recente produzione della band. La musica degli A.F.D.A. è pervasa da un sincero afflato libertario, come testimoniano i testi dei brani e le dichiarazioni d'intenti contenute nel booklet: "Questo disco è uno strumento come tanti nella diffusione di pratiche ed idee antiautoritarie e autodeterminate, nello stimolo allo scambio e nella creazione di nuove interazioni, nella socializzazione delle lotte diverse in cui si è coinvolti, per l'autoproduzione etc... etc... Intendiamo incoraggiare l'autogestione a livello territoriale, in modo da riuscire a creare più situazioni possibili atte a mettere in moto finalmente quel furore creativo/distruttore che da tempo bramiamo, ma che in realtà difficilmente riusciamo a sollevare con forza, impegnati come siamo a difendere i pochi spazi di libertà rimasti e a ritrovarsi spesso a contarsi in discrete energie". Davvero toccante il finale di Fui, omi, fui!, in cui Bruno recita un brano anti-carcerario di Xosé Tarrio Gonzales.
Sull'ideale lato b del disco, i Feccia Tricolore da Palermo: h.c. brutale ai confini con il death-metal, a tratti così genuinamente incazzato e disperato da far paura. Concordo pienamente con il testo di Diserta le urne: "Farsa mostruosa, per le strade i manifesti, facce di cazzo, slogan aberranti".

Tracklist: A FORA DE ARRASTU - 1. Su poderi bonu (il potere buono) / 2. Groria a mesu skina (la gloria inferta) / 3. Sa miseria tua - pati segunda (miseria mentale - parte seconda) / 4. Fragu de spaigu (puzza di carogna) [cover di Beat it di M.Jackson!] / 5. Fui, omi fui! (Fuggi, uomo, fuggi!) - FECCIA TRICOLORE - 6. Diserta le urne / 7. Un'arma / 8. Ore perse, giornate buttate / 9. Frontiere / 10. Ora!