Franco Basaglia: la libertà oltre l'istituzione
[Pep] Figura cruciale nell'ambito della riflessione libertaria italiana e della critica alla psichiatria (anche se il termine “antipsichiatria” fu da lui sempre rifiutato come improprio), lo psichiatra Franco Basaglia (1924-1980), muovendo dal terreno specifico che professionalmente gli competeva, è stato capace di generare un pensiero emancipativo utilizzabile a tutt'oggi nell'intelligenza e nella critica radicale di qualsivoglia processo di istituzionalzzazione che attraversi la nostra società, inteso sia in quanto reclusione fisica che in quanto relazione di potere e di sapere tra individui. All'azione politica di Basaglia e a quella dei movimenti antipsichiatrici ed anti-istituzionali italiani di cui negli anni Sessanta e Settanta era la personalità di maggior spicco, è legata una legge di portata storica e di assoluta novità a livello internazionale, la 180 (che nel 2001 la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha clamorosamente proclamato modello da imitarsi in tutto il mondo). Ad essa si deve l' abolizione dei manicomi e la consegna della cura psichiatrica alla consensualità ed alla libera relazione intersoggettiva medico-paziente, sottraendola alle tradizionali modalità coercitive (le quali ancora caratterizzano la discussa eccezione del Trattamento Sanitario Obbligatorio per indifferibilità della cura, che Basaglia non avrebbe voluto includere nella legge).
Il Kalashnikov Collective Headquarter ritiene tuttavia che solo una conoscenza puntuale del pensiero dello psichiatra italiano possa rendere conto di un'attualità difficilmente eguagliabile: è in quest'ottica che presentiamo una breve raccolta dei suoi testi partendo dalla trascrizione del ciclo di quattro conferenze che tenne a Rio de Janeiro alla fine del giugno 1979, non molto tempo dopo la vittoriosa approvazione della 180. Partendo da un interessantissimo confronto tra i percorsi del movimento anti-istituzionale italiano e le situazioni psichiatriche estere, Basaglia vi tratta poi dei rapporti di potere medico-paziente, dell'imprescindibilità della rivoluzione sessuale, della repressione e del controllo, della stigmatizzazione sociale come strategia di dominio, trascendendo, così, ampiamente lo specifico psichiatrico.
I tre testi successivi rendono conto del lungo e complesso tragitto professionale di Basaglia nelle istituzioni manicomiali e del suo tentativo di sovvertirle dall'interno, preparando la loro distruzione definitiva. Si comincia con “Crisi istituzionale o crisi psichiatrica?” del 1967 (nel quale Basaglia evidenzia magistralmente la ragion d'essere e la necessità storica degli odierni movimenti di attacco alla psichiatria) cui segue “Un problema di psichiatria istituzionale” (1966), scritto con Franca Ongaro, in cui s'indaga il problema dell'esclusione sociale della follia (e non solo di questa) nei suoi livelli psicologici e nei suoi fini strategici delineando un percorso di reazione. L'antologia si conclude con “Corpo e istituzione” (1967) in cui vengono delineati, con sofisticatissimi strumenti concettuali, gli inesorabili meccanismi alienanti del manicomio, fornendoci i mezzi intellettuali per una battaglia libertaria contro le istituzioni ancora apertissima a tutti i livelli della società.
Chiudiamo quindi con le parole di Franco Basaglia: “Si potrebbe concludere, allora, che l'importante è uscire dalla logica implicita nell'opposizione tra i termini vittoria e sconfitta. L'unica possibilità è ancora quella di continuare a lottare perché nella lotta si aprono nuove contraddizioni...”.
>>> Download Raccolta di Testi di Franco Basaglia [ITA] in .pdf (.rar – 26 mb)
[Pep] Figura cruciale nell'ambito della riflessione libertaria italiana e della critica alla psichiatria (anche se il termine “antipsichiatria” fu da lui sempre rifiutato come improprio), lo psichiatra Franco Basaglia (1924-1980), muovendo dal terreno specifico che professionalmente gli competeva, è stato capace di generare un pensiero emancipativo utilizzabile a tutt'oggi nell'intelligenza e nella critica radicale di qualsivoglia processo di istituzionalzzazione che attraversi la nostra società, inteso sia in quanto reclusione fisica che in quanto relazione di potere e di sapere tra individui. All'azione politica di Basaglia e a quella dei movimenti antipsichiatrici ed anti-istituzionali italiani di cui negli anni Sessanta e Settanta era la personalità di maggior spicco, è legata una legge di portata storica e di assoluta novità a livello internazionale, la 180 (che nel 2001 la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha clamorosamente proclamato modello da imitarsi in tutto il mondo). Ad essa si deve l' abolizione dei manicomi e la consegna della cura psichiatrica alla consensualità ed alla libera relazione intersoggettiva medico-paziente, sottraendola alle tradizionali modalità coercitive (le quali ancora caratterizzano la discussa eccezione del Trattamento Sanitario Obbligatorio per indifferibilità della cura, che Basaglia non avrebbe voluto includere nella legge).
Il Kalashnikov Collective Headquarter ritiene tuttavia che solo una conoscenza puntuale del pensiero dello psichiatra italiano possa rendere conto di un'attualità difficilmente eguagliabile: è in quest'ottica che presentiamo una breve raccolta dei suoi testi partendo dalla trascrizione del ciclo di quattro conferenze che tenne a Rio de Janeiro alla fine del giugno 1979, non molto tempo dopo la vittoriosa approvazione della 180. Partendo da un interessantissimo confronto tra i percorsi del movimento anti-istituzionale italiano e le situazioni psichiatriche estere, Basaglia vi tratta poi dei rapporti di potere medico-paziente, dell'imprescindibilità della rivoluzione sessuale, della repressione e del controllo, della stigmatizzazione sociale come strategia di dominio, trascendendo, così, ampiamente lo specifico psichiatrico.
I tre testi successivi rendono conto del lungo e complesso tragitto professionale di Basaglia nelle istituzioni manicomiali e del suo tentativo di sovvertirle dall'interno, preparando la loro distruzione definitiva. Si comincia con “Crisi istituzionale o crisi psichiatrica?” del 1967 (nel quale Basaglia evidenzia magistralmente la ragion d'essere e la necessità storica degli odierni movimenti di attacco alla psichiatria) cui segue “Un problema di psichiatria istituzionale” (1966), scritto con Franca Ongaro, in cui s'indaga il problema dell'esclusione sociale della follia (e non solo di questa) nei suoi livelli psicologici e nei suoi fini strategici delineando un percorso di reazione. L'antologia si conclude con “Corpo e istituzione” (1967) in cui vengono delineati, con sofisticatissimi strumenti concettuali, gli inesorabili meccanismi alienanti del manicomio, fornendoci i mezzi intellettuali per una battaglia libertaria contro le istituzioni ancora apertissima a tutti i livelli della società.
Chiudiamo quindi con le parole di Franco Basaglia: “Si potrebbe concludere, allora, che l'importante è uscire dalla logica implicita nell'opposizione tra i termini vittoria e sconfitta. L'unica possibilità è ancora quella di continuare a lottare perché nella lotta si aprono nuove contraddizioni...”.
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