25/03/09

[Free books for punx]
Gruppo Surrealista di Chicago - I tre giorni che hanno sconvolto il Nuovo Ordine Mondiale: la sommossa di Los Angeles del 1992 (U.s.a. 1993 / Ed. La Fiaccola 2001)
[Puj] Alle ore 17.30 di mercoledì 30 aprile 1992, per le strade di Los Angeles, scoppia una sommossa anti-poliziesca che in poco più di tre giorni provocherà 58 morti, 2.383 feriti, 5.383 incendi, 15mila arresti e danni per 785 milioni di dollari. Due ore prima dell'inizio degli scontri, in un'aula del tribunale di Simi Valley, era avvenuta la lettura della sentenza di assoluzione per quattro poliziotti del dipartimento di polizia di Los Angeles accusati di aver brutalmente picchiato nel marzo del 1991 l'automobilista nero Rodney King.
Vecchio episodio di uno squallido serial (la storia del regime capitalista più degenerato della terra), la rivolta di L.A. ha rappresentato l'ennesima picconata al sogno americano, a quell'immagine di paese felice, libero e democratico che gli U.s.a. cercano disperatamente di esportare da decenni (senza riuscirci granché, per la verità).
L'opuscolo, ad opera del fantomatico Gruppo Surrealista di Chicago, pubblicato nel 1993, carica i riots di suggestioni politiche e libertarie senza tralasciare gli aspetti più "scomodi" della questione. In effetti, la sommossa portò con sé un'onda di immane violenza perpetrata ai danni di alcune minoranze (i coreani, ad esempio), dettata da logiche del tutto soggettivistiche, ad un impeto di giustizia che, per forza di cose, si fece sommaria.
D'altronde: "Sarebbe assurdo credere che quanti sono stati privati, nel corso della loro intera esistenza, della facoltà di volere, allorquando si trovino in modo inatteso e improvviso liberati dai loro ceppi, si muovano immediatamente con la grazia propria di un ballerino". "Ciò che è importante non è la mera condanna della brutalità degli insorti, ma collocare tali eccessi nel contesto della più ampia brutalità che è evento quotidiano nelle città statunitensi". Il consiglio è quello di soffermarsi "...sulla gioia e sulla sensazione di essere nel pieno diritto dipinte sui volti dei giovani poveri neri e latino-americani nel confiscare proprietà e nel distruggere ciò che molti consideravano come simboli del dominio [...] In questa gioia e in questa sensazione di trovarsi nel giusto alberga il solo futuro che valga la pena di sognare".
La volontà da parte degli autori di uscire dai confini delle mera cronaca è evidente nel finale eco-radicale che inquadra i fatti in un contesto critico molto più ampio, individuando la scaturigine della rivolta nell'alterazione generale degli equilibri del pianeta, operata dal delirio capitalista: "...un vasto risanamento dell'ambiente naturale è oggi una priorità, e tale ripristino richiede un radicale smantellamento delle mortifere città della società industriale". La descrizione del teatro degli scontri restituisce un'immagine molto lontana dalla concezione classica (e tipicamente europea) di città, alla quale sicuramente dovremo abituarci: Los Angeles appare come un unico sterminato sobborgo, senza centro e periferia, popolato da identità differenti e inconciliabili, animato da individui sradicati che con l'ambiente urbano hanno un rapporto meramente economico e funzionale.
Monito finale: "Qualunque rivoluzione che si accontenti di qualcosa di meno rispetto all'attuazione della poesia nella vita quotidiana è una rivoluzione priva di prospettive ancor prima di iniziare".

>>> Download "I tre giorni che hanno sconvolto il Nuovo Ordine Mondiale" [ITA] 44 pages (.pdf - 11 mb.)
[Free music for punx]
GUIDED CRADLE (D-beat, Repubblica Ceca/U.s.a.) - s/t (cd, Insane Society rec. 2005)
[Puj] La copertina ACAB-style è un must assoluto della produzione discografica crust, e una delle più memorabili è di sicuro quella dell'esordio dei Guided Cradle: un'orda di goblin e orchi che assale con armi medievali una volante della polizia!
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I Guided Cradle: due yankee e due cecoslovacchi che hanno vissuto nel quartiere punk di Zizkov, a Praga, ma ora si sono trasferiti a Portland, Oregon, U.s.a. Pessima scelta? Hanno iniziato come cover-band degli Anti-Cimex (padri fondatori del moderno suono d-beat, album da avere: Scandinavian Jawbreaker del 1993) e la loro musica ne è palesemente debitrice: suonano classico crust rognoso, con un filo di melodia epica in più rispetto alla media. I titoli dei pezzi rientrano pienamente nei luoghi comuni del genere: "Paura dell'estinzione", "Il business della guerra", "Un mucchio di merda" etc..etc...
I Guided Cradle girano il mondo e sono passati un paio di anni fa anche in Italia. Il loro nome è quello di un'antica macchina di tortura e il loro album d'esordio è una mazzata apocalittica (qui sotto scaricabile con artwork completo) che acqusitai in un negozietto di dischi usati a Praga, imboscato in uno dei tanti pasaz (passaggi "segreti") che tagliano gli isolati del centro-città...
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Tracklist: 1. Riding the witches billygoat / 2. Eaten raw / 3. Fear of extinction / 4. Business of war / 5. System survival / 6. Pile of shit / 7. Wheel of life (Anti-cimex cover) / 8. Hunting.

>>> Download GUIDED CRADLE - s/t cd in mp3 + complete art scan (.rar - 62 mb.)

22/03/09

[Free music for punx]
GERMAN OAK (kraut-rock, Dusseldorf) - s/t (Lp autoprodotto, Germania Ovest 1972)
[Puj] Ed ora qualcosa di completamente diverso: un incredibile album bellico pre-crust, nonché proto-punk. Nell'estate del 1972, un trio del tutto fumato e fatto di acidi imbraccia gli strumenti per stripparsi definitivamente. Siamo a Dusseldorf, nella Germania post-bellica. I ragazzi appartengono ad una generazione solcata dal risentimento nei confronti dei padri, che vuole tagliare i ponti con il nazismo e il recente passato della propria nazione. Una generazione che vuole accartocciare tutto e ripartire da zero. In una specie di delirio simbolico e catartico, i tre scelgono di registrare il proprio disco in uno dei tanti rifugi antiaerei rimasti in disuso dopo la guerra, il Luftschutzbunker. Il quel luogo sinistro danno vita ad una sbilenca jam strumentale a base di chitrra, basso e organo.
Nasce così l'esordio dei German Oak, una terrificante, epica, marcia strumentale, permeata dall'aria torbida, carica di paranoia, del bunker anti-raid in cui è stata partorita. Quattro pezzi dai toni foschi: Airalert (Allarme aereo), Down in the bunker (Giù nel bunker), Raid over Dusseldorf e 1945: Out of the ashes (1945: fuori dalle ceneri), a formare un concept-album sui bombardamenti aerei, suggellato da una copertina minimal in bianco e nero, raffigurante il profilo di un soldato del Terzo Reich.
Il disco fu una produzione D.I.Y. ante-litteram: la band ne stampò 220 copie, delle quali almeno duecento rimasero invendute; la maggior parte dei negozi si rifiutò infatti di prendere l'album in conto vendita: si trattava di un prodotto musicalmente sbrindellato, a sfondo smaccatamente bellico e paranoico; e pure un po' ambiguo con quella nazi-copertina marziale che, oggi diremmo, moooolto crust! A tratti il suono è così brutale e primitivo da risultare inquietante: sembra di vedere i fantasmi dei soldati alzarsi dalla polvere e starsene lì, nell'oscurità del bunker, a seguire la performance dei tre drogati. La registrazione è un po' quella che è, e contribuisce a dare un alone necromantico al tutto...

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Peter Singer
[Sarta] Dopo il post dedicato al bellissimo libro di Tom Regan intitolato “Gabbie Vuote: la sfida dei diritti animali” ci occupiamo dell’altro libro, storicamente ancor più importante, dedicato all’antispecismo. “Liberazione Animale” di Peter Singer è un testo edito per la prima volta nel 1975 e rappresenta forse il libro che più ha contribuito alla crescita e allo sviluppo del movimento animalista. Leggendolo scoprirete tutto ciò che le industrie farmaceutiche e della carne nascondono alla pubblica opinione per tutelare i loro sporchi lucri.
Non è un libro dedicato solo ai vegani, anzi: dovrebbero leggerlo tutti, perché tutti siamo tenuti a sapere come viene organizzata la produzione del cibo che mangiamo, come vengono spesi i soldi delle nostre tasse per la ricerca e “che cos’era il nostro pranzo quando ancora era un animale”. E’ una questione di consapevolezza: l’ignoranza fa comodo, ma – attenzione – e’ solo uno dei tanti strumenti con i quali il sistema ci tiene anestetizzati! Se non conosci, sei insicuro e poco determinato, se invece sai, sei pericoloso perché sicuro di quello che fai. Il nostro cervello è un’arma: usiamola!
Per concludere, a differenza del libro di Tom Regan, forse più adatto agli inguaribili diffidenti verso la pratica animalista, "Liberazione Animale" è un libro insospettabilmente distaccato e razionale, privo di appelli a sentimetalismi e tutto improntato ad un ragionamento rigoroso basato su fonti e dati liberamente consultabili. Un'opera di ricerca rigorosa e intelligente!
Il libro intero lo potete richiedere via email agli amici di Equal Rights di Forlì, mentre qui sotto trovate scaricabili le due prefazioni, l’originale datata 1975 e la nuova del 2005. E’ utile per osservare gli sviluppi che ha avuto il movimento in questi trent’anni di attività e, benché ci sia ancora tanto da fare, è una buona iniezione di fiducia notare quanti sensibili risultati sono stati ottenuti.

>>> Download Introductions to "Animal Liberation" of Peter Singer (pdf - 8 mb)

17/03/09

[We talk about...]
RADIOCANE!
Radiocane è un simpatico progetto web-radiofonico e giornalistico a cui contribuiscono alcuni vecchi amici dei centri sociali milanesi. Una radio in streaming, ma anche un archivio di materiale audio, che sta muovendo i primi passi. In attesa di una futura e auspicata collaborazione da parte del nostro collettivo, ci limitiamo a segnalarne l'indirizzo:
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Buon ascolto! Evviva!

07/03/09

[Free books for punx]
Thomas M. Disch - Il pianeta dello stupro (1978)
[Puj] Festeggiamo l'8 marzo, festa della donna, con due esempi di produzione culturale femminista e anti-sessita, caratterizzati entrambi da un certo sense of humor (piuttosto che dalla seriosità vetero-militante, spesso un po' indigesta). Prima proposta è un racconto di Thomas M. Disch, misconosciuto genio della fanta-letteratura americana. "Il pianeta dello stupro" fu pubblicato negli Stati Uniti nel 1978 e in Italia arrivò dieci anni dopo, tradotto in Urania Millemondi Estate 1988. Il titolo originale (Planet of the rapes) fa il verso al "Pianeta delle scimmie" (Planet of the apes), celebre serie cinematografica e televisiva, in voga negli anni '70.
Benché l'autore sia un uomo, "Il pianeta dello stupro" è un racconto ultra-femminista, paradigmatico dell'indole caustica e della poetica nichilista di Disch: l'autore ironizza sull'incomunicabilità tra i sessi, sull'incapacità dell'uomo di comprendere le reali necessità della donna, sull'approccio maschile alla sessualità, sempre goffo e pornografico; Disch immagina un mondo allucinante, nel quale uomini e donne vivono rigidamente separati e i loro unici incontri seguono logiche strettamente "funzionali". Il racconto è una crudele caricatura della società scissa ed alienata nella quale viviamo...
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"Colly era convinta, senza il minimo dubbio, di essere ancora troppo giovane per farsi stuprare. A poche settimane dal diploma le era sembrata una grave mancanza di riguardo metterla in lista per l'Isola del Piacere. Una persona è qualcosa di più del suo indice di fertilità, come scrisse nella lettera di protesta indirizzata al Consiglio Federeale per la Procreazione. Una persona ha sentimenti, programmi, priorità. Una persona merita un po' di considerazione. E lei chiedeva solamente altre due settimane da vergine...".
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CRASS (U.k. anarco-punk) - Our wedding (flexi-disc 1981)
[Puj] Passiamo ora al 7" flexi "Our wedding" (Il nostro matrimonio), divertente truffa ordita dai Crass ai danni della rivista per adolescenti "Loving". Un'impresa di terrorismo-poetico pienamente riuscita.
Dunque, partiamo dall'inizio: nel 1981 i Crass diedero alle stampe "
Penis envy" (invidia del pene), album interamente incentrato sulle problematiche sessiste e femministe. Ai loro esordi, i Crass avevano subìto critiche per un sospetto machismo para-militare, vagamento ostentato soprattutto a livello estetico. La band fugò ogni sospetto con il concept di Penis Envy, disco ai cui microfoni apparivano solo le esponenti femminili del collettivo. Il titolo del disco, che fa riferimento all'omonima teoria psicanalitica elaborata da Sigmund Freud, fu definito dalla stampa inglese più bigotta "troppo osceno per essere stampato" (!).
L'ultima traccia di Penis Envy, intitolata "Our wedding" e non accreditata nella tracklist, suona ben diversa dalle tipiche composizioni dei Crass; loro stessi la definrono "pure, unadulterated shit". Si tratta della parodia di una melensa canzone d'amore, il cui testo recita: "All I am I give to you, you'll honor me I'll honor you, rich or poor or come what may, we'll forsake all other love. Just we two, one flesh one blood, in the eyes of god I am yours to love and honor, I'm giving you my love...Never look at anyone, anyone but me. Never look at anyone, I must be all you see. Listen to those wedding bells, say goodbye to other girls, I'll never be untrue my love, don't be untrue to me, don't be untrue to me, don't be untrue to me...".
I Crass decisero di farne un singolo su flexi-disc che avrebbe avuto una "particolare" distribuzione... A nome di una misconosciuta agenzia, la "Creative Recording And Sound Services" (le iniziali: c.r.a.s.s.!), contattarono la redazione di "Loving", retrograda rivista per adolescenti ("specializzata nello sfruttamento della solitudine giovanile") e proposero un vero affare: l'opportunità di regalare a tutte le lettrici che ne avessero fatta richiesta tramite apposito coupon, una copia del flexi-disc "Our wedding". L'annuncio, alla voce "Loving's fabulous record offer", apparve sul numero speciale del marzo 1981: "Certo, gente: con la collaborazione della Creative Recordings and Sound Services vogliamo offrirvi l'opportunità di rendere il giorno del vostro matrimonio un po' speciale, con questa canzone romantica [...] Joy de Vivre ha catturato tutta la felicità e il romanticismo di questo importante giorno, per cui assicuratevi di ricevere la vostra copia in tempo per la grande occasione: un must per tutti i veri romantici!".
I responsabili di Loving si accorsero della bufala troppo tardi, quando centinaia di coupon erano ormai giunti a casa dei Crass. New Musical Express del 13 giugno 1981 titolò: "I Crass lasciano Loving all'altare!". L'autore dell'articolo ironizza su quanto drammatica sia stata la presa di coscienza dell'accaduto da parte del direttore della rivista: "Aaarggh! C.R.A.S.S.! CRASS! The dreaded anarchist punk rock band who sing dirty words and want to destroy civilisation as we know it!". Naturalmente, dal punto di vista legale, i Crass la fecero franca, mentre alcune teste ai vertici di "Loving" saltarono. Insomma, tutto é bene quel che finisce bene...
Detto questo, care lettrici del Kalashnikov Collective Headquarter, in occasione dell'8 marzo, non potevamo farvi regalo più gradito di questo: il singolo "Our wedding", gratuitamente scaricabile da qua sotto! Per rendere speciale il Vostro Grande Giorno con una nota di romanticismo crasso...