28/01/08

[We talk about...]
US! (... but in russian...)

Kalashnikov collective interview at:
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"привет" to the russian friends!
мы любим вас!

[Puj] [I punx dell'ex Unione Sovietica sono sempre stati simpatici con i Kalashnikov! Una band che si chiama come un anziano signore russo non pensavamo potesse interessare qualcuno da quelle parti. E, quella sopra, non è la prima intervista in cirillico che ci capita: il numero 5 della fanzine Napartachili (Mosca) ne contiene un'altra, risalente a qualche anno fa. Se poi qualcuno desidera sapere che cosa i russi pensano del nostro ultimo album, visiti il blog Podpoldschik: ospita una recensione di "Dreams for super defeated heroes". Naturalmente non abbiamo mai capito se ne parli bene o male...].

27/01/08

[Kalashnikov collective presents…]
LE TORMENTA (earth-grind – Forlì, Italia)
[Puj] [Qui di seguito pubblichiamo un’intervista che abbiamo fatto qualche mese fa ad Enrico ed Ezio dei LeTormenta, band che, almeno dalle nostre parti, non necessita di presentazione alcuna: ascoltarne la musica basta e avanza per capire quanto impegno, passione, sensibilità e desiderio di comunicare i ragazzi riversino in quello che fanno! I testi delle loro canzoni sono imbevuti di controcultura primitivista e di veganesimo, e sono capaci di colpire nel profondo.]
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1) Dunque, partiamo dalla musica: credo che LeTormenta sia una band fuori dal comune, che ad una chiara e consapevole volontà di espressione abbina una musica curata, complessa e creativa.... in un certo senso piuttosto eclettica: h.c., grind, ma anche folk e atmosfere post-rock. E sicuramente un grosso amore per il death-metal! Parlatemi delle vostre influenze e delle vostre bands preferite...
ENRICO = Si parte alla grande! Effettivamente a livello musicale c'è un po' di tutto, ci divertiamo a mischiare cose diverse e varie. Ognuno di noi ha i propri gusti che di volta in volta vengono dosati in base alla necessità. Inoltre, dopo cinque anni passati a suonare e provare, ognuno si è ritagliato il suo piccolo ruolo: paolo (basso) e momello (batteria) sono quelli che creano gli stacchi migliori, steno (chitarra) produce le melodie più "orecchiabili", io sono quello che ogni tanto spinge sul pedale progressivo e ezio incastra e crea gli intrecci di voce. Il mio amore per il metallo in generale è grande, penso si senta abbastanza (a volte troppo!)! Ma non sono l'unico nel gruppo ad essere caduto nella trappola! Di tutto quello che ascolto faccio fatica a dire cosa preferisco e cosa no... troppe cose varie tra loro, troppo vaste. Passo dagli Immortal a Branduardi con la stessa facilità con cui bevo l'acqua!
EZIO = …Ed è proprio così, come bere l’acqua! Negli ultimi anni l’orecchio ascolta veramente di tutto e alla fine troppe etichette non sai più dove attaccarle e definire ciò che ascolti è sempre un po’ difficile, o forse non c’è la voglia...
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2) Ho sempre sostenuto che la musica d.i.y. si completa di senso solo se suonata in contesti altrettanto autogestiti e "ai margini della legalità" (le cosiddette T.A.Z. - Zone Temporaneamente Autonome - come le definisce Hakim Bey). Che cosa ne pensate? Mi è giunta voce che voi siete molto selettivi sui luoghi nei quali suonare...
ENRICO = Sì, siamo selettivi, ed è già capitato più di una volta che rifiutassimo di suonare per motivi che potremmo definire "politici". Il fatto è che nonostante tutto considero la nostra proposta (quella ideologica, non musicale) per certi versi "estrema", le nostre parole sono parte di perse di posizione nette e ben definite. Quando l'ambiente politico con cui dovremo confrontarci rischia di stridere contro di noi piuttosto che muoversi in sinergia preferiamo non partecipare. La musica d.i.y. e più in generale il punk non possono essere svincolati da luoghi ai margini della legalità, anche se la vera forza esplode quando la legalità precostituita non esiste affatto. Il punk è un mezzo attraverso il quale la libertà prende vita... e come è noto, più la legalità aumenta, meno libertà si respira.
EZIO = …sempre tenendo ben presente del potenziale delle nostre parole e della voglia di arrivare anche in quei luoghi a volte non familiari, spargendo il dubbio e la voglia di approfondire le tematiche e le idee da noi sostenute. Valutare ogni volta e prendere in considerazione vari aspetti del dove andare o non andare sono cose che naturalmente ci chiediamo.
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3) Purtroppo non sono mai riuscito a vedere Le Tormenta live, (maledizione!) qualcuno mi ha detto che solitamente preferite suonare giù dal palco....
ENRICO = Quando è possibile suoniamo sempre giù dal palco! Vuoi mettere l'emozione di stare in mezzo ai miei amici, piuttosto che su un alto e freddo piedistallo?!? il concerto come lo intendo deve essere un momento di felicità per tutti, compreso chi suona! Ezio però è il vero jolly delle tormenta, può esserci un palco da venti metri ma lui è sempre per terra, tant'è che a volte nella foga di suonare mi rendo conto di lui solo ad inizio e fine concerto! Oppure quando vola da una parte all'altra!
EZIO = VOLARE ! WOW! …non mi piace il palco, non mi va di “elevarmi” e se lo stare giù dal palco non crea casini con l’impianto (evitando quei fischi spacca orecchi) lo preferisco di gran lunga, la verità è che ancora sono sempre un po’ emozionato!! E poi il contatto con le persone, spesso Amici, riuscire a vedere gli occhi di chi ho di fronte, cantare assieme a loro,… è semplicemente grandioso! Devo RINGRAZIARE LeTormenta per queste magiche emozioni.
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4) Qualche esperienza significativa (positiva o negativa) vissuta andando in giro a suonare; qualcosa che vi ha dato entusiasmo, e qualcosa che invece vi ha fatto cadere le braccia...
ENRICO = Ricordi belli ne ho un'infinità! Felicità e gioia come raramente ho provato in vita! Però se devo sceglierne uno sicuramente è questo: Bolzano, io e Max Contrasto che cantiamo la stessa canzone e ci guardiamo negli occhi, tutta un'amicizia espressa con la potenza di uno sguardo. Un ricordo che si trova da allora in una parte speciale del mio cuore. Esperienze negative non me ne vengono in mente, forse perché le considero e le rivivo sempre con un'ottica "positivistica", fanno parte del vivere e se proprio devo prenderle in considerazione le considero fattori scatenanti di esperienze positive immediatamente successive.
EZIO = …”cadere le braccia…” proprio così, inizio da questa perché è proprio quello che mi succede quando ancora mi capita di vedere gente che a concerti punk-hc si accomodo in disparte sminuzza polverine, a me sconosciute, e a turno se la tiran su… ogni volta che capita (per fortuna non spesso...) mi cadono veramente le braccia. Non è per fare il moralista (lungi da me, sarei l’ultima persona…), ma proprio certe cose non le arrivo a capire, non vedo il nesso tra le cose che, in quel momento, mi circondano.
I piccoli tour fatti per adesso mi hanno sempre data emozioni incredibilmente forti ed intense, sarà lo stare assieme per tante ore, stretti in macchina, essere lontani da casa, vedere posti a volte incantevoli e conoscere sempre persone nuove spesso fantastiche o rivedere vecchi Amici, mi caricano tantissimo e rendono la tormenta sempre più forte!
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5) Sappiamo che LeTormenta sono una band profondamente legata ad istanze vegan ed eco-radicali, che si concretizzano in pratiche ed attività che esulano dalla dimensione strettamente musicale. Parlami del percorso che vi ha portato ad abbracciare lo stile di vita vegan e ad avvicinarvi alle tematiche eco-radicali...
ENRICO = Domanda tosta! Sono vegano da otto anni e devo la mia scelta alle discussioni che facevamo tra amici circa una decina di anni fa. Erano i primi passi nel mondo del punk e i primi contatti con valori quali rispetto, amicizia, amore/odio, libertà. Temi che nella testa di un ragazzino suonano grandi e smisurati, ai quali si cerca di dare un senso e un significato. Quello del veganesimo è stato un percorso per me importantissimo, che mi ha dato una sensibilità cui prima non ero abituato: come tutti ho ricevuto un'educazione "standard" nella quale certi fattori vengono totalmente esclusi. Di conseguenza, quando si vive in un mondo in cui tutto sembra andare storto, cercare di salvare e riportare indietro dal vortice quanta più vita possibile, e con ogni mezzo necessario, è ormai una pratica che fa parte del nostro quotidiano. Mantenere il rispetto e la libertà solo all'interno della musica non mi basta.
EZIO = Quasi come per caso, come noleggiare un film al solito distributore automatico… in una di quelle giornate piovose e fredde… mi sono fatto prestare alcune VHS da un amico. Quelle immagini mi hanno decisamente colpito e fatto cambiare vita. Da qui il cercar di vivere nel modo più vicino alle nostre idee (sempre in evoluzione) partendo, perché no, dal cibo (benzina del nostro corpo) e dalle piccole azioni quotidiane. Vedo nelLeTormenta il tirar le somme, il riunirsi di tutte le cose che faccio e che mi stanno a cuore, ogni canzone, un piccolo importante seme, pronto a dare frutti se caduto sul terreno giusto al momento giusto.
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6) ...e raccontatemi dell'iniziativa Food not Bombs a Forlì...
ENRICO = Da un po' di anni abbiamo avviato anche questa pratica, il recupero del cibo di scarto e la ridistribuzione di esso, ai concerti, alle cene benefit, alle persone per strada. È una pratica che nella sua ultima evoluzione ha trovato un nome buffo e coreografico ovvero IL VASCELLO VEGANO, il cui scopo è quello di cucinare cibo (in prevalenza di recupero ma anche no), venderlo a prezzi bassi e devolvere ogni ricavato a chi al momento ha più bisogno di aiuto (in prevalenza casse di solidarietà ai detenuti). Quella del recupero del cibo e più in generale del non spreco è una cosa che ormai da anni fa parte delle nostre vite, allargare tutto ciò e coinvolgere altre persone è stata una logica conseguenza, una conseguenza che se influenza una persona che si trova per strada e che non ha la possibilità di mangiare dona due gioie immense: una a tu che porti lui un sorriso, l'altra a lui che per una volta ha trovato una persona che gli è accanto... e garantisco che per entrambi i casi è una gioia grandissima.
EZIO = La cosa bella è vedere e sentire sempre più persone che ci contattano e ci chiedono informazioni per come fare, come iniziare un gruppo F.N.B. La pratica interessa! Presto (spero) sarà attivo un sito nazionale che fungerà da punto di riferimento per tutti, per essere più visibili. Ci sono tante cose che mi piacciono di F.N.B., la più profonda e toccante, per me che vivo a Forlì, è il vedere quanto cibo viene buttato ogni giorno… INPENSABILE…. in questa società si può mangiare benissimo (anche biologico) senza spendere neppure 1€ … basta farsi i contatti giusti… ed ancora una volta una pratica che ci fa cambiare vita. Il NONCONSUMO, a mio avviso la pratica più rivoluzionaria di adesso. A Forlì siamo ben organizzati, il VASCELLO VEGANO è ormai sempre in viaggio… e F.N.B. Romagna è spesso presente a momenti importanti come manifestazioni antimilitariste, e non solo… per l’agire sul territorio siamo, al momento, un po’ senza forze, il fatto è che stanno nascendo sempre nuove cose non meno interessanti.
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7) All'interno del mondo dell'ecologismo radicale esiste da tempo un dibattito legato alla validità o meno delle campagne di sensibilizzazione. Molti sostengono che l'azione diretta rimanga l'unica pratica efficace e coerente con gli obiettivi che il movimento si pone....
ENRICO = le due cose devono coesistere entrambe, però vista la natura dell' azione diretta le campagne di sensibilizzazione devono essere il più chiare possibile e non devono in alcun modo condannare l'azione diretta. Chi lo fa per me è meno che nulla. Con certe campagne si potranno anche avere leggi che prima o poi servano a qualcosa, per fare un' esempio calzante, ma l' immediatezza dell'azione diretta non ha eguali. È grazie a certe campagne che sono entrato a conoscenza di cose che non immaginavo nemmeno, atrocità indicibili e devastazioni irragionevoli. La logica conseguenza di questa conoscenza è una sola.
EZIO = Sono dell’idea di ENRICO, le campagne di sensibilizzazione sono utilissime per cercar di far capire alla massa di gente “ottusa” (la maggioranza, haimè) che ci sono dei problemi e troppo spesso molto grossi. Partiamo decisamente svantaggiati, la gente crede ai giornali e alla televisione, opporti a questo sembra impossibile, ma questo non ci deve impedire di provarci. La lotta contro il TAV in Val di Susa è sicuramente una grande lotta e resistenza che tuttora vive; l’agire in prima persona è quello che ognuno di noi può dare alla causa.
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8) I vostri testi sono bellissime poesie. Prova/provate a sintetizzarle in un'idea, un messaggio, un significato che le accomuna tutte...
ENRICO = ...un'unica emozione: l'amore. Tutto gira intorno ad esso, il gruppo, la mia vita il mio mondo. È il cuore delle tormenta e di ogni cosa faccio. Mi fa piacere se ad altri cuori quelle parole rendono un poco di calore. L'Unico Elemento è un disco dedicato a tutti coloro che sanno cosa vuol dire provare amore mentre Resést è una conseguenza di esso. Difficile pensare alla mia esistenza senza l'amore, smetterei di vivere.
EZIO = Non sono bravo a scrivere e penso che molti altri l'abbiano già fatto... e molto bene. Un paio di testi dell’ Unico Elemento sono poesie trovate in giro… ENRICO, con le sue, riesce a farmi venire la pelle d’oca... e di calore dentro ne sento un treno!
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9) La musica dei Letormenta è tesa, brutale, ipercinetica, ma trasuda amore e commuove... solitamente nell'h.c. militante, antagonista, a prevalere è un senso di odio, disgusto e crassa violenza, mentre nella vostra musica passano tutt'altri sentimenti e contenuti. Considerando che la volontà dell'h.c. è generalmente quella di comunicare e smascherare le menzogne del mondo, a volte si sottovaluta quanto sia importante non solo travolgere, ma anche commuovere l'ascoltatore, facendolo pensare a partire dalle emozioni, dai sentimenti... urlare le cose a volte è meno efficace che "sussurrarle": esse si fanno strada più facilmente tra le pieghe dell'anima....
ENRICO = La cruda verità sbattuta in faccia scivola di dosso come pioggia su un'impermeabile, e c'è da considerare che la maggior parte delle volte solo le persone stesse, di volontà propria, ad indossare l'impermeabile... preferisco insinuare il dubbio in altro modo, facendomi largo tra le pieghe dei vestiti, lasciando una piccolissima traccia nel cuore. Quando cerco di raccontare qualcosa provo a trasportare le stesse emozioni che hanno invaso anche me, nel momento in cui mi sono trovato faccia a faccia con esse. Provo a fare un esempio: in Resést c'è una canzone a cui sono particolarmente legato ovvero Inverno, Storia Del Gatto e Delle Oche. Quella canzone è il frutto di un'esperienza che mi è capitata veramente, in cui ho visto davvero i gatti le oche giocare insieme e in cui ho avuto una sorta di dialogo con un'altra persona. In quel momento l'atmosfera è cambiata, una sorta di magia ha permeato tutto e mi è sembrato di essere all'interno di una fiaba. Ho cercato di rendere il più possibile le sensazioni che mi attraversavano, anche se devo ammettere piuttosto goffamente, rispetto al ricordo che mi è rimasto dentro. Quella canzoni ha molteplici chiavi di lettura e ognuno sceglie quella che più si addice a se stesso. Mi piace lasciare varie porte aperte, di modo che il piccolo spunto che lancio possa condurre a luoghi e a riflessioni diverse. Questo è un po’ l'approccio che ho quando scrivo un testo, raccontare le mie esperienze: tutto quello che mi ha segnato può lasciare qualcosa anche ad altri, quindi ci provo.EZIO = Durante i concerti abbiamo la possibilità di avere tra le mani un microfono amplificato, le nostre parole possono essere sentite da tutti! Un momento per me molto importante è, tra una storia e l’altra, quelle poche parole per spiegarne al meglio il senso e la “morale”. Abbiamo diversi sensi a disposizione e saperli usare bene è un obbiettivo da perseguire per meglio farsi conoscere.
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10) Per un vegano esistono mille cose da evitare e da boicottare; consiglia/consigliate qualcosa che tutti, vegani e non vegani, militanti e non militanti, potrebbero, con un piccolo sforzo d'attenzione, fare per compiere un primo passo verso un'esistenza più consapevole e un consumo più rispettoso...
ENRICO = Esiste una cosa molto semplice ma allo stesso tempo molto complessa per capire certe relazioni, e non si tratta di smettere di mangiare certi alimenti o sceglierne altre piuttosto che alcuni. Il mio consiglio è semplicissimo: entrare in contatto con la natura. Può sembrare scontato ma in realtà è la cosa che a molte persone manca per scrollarsi di dosso l'impermeabile. Piantare dei semi e crescere con essi, diventare amico di un albero o giocare con le rondini e gli altri animali nei campi. Quando certe emozioni ti entrano sotto la pelle tutto il resto è solamente una conseguenza del rapporto che si è instaurato tra te le natura. E non basta più smettere di "consumare" certe cose per essere contenti, no si passa direttamente alla lotta per far cessare tutto quello che sta distruggendo la terra.
EZIO = Cazzo, dopo le parole di ENRICO tutto è banale e scontato… una delle cose che mi vengono in mente è quella di non smettere mai di confrontarsi con amici e magari gente mai vista prima e soprattutto di non demoralizzarsi di fronte a critiche, infatti ogni cosa, anche se apparentemente piccola, ha il suo peso.
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11) Progetti musicali e non all'orizzonte....
ENRICO = Con LeTormenta abbiamo un altro paio di split da preparare, uno in tempi brevi con i Gargantha, uno in tempi non brevi con i nostri fratelli Contrasto. Del resto stiamo realizzando i pezzi che faranno parte del secondo lp, ed è un lavoro piuttosto lungo perché stiamo realizzando un sorta di libro, una favola che stiamo "musicando" a modo nostro. Un progetto che già ora ci sta regalando grandi emozioni! Ma ancora ci vorrà del tempo! Del resto la mia vita in questo periodo si è trovata ad una sorta di svolta, sto facendo progetti ma sono per lo più da un giorno all'altro, o tuttalpiù da una stagione all'altra... non mi piace pianificare o studiare tutto a tavolino! Vivo secondo il ritmo della natura, giorno per giorno!

12) E per finire: il vostro piatto vegan preferito! (con eventuale ricetta, ovviamente!...)
ENRICO = Non ho un piatto preferito rispetto ad altri, però citerò una pietanza con cui ho un rapporto di amore/odio... amore perché se fatto bene è veramente buono, odio perché è pesante e ogni volta che lo mangio resto paralizzato per tutto il resto della giornata!!!! spaghetti alla carbonara!!! soffritto di cipolla, tofu sbriciolato a mano (o panna vegetale), seitan a cubetti (meglio se affumicato) e mezzo cucchiaio di curcuma... il tutto rosolato in padella. Assicuro che è buonissimo ma di una pesantezza unica... infatti sarà almeno un anno che non li mangio!!! Molto bene, domani spaghetti alla carbonara!
EZIO = OLE’- FALAFEL (i + buoni byVero&Family) Ingredienti: Ceci (400 g), 1 Cipolla tritata, Prezzemolo (1 mazzo tritato), 2 Spicchi d'aglio, 2 cucchiai di Cumino, 1 cucchiaio di Coriandolo macinato, Olio per friggere, Pepe (un pizzico), Sale.
Preparazione: Scolare e togliere le bucce ai ceci dopo averli lasciati in ammollo per 24 ore. Trasferire nel frullatore i ceci, la cipolla, l'aglio, il prezzemolo, il coriandolo (semi) macinato, il cumino, un pizzico di pepe e il sale; frullare per 20 secondi fino ad ottenere un impasto fine ed omogeneo. Lasciare riposare in frigo per 1 ora. Con il composto formare quindi, delle polpette medie e dorarle nell'olio bollente, girandole dolcemente, per 4 minuti circa. Quando le polpette sono ben colorite toglietele e asciugatele con la carta assorbente.
Presentazione: I falafel vanno serviti a scelta caldi o freddi su un letto di verdura, oppure su del pane tostato con verdure e HUMMUS*. Consiglio: quando non si riesce a formare le polpette perché il composto risulta troppo liquido e non compatto, si può aggiungere un pò di farina.
* = HUMMUS! Ingredienti: Ceci secchi 250 g., 2 Spicchi d'aglio o di +, 2 cucchiai di Tapina, 1 limone, un mazzetto di prezzemolo, Peperoncino e/o paprica, 2 cucchiai di Olio do oliva, Sale. Preparazione: Mettere i ceci nell'acqua la sera prima, la mattina scolateli e trasferiteli in una pentola con dell'acqua in ebollizione. Lasciate cuocere a fuoco lento per 45 minuti e scolateli. Mettere nel frullatore i ceci, la tahina, il succo di limone, i spicchi d'aglio pestato, se neccerario dell'acqua, e il sale; frullare a bassa velocità per 30 secondi fino ad ottenere un composto omogeneo abbastanza denso.

[Free music for punx]
LE TORMENTA – L’unico elemento (D.I.Y. cd – 2004)
Il primo, grande album dei LeTormenta: booklet, atrwork e testi inclusi.

The first, amazing, album of the italian earth-grind band! With booklet, artwork and lyrics.
Tracklist: 1. I quattro elementi [1:15] 2. Amore nero [3:39] 3. Il ricordo [2:24] 4. Fuoco e tempesta [3:24] 5. Speranza morta nel tempo [2:34] 6. La lettera [1:06] 7. Le urla [3:01] 8. La luna [2:35] 9. Morire [2:54] 10. Storia del violino e delle rose [3:53] 11. Febbraio ’94 [3:44] 12. L’unico elemento [0:33].

>>> Download Le Tormenta “L’unico elemento” album + art (.rar – 70 mb.)

25/01/08

[Free music for punx]
GREYSKULL (death-crust from Kapowsin, WA / U.S.A.)
[Puj] E’ vero quello che dico sempre: cioè che la grande musica cresce sugli alberi (ed è lì da cogliere). Un bel po’ di tempo fa acquistai alla distro di Luca (Produzioni Sante, dischi divini / garanzia di qualità) l’ultimo 10” della sua immensa band (i Santantonio, death metal benedetto e ormai tumulato). Come regalino, Luca mi diede questo spartano cd-r in bustina con booklet fotocopiato col culo, garantendomi che, malgrado le apparenze, avrebbe sollazzato i miei padiglioni auricolari. E li sollazzò realmente! Non ho scovato molte notizie a proposito dei Greyskull, novelli discepoli di Skeletor: si tratta di una band forse scioltasi, forse no, e comunque di molto underground e di molto D.I.Y. che suona il migliore impasto tra crust, death ed epic metal che si possa immaginare, con testi che trattano di tematiche complesse (veganesimo, omosessualità, lavoro) in modo intelligente e sensibile. I testi, cazzo! Prima traccia, il titolo suona più o meno “Come se l’ignoranza potesse restituire l’innocenza”: toccante tentativo di parlare di veganesimo da una prospettiva nuova e profondamente umana; il testo dice che “i nostri cuori diventano pietra per sopravvivere agli orrori della realtà”, e che ci dimentichiamo, perché ci consola, il vero significato delle parole, rifiutando di accettare, immersi come siamo nella melassa del quotidiano sopravvivere, che “tutte le nostre azioni hanno conseguenze reali”.
Seconda traccia, titolo: “Quando usi la parola gay come peggiorativo mostri di essere un fottuto idiota”; l’autore commenta: “Se vogliamo utilizzare il linguaggio per esprimere noi stessi, per tradurre il marasma dentro le nostre teste e far sì che le altre persone ci capiscano realmente, forse allora le specifiche parole che usiamo per esprimere una cosa dovrebbero veicolare dei pensieri. Nega la tua omofobia quanto vuoi, ma se usi la parola omosessuale per denigrare qualcosa/qualcuno, tu crei l’impressione di pensare realmente che omosessuale sia una cosa negativa”. Il testo spiega che anche le “piccole parole” contribuiscono a modificare ciò che di stupido e scontato c’è nella cultura dominante: malgrado ciò che abitualmente crediamo, l’uso del linguaggio ha forti responsabilità nel plasmare la realtà che ci circonda e l’immaginario delle persone. Un linguaggio stupido avvalora stupidi pregiudizi.
Concludo col terzo brano, “Il risultato di quattro anni di lavoro temporaneo”, amarissima riflessione sul lavoro salariato: “Vendere il nostro sangue per soldi, a cottimo… Io farò ciò che devo fare per riappropriarmi di me stesso… il risultato finale di quattro anni della mia vita è: non ho niente”. Fantastico. 5 tracce, 15 minuti: stage diving obbligatorio, anche se soli in casa. Let’s go.

GREYSKULL – Cd-r (d.i.y. 200?)
Tracklist: 1. As if relinquishing control could somehow bestow innocence [3:05] 2. When you use the word “gay” as a pejorative you sound like a big fucking idiot [2:31] 3. The end result of four years of temporary labor [2:56] 4. Heavy heart fed poison basking in the glow [0:51] 5. Rainbow glitter unicorn vs. Rambo nuclear uniform [4:36].

>>> Download Greyskull cd-r + booklet (.rar – 19,5 mb.)

24/01/08

[Free books for punx]
Gruppo Krisis - MANIFESTO CONTRO IL LAVORO (Derive/Approdi 2007)
"Un cadavere domina la società: il cadavere del lavoro. Tutte le potenze del pianeta si sono alleate per difendere questo dominio: il Papa e la Banca mondiale, Tony Blair e Jörg Haider, D’Alema e Berlusconi, sindacati e imprenditori, ecologisti tedeschi e socialisti francesi. Tutti costoro conoscono soltanto una parola d’ordine: lavoro, lavoro, lavoro! Chi non ha ancora del tutto disimparato a pensare si rende facilmente conto che questa posizione è del tutto infondata. Infatti la società dominata dal lavoro non sta vivendo una crisi passeggera, ma si scontra con i suoi limiti assoluti. In seguito alla rivoluzione microelettronica, la produzione di ricchezza si è sempre più separata dall’utilizzo di forza-lavoro umana in una misura che fino a pochi decenni fa era immaginabile soltanto nei romanzi di fantascienza. Nessuno può seriamente affermare che questo processo possa fermarsi o addirittura essere invertito. La vendita della merce "forza-lavoro" nel XXI secolo sarà tanto ricca di prospettive quanto nel XX la vendita di diligenze. Ma chi in questa società non riesce a vendere la sua forza-lavoro è considerato "superfluo" e finisce nelle discariche sociali. Chi non lavora non mangia! Questo cinico principio è tutt’oggi in vigore, anzi, oggi più che mai proprio perché sta diventando del tutto obsoleto. È assurdo: mai la società era stata una società del lavoro come in quest’epoca in cui il lavoro è stato reso superfluo. Proprio nel momento della sua morte, il lavoro getta la maschera e si rivela come una potenza totalitaria, che non tollera nessun altro dio al di fuori di sé. Il lavoro determina il modo di pensare e di agire fin nelle minime pieghe della vita quotidiana e nei più intimi recessi della psiche. Non ci si ferma dinanzi ad alcuno sforzo pur di allungare artificialmente la vita all’idolo "lavoro". L’ossessiva richiesta di "occupazione" giustifica quella distruzione delle condizioni naturali di vita di cui da tempo siamo consapevoli. Gli ultimi ostacoli alla totale commercializzazione di ogni relazione sociale possonoessere spazzati via senza remore se c’è in vista qualche misero "posto di lavoro". E l’idea che è meglio avere un lavoro "qualsiasi" piuttosto che non averne nessuno è ormai diventata una professione di fede imposta a tutti. Quanto più è evidente che la società del lavoro è veramente giunta alla fine, tanto più violentemente questo fatto viene rimosso dalla coscienza collettiva. Per quanto diversi siano i metodi di rimozione, hanno pur sempre un denominatore comune: il dato di fatto, valido globalmente, che il lavoro si sta rivelando un fine in sé irrazionale e ormai obsoleto, viene ridefinito con ostinazione maniacale come il fallimento di individui, di imprese o di «siti produttivi». Il limite oggettivo del lavoro deve apparire come un problema soggettivo degli esclusi. Se per gli uni la disoccupazione è la conseguenza di pretese eccessive, di scarso impegno e scarsa flessibilità, gli altri rimproverano ai «loro» manager e politici incapacità, corruzione, avidità o tradimento del «sito produttivo». (E in fin dei conti sono tutti d’accordo con l’ex Presidente tedesco Roman Herzog: «Occorre che, per così dire, una “scossa” attraversi il paese, come se si trattasse di dare nuovi stimoli a una squadra di calcio o nuove motivazioni a un gruppuscolo politico. Tutti devono “in qualche modo” remare più forte, anche se da tempo non ci sono più remi, tutti devono darsi da fare, anche se non c’è più niente da fare, e ormai ci si può dedicare soltanto ad attività insensate»). Il messaggio sottinteso di questa cattiva novella non si presta a equivoci: chi nonostante tutto non gode del favore dell’idolo «lavoro» se la deve prendere con se stesso, e può essere espulso o escluso senza scrupoli di coscienza".

[Puj] [A firma di un gruppo di teorici tedeschi che da oltre vent'anni si occupa di queste tematiche sulla rivista Krisis, il "Manifesto contro il lavoro" è una lucida analisi della sovrapposizione esistente tra sistema capitalistico e mercato del lavoro nella nostra società: l'uno alimenta l'altro, l'uno detta regole all'altro. La cattiva salute del mercato del lavoro, ormai cronica, alla quale la politica cerca di ovviare da decenni attraverso provvedimenti sempre più disperati, è, per gli autori del libro, segno diretto della decadenza del sistema capitalistico. Tuttavia, nessuno sembra accorgersene: da destra e da sinistra, tutti rincorrono il mito della piena occupazione, del lavoro per il lavoro, anche dove il lavoro non c'é. Il testo scaricabile è stato tradotto e pubblicato lo scorso anno da Derive/Approdi, insieme ad altri testi del gruppo Krisis, nel volume omonimo.]

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Sulle stesse tematiche:

21/01/08

[Free 'zines for punx]
RABIA 'ZINE from MEXICO: Nuestra rabia convertida en estrategia!
[Sarta] Y Que viva Mequico! Per i Kalashnikov il Messico è sempre stato un terreno fertile di cellule DIY, pronte a qualunque tipo di collaborazione, nel sacro nome della rovina hc. Come non ricordare la mitica Radio Manifesto di Querétaro o la Kuthre Deley Records di Monterrey? Da quelle parti band o collettivi antagonisti crescono come funghi e non è difficile imbattersi in qualche pazzo che ti propone di spedirti i dischi del suo gruppo, spesso registrati a cazzo e con la copertina fatta con la biro. Un bel giorno, quasi per caso, mi sono ritrovato in casa diversi numeri di questa interessantissima 'zine di controcultura e propaganda rivoluzionaria proveniente dalla polverosa cittadina di Juventino Rosas. Il suo titolo è "Rabia" ed il sottotitolo è una vera dichiarazione d'intenti: "Nuestra Rabia convertida en estrategia"! Rabia supporta i movimenti anarchici e zapatisti che sembrano essere piuttosto attivi nell'area a nord del mostruoso agglomerato urbano Città del Messico. Inoltre non è raro che allegato alla 'zine ci siano cd di musica e poesie dedicate alla causa rivoluzionaria.
Il numero 16, risalente al 2005, è interamente dedicato alla causa del femminismo: uscito proprio in concomitanza con il 25 novembre, data della Commemorazione Internazionale contro la violenza sulle donne, contiene diverse cose interessanti, a partire dall'articolo di apertura che recita "Es posible un anarquismo de mujeres?" per proseguire poi con dei consigli sulle pillole contraccettive e un saggio intitolato "Anarcofemminismo". Pensate un po': sullo sfondo di questi due articoli compaiono delle immagini tratte dal libretto del nostro "Romantic songs of dissidence"! Quel disco ci è sempre stato molto richiesto da quelle parti, probabilmente grazie alla propaganda selvaggia di Radio Manifesto di Querètaro: miracoli del DIY!
Proseguendo a sfogliare la 'zine troviamo un'interessante parte storica, dedicata al ricordo di alcuni personaggi femminili, da Flora Tristan ad Emma Goldman, che negli ultimi due secoli hanno contribuito a liberare il gentil sesso dal giogo della millenaria cultura patriarcale e maschilista: donne di tutto il mondo, siate grate a queste compagne, la vostra libertà è anche frutto dei loro sforzi! La 'zine si chiude con un ciddì-compilation intitolato "Recopilacion internacional female punk": 32 canzoni di altrettanti gruppi in cui militano gentili donzelle. Cosa assai curiosa, assieme a nostre vecchie conoscenze come i Cojoba da Puerto Rico, i Petrograd dal Lussemburgo e i francesi La Fraction, compaiono ben due bands con il nome Kalashnikov: una, ovviamente, siamo noi con la nostra "L'inverno di Lisa"; l'altra sono i Kalashnikov danesi con una canzone dal titolo "Schlusters Kabinet"! Wow!
Qui sotto trovate scaricabili il numero 16 di Rabia in pdf e la compilation allegata: fate partire il download selvaggio...

>>>Download "Rabia 'zine n.16" (file .pdf - 13mb)
>>>Download "
Recopilacion internacional female punk" (file .rar - 69 mb)

09/01/08

[Free music for punx...]
KATALOGO ZONORO II - Diy compilation from Perù and Germany!
[Sarta] Ah, le compilation DIY, una delizia per le mie orecchie logore! Specie quando vengono da terre lontane come il Perù...Quella che vedete qui a fianco è una vecchia produzione peruviano-teutonica ad opera della Entes Anomicos Records. Dietro a questo nome si celano Carlos Palacios e Doro Frank, due nostri vecchi amici che conoscemmo ai tempi di "Romantic songs of Dissidence". La loro storia, se solo non fosse vera, sarebbe la più prevedibile delle sceneggiature da film d'amore: lui, nato in Perù e lei, in Germania, si conoscono durante una vacanza e...Zam!!! Scatta la scintilla e la loro vita cambia per sempre. Ora i due vivono insieme in terra teutonica e, credo, continuano a gestire la loro piccola etichetta: un'altra testimonianza del potere miracoloso del DIY, in grado di unire le anime inquiete ai quattro angoli del globo e riscattarle dalla loro solitudine! Beh, tornando a noi, la compilation che trovate qui scaricabile si intitola un po' enigmaticamente "Katalogo Zonoro II", presumo per fare il verso ai samplers delle case discografiche del mercato ufficiale che noi tutti odiamo. La particolarità di questa comp, se non ricordo male datata 2002, è che contiene molte bands con voci femminili e che anticipa alcune sonorità che saranno poi ampiamente sdoganate dall'emo, che sarebbe diventato un fenomeno mainstream di lì a poco. Noi compariamo con la nostra "Suburban Drama"...beh, che altro dire? Lunga vita alle compilation peruviane!

>>>Download "Katalogo Zonoro II" (file .rar - 66 mb)