Un tranquillo week-end di sottocultura (in Valcamonica).
[Puj] E’ sabato primo dicembre e dobbiamo andare a suonare al
Festival dell’Autoproduzione del Centro di Aggregazione Giovanile di Pisogne, in Valcamonica!
Ci svegliamo alla mattina che già siamo in panne, perché la sera prima abbiamo
gozzovigliato in Villa Occupata per il compleanno di Melissa! Cena vegan
sull'orientale, con sushi, involtini vietnamiti, saké caldo ed altre
prelibatezze per noi gente sofisticata. Poi abbiamo fatto una sorpresa a
Melissa, che è una grande appassionata (forse l’unica) di country bluegrass: ci
siamo travestiti da bifolchi del Kentucky ed abbiamo improvvisato qualche pezzo
di musica yankee retrograda per farci deridere. Poi, si sa, un pezzo tira
l’altro, e ci siamo trovati fino alle due del mattino a strimpellare come
ossessi sdraiati sulla moquette.
Pisogne è lassù sulle montagne (a 200 m. sul livello del mare), quindi partenza prevista con cauto anticipo alle due e mezza del
pomeriggio, per poter sbagliare strada almeno due/tre volte. Costeggiando il
lago d’Iseo, immersi in una cortina di nebbia e silenzio, imbocchiamo una
strada chiusa (un grande classico dei Kalashnikov), poi torniamo indietro e
imbocchiamo la strada giusta, una provinciale altamente deprimente che ci porta
dritti al KAG, che sorge in una specie di edificio spazzatura, in stile architettonico discount. E’ sorprendente quanto questo luogo sia brutto! Brutto fuori ma
bello dentro: anche la gente è molto bella, e ci accoglie come meritiamo, a
suon di aperitivi con la cannuccia e pop-corn unti. Il Dani degli Ebola si è
sbattuto come un pazzo per organizzare questa festa dell’autogestione a
Pisogne, in questa provincia dura che non lascia scampo: e lo sbattimento lo ha
premiato perché l’atmosfera è di quelle giustissime.
Alle cinque e mezza attacca il primo gruppo, i Rauchers,
che si rivelano un poderoso gruppo di h.c. cinico alla maniera dei nostri
antenati. Il cantante é sufficientemente allucinato per inchiodare l’attenzione
del pubblico al palco, esegue movenze schizoidi con gran precisione: promosso a pieni voti. Seguono le Fiele, tre amiche, che, per noi,
sono già il gruppo punk dell’anno. Giuditta (chitarra/voce) è un animaletto da
palcoscenico, con la sua canotta slargata e l’impressione di non aver alcun
autocontrollo su se stessa; Viola è tutto il contrario,
ha un non so che di aristocratico e un eleganza da signora d’altri tempi. Poi
c’è Kris che sembra scivolata alla batteria da un altro pianeta. Non so quanto
questa magia durerà, ma per ora Milano ha le sue eroine punk!
Nel bel mezzo del concerto il Dani ha inserito la proiezione di un video più un eventuale dibattito: giusto! Un festivalino senza dibattito non è serio! Il video è quello che tutti ben conosciamo, che traccia la storia dell’occupazione del Virus, lo storico spazio gestito dai punx nella Milano degli anni '80, ma a sorpresa, in fondo è stata montata una nostra intervista, fatto che ovviamente causa ilarità. Dopo il video interveniamo io e Sarta, saliamo in cattedra, enunciamo le nostre teorie su autogestione etcetc... riscuotendo ovazioni e pernacchie.
Marky ci presenta con soddisfazione l’ultima uscita
discografica degli Ebola, il 7” pollici split con i Grumo. Alcune copie sono
state impreziosite da macchie di sangue dello stesso Marky. C’è anche la
versione self-service: prendi la lametta usa e getta, ti seghi le carni e fai da te. Modi però si fa servire da Marky, il quale gli deturpa il braccio con un rasoio Bic finché non esce, copioso, del sangue...
C'è chi si diverte molto... e chi non si diverte affatto. |
Seguono poi Modi, Ernesto e Lara, i grandi Intothebaobab da Bologna. I Baobab sono unici e hanno un sound rutilante: i frizzantissimi riff di basso di Modi e i walzerini punk in pieno stile emiliano-romagnolo fan ballare tutti quanti. Evviva!
Noi facciamo il nostro
dovere e suoniamo due ore mentre la gente ci prende a pugni e a schiaffi come
di consueto. Tra abbracci, scivoloni e rovine varie finiamo il nostro set sudati
come lombrichi e ci concediamo ai complimenti di alcune persone drogate, molto felici per il concerto. Ma non è finita: salgono a sorpresa gli
Ebola! Marky è sulla luna e la cacofonia merdosa che esce dalla chitarra
scordata che gli ho prestato è per lui il canto degli angeli nei campi
elisi. E infine: la trash! E così diamo
spettacolo ballando come dervisci impazziti che girano sulle spine
dorsali al suono di cavigliere del Katakali (Battiato) alcuni classici della
musica del passato, di quando andava di moda usare il tedesco nei titoli delle canzoni, come Ein, zwai, polizei di Mo-do e Tanz Bambolina di Alberto
Camerini (con il quale suonammo nel 2004!). Modi interpreta il ballo a
modo suo e si tuffa contro un materasso di sicurezza che avvolge una colonna,
inzaccherando di fango e merda il ridicolo maglione andino che ha addosso.
Sarta si diverte. |
Loky è stanco e si riposa. Ma è in divieto di sosta. |
anche a me piace il bluegrass
RispondiEliminaVolevo precisare che le tracce di sangue sul 7 pollici sono anche le mie (si possono distinguere perchè il mio snague è più denso rispetto a quello del marchi per colpa degli anticoagulanti). In ogni caso satana benedica i kalashnikov uno dei pochissimi gruppi (l'unico?) che scrive ancora i report!
RispondiEliminaGrazie ancora paladini del punk.
dani