AA.VV. - Ecofemminismo: piccolo manuale di anti-apocalisse ambientale.
[Pep] Se un drastico smarrimento della coscienza ambientale caratterizza l'Italia di oggi, ormai pronta al ripristino del nucleare e ad un felice e salutare avvenire radioattivo, il Kalashnikov Collective Headquartrer ritiene utile dotare i suoi lettori di un kit essenziale di testi che costituiscano una bussola minimale, ma efficace, per orientarsi nell'odierno mare magnum del dibattito sui temi ecologici, approcciandoli da un punto di vista che si caratterizza per la sua puntualità e la sua profondità di visione: quello eco-femminista.
Indipendentemente dal giudizio che si voglia formulare sulle varie posizione teoriche espresse da questo filone di pensiero è innegabile che cogliere, sulla base della sua straordinaria elaborazione intellettuale, le radici androcratiche delle dinamiche speciste e naturiste equivale a porre in essere un riconoscimento ed una critica della loro genesi ed architettura effettive, in vista di uno smantellamento radicale e non soltanto apparente.
E' per questo motivo che la nostra antologia si apre con un testo (“Il Verde Paradiso Perduto: appunti su Ecofemminismo e Animalismo” 2009) di Silvana Castignone, nota filosofa del diritto, nel quale viene delineata la ragion d'essere del pensiero ecofemminista, nonché la sua specificità rispetto ai vari filoni della cultura ecologista con particolare riferimento alla “Deep Ecology” teorizzata dal filosofo norvegese Arne Naess.
Segue lo storico ecomanifesto (“La dea della natura e della spiritualità”1991) di Riane Eisler, la celebre studiosa femminista statunitense autrice de “Il calice e la spada”, in cui vengono individuate le radici storiche delle prospettive ecofemministe nel passato matrifocale dell'umanità, remoto quanto occultamente persistente, le prove della cui esistenza, antecedente alle civiltà patriarcali, sono state poste in luce dalla imprescindibile opera dell'archeologa lituana Marija Gimbutas.
E proprio con un testo che delinea il percorso intellettuale di quest'ultima completiamo il manifesto di Eisler: “Dalla Lituania alla Grecia: Marija Gimbutas”, decimo capitolo di “Oscure madri splendenti”(2007), il libro in cui Luciana Percovich, ricercatrice alla Libera Università delle Donne e tra le più raffinate conoscitrici italiane della Feminist Spirituality, approfondisce le radici pre-patriarcali del sentire religioso.
Segue uno scritto (“La Madre del mondo: configurazioni del femminile e pensiero ecologico”2009) in cui Vilma Baricalla, storica della filosofia e grande filosofa ambientale, delinea le varie configurazioni del femminile nella tradizione culturale occidentale e non, con riferimento ai rapporti tra queste ultime e la coscienza ambientale.
La nostra antologia non può evitare di includere qualche bagliore della visionarietà sfrenata di Mary Daly: della studiosa statunitense da poco scomparsa, prima teologa cattolica ribelle e poi militante lesbo-femminista radicale, comunemente giudicata l'esponente di maggior rilievo della riflessione spirituale femminista post-cristiana, proponiamo il quarto capitolo (“Il quinto elemento e la quinta direzione”) di uno dei suoi recenti capolavori teorici: “Quintessenza. Realizzare il Futuro Arcaico. Un manifesto femminista elementale radicale” (1998). L'autrice de “La chiesa e il secondo sesso” vi mette a fuoco con straordinaria profondità di visione i paradigmi culturali delle religioni patriarcali, colti nelle loro connessioni con i più recenti ed allarmanti scenari di manipolazione bio-tecnologica del vivente, che costituiscono il nostro presente ed il nostro (forse) inesorabile futuro.
A completamento dell'antologia includiamo un'efficace messa a fuoco concettuale della problematica dell'animalità e dei suoi diritti ad opera della pensatrice bioetica Luisella Battaglia (“Umanità e animalità: oltre la morale dell' appartenenza di specie”2009), ponendoci nella prospettiva ineludibile indicata dalle parole della filosofa femminista Avital Ronell: “...se il femminismo significa qualcosa, deve essere un' invocazione, un' inflessibile invocazione di giustizia. Finchè continua ad escludere alcune persone, gli animali e persino le piante...non manterrà la sua promessa...”. Non crediamo che esistano parole più vere.
Indipendentemente dal giudizio che si voglia formulare sulle varie posizione teoriche espresse da questo filone di pensiero è innegabile che cogliere, sulla base della sua straordinaria elaborazione intellettuale, le radici androcratiche delle dinamiche speciste e naturiste equivale a porre in essere un riconoscimento ed una critica della loro genesi ed architettura effettive, in vista di uno smantellamento radicale e non soltanto apparente.
E' per questo motivo che la nostra antologia si apre con un testo (“Il Verde Paradiso Perduto: appunti su Ecofemminismo e Animalismo” 2009) di Silvana Castignone, nota filosofa del diritto, nel quale viene delineata la ragion d'essere del pensiero ecofemminista, nonché la sua specificità rispetto ai vari filoni della cultura ecologista con particolare riferimento alla “Deep Ecology” teorizzata dal filosofo norvegese Arne Naess.
Segue lo storico ecomanifesto (“La dea della natura e della spiritualità”1991) di Riane Eisler, la celebre studiosa femminista statunitense autrice de “Il calice e la spada”, in cui vengono individuate le radici storiche delle prospettive ecofemministe nel passato matrifocale dell'umanità, remoto quanto occultamente persistente, le prove della cui esistenza, antecedente alle civiltà patriarcali, sono state poste in luce dalla imprescindibile opera dell'archeologa lituana Marija Gimbutas.
E proprio con un testo che delinea il percorso intellettuale di quest'ultima completiamo il manifesto di Eisler: “Dalla Lituania alla Grecia: Marija Gimbutas”, decimo capitolo di “Oscure madri splendenti”(2007), il libro in cui Luciana Percovich, ricercatrice alla Libera Università delle Donne e tra le più raffinate conoscitrici italiane della Feminist Spirituality, approfondisce le radici pre-patriarcali del sentire religioso.
Segue uno scritto (“La Madre del mondo: configurazioni del femminile e pensiero ecologico”2009) in cui Vilma Baricalla, storica della filosofia e grande filosofa ambientale, delinea le varie configurazioni del femminile nella tradizione culturale occidentale e non, con riferimento ai rapporti tra queste ultime e la coscienza ambientale.
La nostra antologia non può evitare di includere qualche bagliore della visionarietà sfrenata di Mary Daly: della studiosa statunitense da poco scomparsa, prima teologa cattolica ribelle e poi militante lesbo-femminista radicale, comunemente giudicata l'esponente di maggior rilievo della riflessione spirituale femminista post-cristiana, proponiamo il quarto capitolo (“Il quinto elemento e la quinta direzione”) di uno dei suoi recenti capolavori teorici: “Quintessenza. Realizzare il Futuro Arcaico. Un manifesto femminista elementale radicale” (1998). L'autrice de “La chiesa e il secondo sesso” vi mette a fuoco con straordinaria profondità di visione i paradigmi culturali delle religioni patriarcali, colti nelle loro connessioni con i più recenti ed allarmanti scenari di manipolazione bio-tecnologica del vivente, che costituiscono il nostro presente ed il nostro (forse) inesorabile futuro.
A completamento dell'antologia includiamo un'efficace messa a fuoco concettuale della problematica dell'animalità e dei suoi diritti ad opera della pensatrice bioetica Luisella Battaglia (“Umanità e animalità: oltre la morale dell' appartenenza di specie”2009), ponendoci nella prospettiva ineludibile indicata dalle parole della filosofa femminista Avital Ronell: “...se il femminismo significa qualcosa, deve essere un' invocazione, un' inflessibile invocazione di giustizia. Finchè continua ad escludere alcune persone, gli animali e persino le piante...non manterrà la sua promessa...”. Non crediamo che esistano parole più vere.
>>> Download Antologia Ecofemminista in .pdf [ITA] (.rar - 45 mb.)
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