Mattina. Ci apprestiamo a vivere la nostra giornata da turisti nell’attesa di sapere qualcosa in più in merito al secret show di questa sera. Andiamo a fare colazione in un self-service in cui è difficile capire se le pietanze sono dolci o salate. Puj, per non sbagliare, pensa bene di iniziare la giornata con un trancio di salmone, panna acida e purè. Annalisa sorseggia un kompot (una specie di brodo di frutta, torbido e dolce) e Dino degusta una brioche ripiena di funghi e patate. Entriamo poi in un negozio di dischi usati mezzo disastrato, specializzato nella vendita di materiale pornografico. Sugli scaffali, troviamo dei buffi prodotti della discografia illegale russa: cd di mp3 che contengono la discografia completa di varie bands. Dino acquista per 50 rubli (1 euro) la discografia completa dei Satyricon da regalare a Son of Satan Sarta.
Ah, la Nevskij Prospekt! Appassionati di letteratura russa quali siamo non possiamo esimerci da una passeggiata lungo la celebre via principale di San Pietroburgo, la città che fu lo scenario del capolavoro del maestro Fëdor Mikhailovič Dostoevskij, l’immortale “Delitto e Castigo”. Cinque chilometri di prospettiva Nevskij a piedi, sotto un sole cocente, vestiti da esploratori polari, saranno il nostro personale castigo per un delitto mai commesso. A parte la stanchezza e il caldo, la città ci sembra bellissima: canali, palazzi d’epoca, chiese ortodosse e proto-pizzerie all'italiana. Alle 17, ora del tè, ci infiliamo in un bar con Szarapow e ci rifocilliamo con una bella birra alla banana (specialità del luogo). L’amico russo, a sorpresa, estrae una scacchiera e sfida i Kalashnikov al nobile, antico giuoco degli scacchi. Szarapow non è Kasparov, ma ugualmente spazza via in poche mosse il collettivo, in un’epica partita che vede protagonisti i tre cervelli di Rissa, Puj e Sarta, unitisi nell’occasione a formarne uno solo.
A questo punto, squilla il cellulare di Puj: è lo squatter con i dreadlocks. Concerto confermato. Appuntamento alle 20.00 davanti all’ostello. Con le stimmate ai piedi evitiamo di percorrere al contrario la via Crucis e optiamo per l’autobus. L’ennesimo castigo: questo servizio di sauna ambulante a basso costo, gentilmente offerto dall’amministrazione comunale di San Pietroburgo, è davvero efficiente, ma noi pensavamo solo di aver preso un cazzo di autobus. Per percorrere poco più di 3 Km., stipati all’inverosimile, a temperature equatoriali, impieghiamo un’ora. Il simpatico mezzo arranca a passo d’uomo imbottigliato in un traffico fantascientifico. Ad aggiungere disagio, c’è la bigliettaia: una babushka di novant’anni, che spietata si muove nella calca a riscuotere le somme dei biglietti. Il fatto che una vecchina sia costretta alla sua età a lavorare, e a fare questo tipo di lavoro, ci fa supporre che il welfare russo non funzioni ottimamente…
Ah, la Nevskij Prospekt! Appassionati di letteratura russa quali siamo non possiamo esimerci da una passeggiata lungo la celebre via principale di San Pietroburgo, la città che fu lo scenario del capolavoro del maestro Fëdor Mikhailovič Dostoevskij, l’immortale “Delitto e Castigo”. Cinque chilometri di prospettiva Nevskij a piedi, sotto un sole cocente, vestiti da esploratori polari, saranno il nostro personale castigo per un delitto mai commesso. A parte la stanchezza e il caldo, la città ci sembra bellissima: canali, palazzi d’epoca, chiese ortodosse e proto-pizzerie all'italiana. Alle 17, ora del tè, ci infiliamo in un bar con Szarapow e ci rifocilliamo con una bella birra alla banana (specialità del luogo). L’amico russo, a sorpresa, estrae una scacchiera e sfida i Kalashnikov al nobile, antico giuoco degli scacchi. Szarapow non è Kasparov, ma ugualmente spazza via in poche mosse il collettivo, in un’epica partita che vede protagonisti i tre cervelli di Rissa, Puj e Sarta, unitisi nell’occasione a formarne uno solo.
A questo punto, squilla il cellulare di Puj: è lo squatter con i dreadlocks. Concerto confermato. Appuntamento alle 20.00 davanti all’ostello. Con le stimmate ai piedi evitiamo di percorrere al contrario la via Crucis e optiamo per l’autobus. L’ennesimo castigo: questo servizio di sauna ambulante a basso costo, gentilmente offerto dall’amministrazione comunale di San Pietroburgo, è davvero efficiente, ma noi pensavamo solo di aver preso un cazzo di autobus. Per percorrere poco più di 3 Km., stipati all’inverosimile, a temperature equatoriali, impieghiamo un’ora. Il simpatico mezzo arranca a passo d’uomo imbottigliato in un traffico fantascientifico. Ad aggiungere disagio, c’è la bigliettaia: una babushka di novant’anni, che spietata si muove nella calca a riscuotere le somme dei biglietti. Il fatto che una vecchina sia costretta alla sua età a lavorare, e a fare questo tipo di lavoro, ci fa supporre che il welfare russo non funzioni ottimamente…
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