27/11/06

[We talk about…]
D.I.Y.!
A proposito di autoproduzione musicale etc… Nell’estate ’95 l’autorevole rivista di riflessione controculturale “Derive Approdi” presenta ai suoi lettori un dossier di importanza storica sulla musica “altra”, in cui si parla di autoproduzione allargando il discorso alle estetiche musicali non conformiste e ai nuovi soggetti creativi. Si passa dalla lucida testimonianza di autoproduzione pensata e vissuta dagli Assalti Frontali alle raffinate riflessioni dello storico leader del Settantasette Franco Berardi (Bifo) su plunderphonia e orizzonti contemporanei della ricerca sonora, senza tralasciare un’ indagine sul rapporto tra donne, tecnologia e musica elettronica (con il contributo della filosofa Anna Camaiti Hostert) e un intervento sulla musica interattiva a cura dell’artista Tommaso Tozzi. Infine, le memorie pre-“costretti a sanguinare” del noto vetero-punk milanese Marco Philopat. Tutto pazientemente ridotto in formato pdf e scaricabile da qua sotto. Si tratta indubbiamente di materiale appartenente ad un’altra epoca: undici anni dopo tante cose sono cambiate, sia a livello culturale che tecnologico, espandendo/restringendo alcuni orizzonti e rendendo pensabili/impensabili molte cose… credo però che documenti come questo siano preziosi perché rappresentano una rara (e, in questo caso, ampia) riflessione sulla nostra musica, quella trasversale, problematica e rumorosa che ci scorre nelle vene, su ciò che la anima e su ciò che la uccide, su ciò che le sta attorno, nel bene e nel male. Buona lettura e non dimenticatelo: la musica è un fucile caricato di futuro!

>>> Download “Musiche non ortodosse” in Derive Approdi n.8/1995 (file .pdf - 20 mb. circa)

2 commenti:

  1. In questo periodo si assiste ad un vero e proprio rigurgito punk... Anche Philopat si è dato da fare scrivendo un nuovo libro sulle orgini del punk in Italia.

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  2. Il problema è che gira e rigira la gente che scrive della vecchia scena punk h/c è sempre la stessa e i punti di vista originali sull'argomento latitano. A volte ho l'impressione che prevalga uno spirito nostalgico, che è comprensibile ma anche un po' sterile.

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