[We talk about…]
D.I.Y.!
[Puj] Tra le righe dei nostri discorsi, spesso capita d’imbattersi nel fatidico acronimo “D.I.Y.” (Do it yourself), che tradotto in italiano suona come “Autoproduzione”: un’etica, prima di una prassi, molto vicina alla cultura punk, ma non del tutto riconducibile ad essa. DIY ha un significato complesso e sempre “in divenire”, legato, in modo indissolubile, all’evoluzione tecnologica e alla scoperta di forme nuove di circolazione dei saperi/prodotti. Spesso è un tema poco approfondito anche da chi l’autoproduzione la pratica da tempo. Propongo quindi alcuni link utili, più o meno specifici ed esaurienti, da cui attingere per conoscere/approfondire l’argomento. O per rifletterci sopra. Se qualcuno volesse segnalarci qulcosa sul tema, ne saremo, naturalmente, felicissimi!
Info generali [for beginners!]:
* Wikipedia (in inglese)
* Wikipedia (in italiano)
Approfondimenti:
* Gli archivi di Copydown
[documentazione inerente l’autoproduzione e il pirataggio, con particolare attenzione per le tematiche legate al no-copyright].
* La tesi di laurea di Andrea dei TrashBrigade
[ottimo lavoro, dottore!]
Risorse:
* Book Your Own Fucking Life – d.i.y. punk/hc worldwide network (in inglese)
[Si tratta di un database in cui confluiscono svariate piccole/medie/grandi realtà del circuito d.i.y. principalmente musicale: label, zine, bands, squat... Si tratta di un sito autogestito dagli utenti e per questo ci si trova un po’ di tutto e non tutti i link sono aggiornati od effettivamente operativi. Dà comunque un’idea dell’ampiezza del sottobosco d.i.y., nonché del suo carattere internazionalista].
* Crimethinc Ex-workers Collective – archivio materiale (in inglese)
[Collettivo americano di controcultura militante. Dalla sezione download del sito è possibile scaricare molto materiale, tra cui una “DIY guide” in formato PDF, un po’ confusa e naif, ma davvero divertente!]
Altro:
* Una raccolta di vecchi flyer punk/hc
* D.I.Y. Community in Freiburg (D)
Bibliografia:
* Morjane Baba “Guerrilla Kit” (ISBN Ed. 2005)
[ISBN Edizioni ha curato l’edizione italiana di questo pseudo-dizionario redatto da un collettivo parigino. Si tratta di un manuale di azione e sopravvivenza militante di taglio stradaiolo, che contiene anche un ampio prontuario d.i.y.].
* George McKay “Atti insensati di bellezza” (Shake Ed. 2000)
[è un testo di analisi della cultura do it yourself inglese; benché fuori stampa, lo si può reperire con facilità nelle librerie specializzate in materiale di “movimento” e nelle biblioteche dei c.s.o.a.; è, a mio parere, un testo fondamentale sul tema “autoproduzione” in senso lato; particolarmente interessante anche dal punto di vista musicale, per il bellissimo capitolo dedicato ai Crass).
* Stefano Giaccone/Marco Pandin “Nel cuore della Bestia” (Zero in Condotta Ed. 1996)
[Purtroppo questo mitologico volumetto recante, quale sottotitolo “Storie personali nel mondo della musica bastarda” credo sia praticamente irreperibile. Si tratta di una raccolta, piuttosto anarchica e casuale, di flyer, manifesti, stralci di fanzine, comunicati, testi di canzoni, interviste… risalenti alla scena anarco-punk e h.c. italiana degli anni ’80: gli anni in cui l’autoproduzione coscientemente antagonista muoveva i primi passi all’interno del sottobosco musicale italiano. I contenuti del libro, per quanto ingenui, contraddittori, confusi e sbracati, parlano meglio di tanti saggi o romanzi sull’argomento. Ne emerge un’immagine della cultura DIY selvaggia, libera e sfacciatamente “contro”, sicuramente un po’ irrazionale, ma con l’ambizione di poter di rappresentare una vera alternativa].
D.I.Y.!
[Puj] Tra le righe dei nostri discorsi, spesso capita d’imbattersi nel fatidico acronimo “D.I.Y.” (Do it yourself), che tradotto in italiano suona come “Autoproduzione”: un’etica, prima di una prassi, molto vicina alla cultura punk, ma non del tutto riconducibile ad essa. DIY ha un significato complesso e sempre “in divenire”, legato, in modo indissolubile, all’evoluzione tecnologica e alla scoperta di forme nuove di circolazione dei saperi/prodotti. Spesso è un tema poco approfondito anche da chi l’autoproduzione la pratica da tempo. Propongo quindi alcuni link utili, più o meno specifici ed esaurienti, da cui attingere per conoscere/approfondire l’argomento. O per rifletterci sopra. Se qualcuno volesse segnalarci qulcosa sul tema, ne saremo, naturalmente, felicissimi!
Info generali [for beginners!]:
* Wikipedia (in inglese)
* Wikipedia (in italiano)
Approfondimenti:
* Gli archivi di Copydown
[documentazione inerente l’autoproduzione e il pirataggio, con particolare attenzione per le tematiche legate al no-copyright].
* La tesi di laurea di Andrea dei TrashBrigade
[ottimo lavoro, dottore!]
Risorse:
* Book Your Own Fucking Life – d.i.y. punk/hc worldwide network (in inglese)
[Si tratta di un database in cui confluiscono svariate piccole/medie/grandi realtà del circuito d.i.y. principalmente musicale: label, zine, bands, squat... Si tratta di un sito autogestito dagli utenti e per questo ci si trova un po’ di tutto e non tutti i link sono aggiornati od effettivamente operativi. Dà comunque un’idea dell’ampiezza del sottobosco d.i.y., nonché del suo carattere internazionalista].
* Crimethinc Ex-workers Collective – archivio materiale (in inglese)
[Collettivo americano di controcultura militante. Dalla sezione download del sito è possibile scaricare molto materiale, tra cui una “DIY guide” in formato PDF, un po’ confusa e naif, ma davvero divertente!]
Altro:
* Una raccolta di vecchi flyer punk/hc
* D.I.Y. Community in Freiburg (D)
Bibliografia:
* Morjane Baba “Guerrilla Kit” (ISBN Ed. 2005)
[ISBN Edizioni ha curato l’edizione italiana di questo pseudo-dizionario redatto da un collettivo parigino. Si tratta di un manuale di azione e sopravvivenza militante di taglio stradaiolo, che contiene anche un ampio prontuario d.i.y.].
* George McKay “Atti insensati di bellezza” (Shake Ed. 2000)
[è un testo di analisi della cultura do it yourself inglese; benché fuori stampa, lo si può reperire con facilità nelle librerie specializzate in materiale di “movimento” e nelle biblioteche dei c.s.o.a.; è, a mio parere, un testo fondamentale sul tema “autoproduzione” in senso lato; particolarmente interessante anche dal punto di vista musicale, per il bellissimo capitolo dedicato ai Crass).
* Stefano Giaccone/Marco Pandin “Nel cuore della Bestia” (Zero in Condotta Ed. 1996)
[Purtroppo questo mitologico volumetto recante, quale sottotitolo “Storie personali nel mondo della musica bastarda” credo sia praticamente irreperibile. Si tratta di una raccolta, piuttosto anarchica e casuale, di flyer, manifesti, stralci di fanzine, comunicati, testi di canzoni, interviste… risalenti alla scena anarco-punk e h.c. italiana degli anni ’80: gli anni in cui l’autoproduzione coscientemente antagonista muoveva i primi passi all’interno del sottobosco musicale italiano. I contenuti del libro, per quanto ingenui, contraddittori, confusi e sbracati, parlano meglio di tanti saggi o romanzi sull’argomento. Ne emerge un’immagine della cultura DIY selvaggia, libera e sfacciatamente “contro”, sicuramente un po’ irrazionale, ma con l’ambizione di poter di rappresentare una vera alternativa].
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