[We talk about…]
D.I.Y.!
A proposito di autoproduzione musicale etc… Nell’estate ’95 l’autorevole rivista di riflessione controculturale “Derive Approdi” presenta ai suoi lettori un dossier di importanza storica sulla musica “altra”, in cui si parla di autoproduzione allargando il discorso alle estetiche musicali non conformiste e ai nuovi soggetti creativi. Si passa dalla lucida testimonianza di autoproduzione pensata e vissuta dagli Assalti Frontali alle raffinate riflessioni dello storico leader del Settantasette Franco Berardi (Bifo) su plunderphonia e orizzonti contemporanei della ricerca sonora, senza tralasciare un’ indagine sul rapporto tra donne, tecnologia e musica elettronica (con il contributo della filosofa Anna Camaiti Hostert) e un intervento sulla musica interattiva a cura dell’artista Tommaso Tozzi. Infine, le memorie pre-“costretti a sanguinare” del noto vetero-punk milanese Marco Philopat. Tutto pazientemente ridotto in formato pdf e scaricabile da qua sotto. Si tratta indubbiamente di materiale appartenente ad un’altra epoca: undici anni dopo tante cose sono cambiate, sia a livello culturale che tecnologico, espandendo/restringendo alcuni orizzonti e rendendo pensabili/impensabili molte cose… credo però che documenti come questo siano preziosi perché rappresentano una rara (e, in questo caso, ampia) riflessione sulla nostra musica, quella trasversale, problematica e rumorosa che ci scorre nelle vene, su ciò che la anima e su ciò che la uccide, su ciò che le sta attorno, nel bene e nel male. Buona lettura e non dimenticatelo: la musica è un fucile caricato di futuro!
>>> Download “Musiche non ortodosse” in Derive Approdi n.8/1995 (file .pdf - 20 mb. circa)
[We talk about…]D.I.Y.!
[Puj] Tra le righe dei nostri discorsi, spesso capita d’imbattersi nel fatidico acronimo “D.I.Y.” (Do it yourself), che tradotto in italiano suona come “Autoproduzione”: un’etica, prima di una prassi, molto vicina alla cultura punk, ma non del tutto riconducibile ad essa. DIY ha un significato complesso e sempre “in divenire”, legato, in modo indissolubile, all’evoluzione tecnologica e alla scoperta di forme nuove di circolazione dei saperi/prodotti. Spesso è un tema poco approfondito anche da chi l’autoproduzione la pratica da tempo. Propongo quindi alcuni link utili, più o meno specifici ed esaurienti, da cui attingere per conoscere/approfondire l’argomento. O per rifletterci sopra. Se qualcuno volesse segnalarci qulcosa sul tema, ne saremo, naturalmente, felicissimi!
Info generali [for beginners!]:
* Wikipedia (in inglese)
* Wikipedia (in italiano)
Approfondimenti:
* Gli archivi di Copydown
[documentazione inerente l’autoproduzione e il pirataggio, con particolare attenzione per le tematiche legate al no-copyright].
* La tesi di laurea di Andrea dei TrashBrigade
[ottimo lavoro, dottore!]
Risorse:
* Book Your Own Fucking Life – d.i.y. punk/hc worldwide network (in inglese)
[Si tratta di un database in cui confluiscono svariate piccole/medie/grandi realtà del circuito d.i.y. principalmente musicale: label, zine, bands, squat... Si tratta di un sito autogestito dagli utenti e per questo ci si trova un po’ di tutto e non tutti i link sono aggiornati od effettivamente operativi. Dà comunque un’idea dell’ampiezza del sottobosco d.i.y., nonché del suo carattere internazionalista].
* Crimethinc Ex-workers Collective – archivio materiale (in inglese)
[Collettivo americano di controcultura militante. Dalla sezione download del sito è possibile scaricare molto materiale, tra cui una “DIY guide” in formato PDF, un po’ confusa e naif, ma davvero divertente!]
Altro:
* Una raccolta di vecchi flyer punk/hc
* D.I.Y. Community in Freiburg (D)
Bibliografia:
* Morjane Baba “Guerrilla Kit” (ISBN Ed. 2005)
[ISBN Edizioni ha curato l’edizione italiana di questo pseudo-dizionario redatto da un collettivo parigino. Si tratta di un manuale di azione e sopravvivenza militante di taglio stradaiolo, che contiene anche un ampio prontuario d.i.y.].
* George McKay “Atti insensati di bellezza” (Shake Ed. 2000)
[è un testo di analisi della cultura do it yourself inglese; benché fuori stampa, lo si può reperire con facilità nelle librerie specializzate in materiale di “movimento” e nelle biblioteche dei c.s.o.a.; è, a mio parere, un testo fondamentale sul tema “autoproduzione” in senso lato; particolarmente interessante anche dal punto di vista musicale, per il bellissimo capitolo dedicato ai Crass).
* Stefano Giaccone/Marco Pandin “Nel cuore della Bestia” (Zero in Condotta Ed. 1996)
[Purtroppo questo mitologico volumetto recante, quale sottotitolo “Storie personali nel mondo della musica bastarda” credo sia praticamente irreperibile. Si tratta di una raccolta, piuttosto anarchica e casuale, di flyer, manifesti, stralci di fanzine, comunicati, testi di canzoni, interviste… risalenti alla scena anarco-punk e h.c. italiana degli anni ’80: gli anni in cui l’autoproduzione coscientemente antagonista muoveva i primi passi all’interno del sottobosco musicale italiano. I contenuti del libro, per quanto ingenui, contraddittori, confusi e sbracati, parlano meglio di tanti saggi o romanzi sull’argomento. Ne emerge un’immagine della cultura DIY selvaggia, libera e sfacciatamente “contro”, sicuramente un po’ irrazionale, ma con l’ambizione di poter di rappresentare una vera alternativa].
[Album]
KALASHNIKOV/KGB – Friendly home-made diy split with heart & care (Grecia 2005)
[Puj] Prodotto in Grecia, da Michail dei KGB, questo split album è una delle collaborazioni internazionali di cui andiamo più fieri. Amo il synth-punk totally D.I.Y. dei KGB e credo che, pur trattandosi di musica elettronica, si avvicini molto alle sonorità dei Kalashnikov. Le canzoni di Michail hanno l’urgenza tipica del punk, sebbene confezionate in una veste minimal-pop. I KGB si servono di mezzi poverissimi, circolano in ambienti più che sotterranei, ma hanno qualcosa da dire di originale sulla musica.
Per quanto riguarda i Kalashnikov, i pezzi presenti sul cd sono tratti dai nostri primi due album, con l’eccezione di “Brucia ragazza brucia!” qui presente in una versione precedente a quella apparsa su “Music is a gun loaded with future”. All’interno del booklet i testi dei Kalashnikov sono stati tradotti in greco!
Tracklist:
KALASHNIKOV
1. Belfast brucia negli occhi di Sara [4:13]
2. Suburban Drama [3:18]
3. Istanti crudeli della giovinezza [0:25]
4. Brucia, ragazza, brucia! [2:45]
5. Bandiere da bruciare [2:22]
6. Metropoli [2:52]
7. L’inverno di Lisa [3:20]
8. Il disertore [2:15]
9. I logori stendardi di Wu [4:11]
10. Le luci di novembre [3:22]
11. Berlino Est 1980 [2:15]
KGB
12. Berlin electro [1:27]
13. New wave of greek electro-punk [1:59]
14. Nights [1:32]
15. What is art? [2:28]
16. Priceless Hug [5:02]
17. Subconscious games [3:02]
18. T.V. [3:44]
19. Umbrella [1:58]
20. And the years go by [3:02]
21. Manifesto [7:47]
>>> Download Kalashnikov/KGB split album (File RAR - 110 mb. circa)
['Zine]POLILLA EN LA SOMBRA ‘ZINE (Cuba 2006)[Sarta] L’altra sera, mi dirigevo a casa dei miei genitori per il consueto scrocco della cena, rituale che espleto ogni venerdì. Camminando in cortile, notai che dalla cassetta delle lettere penzolava una busta bianca. La presi e, incuriosito dal francobollo sul quale troneggiava l’immagine di un coccodrillo con scritto sotto “coccodrillo” (nel caso uno non ne abbia mai visto un esemplare…), lessi sul timbro postale: “Correos de Cuba”. Cuba ?!! Il contenuto della misteriosa busta altro non era che “Polilla en la Sombra ‘zine”, una fanzine di musica/poesie/fumetti/notizie redatta e speditaci dai simpatici Fabiàn e Ariadna (soprannominati, appunto, “El Polilla” e “La Sombra”), residenti nella cittadina di Cienfuegos, sull’isola di Cuba. Dalla lettera allegata scopro che Ariadna è una fan dei Kalashnikov, scoperti grazie ad una intervista che anni fa rilasciammo -nel solito inglese avventuroso- all’amico Omar di “Turbolencia ‘zine”. Dopo aver ascoltato “Music is a gun loaded with future”, reperito grazie a qualche rocambolesco scambio intercontinentale, Ariadna si è decisa a scriverci per mabndarci il nuovo numero (il settimo!) della sua ‘zine cartacea. Noi ne siamo rimasti felicissimi e abbiamo avuto ancora una volta dimostrazione dell’incredibile, mirabolante e misterioso potere del D.I.Y. network. Tra le pagine di Polilla en La Sombra si possono trovare recensioni ed interviste a mitologici gruppi locali di punk/hardcore (ma anche rock e metal - quest’ultimo pare andare molto forte tra i giovani cubani!), news sulla scena musicale di Cuba ma anche su band del mainstream prese un po’ a caso come Black Sabbath, Pearl Jam e Red Hot Chili Peppers (!), una biografia di Janis Joplin, un saggio sulla storia del rock (!!!), poesie e vignette di giovani artisti locali, ancora recensioni di alcune ‘zines cubane, un articolo su Jim Henson, creatore di “Fraggel Rock”, una serie televisiva a me ignota ma che pare essere trasmessa con grande successo dalla tv cubana. L’impressione che si ha leggendo le pagine di Polilla en la Sombra, è che a Cuba ci sia una vera e propria scena musicale, ricca e variegata, in cui non si discrimina tra i diversi generi e si è scevri da ogni settarismo ottuso. Già leggendo l’ottima “Turbolencia ‘zine” avevo avuto questa sensazione, visto l’ampio spazio dedicato a band metal (principalmente thrash ma anche death e black !), punk/hardcore (a volte anche grind) e rock, indifferentemente, come se fossero tutti parte della stessa entità e uniti dallo stesso obiettivo: fare musica! Credo che questo sia qualcosa di positivo, perché è un modo per favorire la contaminazione musicale e la solidarietà tra i gruppi! °