11/11/14

[We talk about...antipsychiatry!]
Il pensiero antipsichiatrico di Giorgio Antonucci, un'intervista a cura di Rapa Viola, Camap e Kalashnikov collective (27 luglio 2014, Firenze)
[Sarta] “Lo scorso luglio ricevetti una chiamata sul cellulare: era Dani, voce degli Ebola nonché agitatore del Collettivo Antipsichiatrico Camuno (Camap), che mi disse di avere la possibilità di intervistare il noto medico e psicanalista Giorgio Antonucci, uno dei più importanti punti di riferimento per il movimento antipsichiatrico in Italia. Uh, bene! L'idea era di andare tutti a Firenze, fare questa chiacchierata con il Nostro e poi rovesciarsi tutti a Villa Panico (il celebre ex-manicomio ora occupato dai punx) per fare un concertone a tema antipsichiatrico e festeggiare tutti insieme. La proposta era ovviamente estremamente allettante, tuttavia avevamo già fissato per quel sabato un concerto a Carrara in un circolo di compagni anarchici, una di quelle situazioni un po' vetero che ci piacciono tanto. Che fare quindi? Ci pensa Peppus, il membro-ombra del nostro collettivo, che si aggrega all'allegra comitiva e porta a compimento la missione!
Il risultato di tutto ciò lo potete vedere qui sotto: una lunga chiacchierata di circa 40 minuti, dove Antonucci spazia in maniera estremamente lucida dai fondamenti della psichiatria (una disciplina che “si occupa del dissenso” e che non ha nulla a che vedere con “la scienza medica” ma si basa sul “giudizio del pensiero altrui”), alla critica di alcuni dei più importanti pensatori antipsichiatrici (da Thomas Szasz a Edelweiss Cotti, passando per l'analisi dei sociopoteri di Michel Foucault) fino all'interessante racconto di alcuni episodi della sua carriera professionale, che ben delineano il carattere aleatorio e repressivo della cosiddetta “scienza” psichiatrica. Dalla storia della suora rinchiusa in manicomio e sottoposta all'elettroshock perché, stanca di “essere sposa di Cristo”, voleva sposarsi sul serio, fino al crudo racconto delle più minuziose e terribili torture praticate sui “pazienti”, Antonucci disvela con estrema chiarezza il vero volto di questa pseudo-disciplina: lo stesso Sigmund Freud, eccellente neurologo prima di diventare il padre della psicanalisi, sostenne che per andare oltre occorreva diventare “biografi”, ovvero capire le singole storie delle persone per comprenderne i comportamenti. Da questo punto di vista, psicofarmaci, manicomi e lettini di contenzione non sono altro che strumenti repressivi di annichilimento degli individui che nulla hanno a che vedere con la cura e la scienza medica ma solo con la repressione e il controllo sociale: “se si è disposti ad ascoltare gli altri, non crollano solo i manicomi ma tutto il castello della psichiatria”. Nel ringraziare Rapa Viola, il Camap nonché Marky per le riprese, vi auguriamo buona visione!".

 

Bibliografia essenziale degli scritti di Giorgio Antonucci:
I pregiudizi e la conoscenza. Critica alla psichiatria (Cooperativa Apache, 1986)
Il pregiudizio psichiatrico (Eleuthera, 1989 e 1998)
La nave del paradiso (Spirali, 1990)
Aggressività. Composizione in tre tempi
in Uomini e lupi (Eleuthera, 1990)
Critica al giudizio psichiatrico (Sensibili alle foglie, 1993 e 2005)
Contrappunti (Sensibili alle foglie, 1994)
Il giudice e lo psichiatra in Delitto e castigo (Eleuthera, 1994)
Il Telefono Viola, insieme con Alessio Coppola (Eleuthera, 1995)
Pensieri sul suicidio (Eleuthera, 1996)
Le lezioni della mia vita. La medicina, la psichiatria, le istituzioni (Spirali, 1999)
Diario dal manicomio. Ricordi e pensieri (Spirali, 2006)

Altri testi di riferimento sul tema dell'antipsichiatria:
Thomas Szasz, Il mito della droga. La persecuzione rituale delle droghe, dei drogati e degli spacciatori (Feltrinelli, 1997)
Thomas Szasz, Il mito della malattia mentale (Spirali,2003)
Edelweiss Cotti, Roberto Vigevani, Contro la psichiatria (La Nuova Italia, 1970)
Franco Basaglia (a cura di), Che cos'è la psichiatria? (Dalai, 1997)
Franco Basaglia (a cura di), L'istituzione negata (Baldini e Castoldi, 2014)
Franco Basaglia, Conferenze Brasiliane (Raffaello Cortina, 2000)

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