[we talk about...homo comfort!]
Stefano Boni “Homo comfort: il
superamento tecnologico della fatica e le sue conseguenze”, Elèuthera 2014
[Sarta] "La diffusione della comodità
– secondo quanto scritto da Stefano Boni nel bellissimo libro che
vedete qui a fianco – è una chiave di lettura per spiegare la
sostanziale adesione di parte della popolazione mondiale al modello
sociale capitalista iper-tecnologico-produttivo, che si sta
rapidamente estendendo su scala globale. I bassi livelli di
conflittualità interna nelle società occidentali non si possono
spiegare solamente con lo strapotere dei mass media nella creazione
del consenso, con l'esasperata frammentazione sociale o l'efficacia e
la capillarità della macchina repressiva; oppure ancora con il
restringimento degli spazi di autonomia della cittadinanza, ormai
prossima alla completa zombificazione di romeriana invenzione e
istericamente refrattaria a qualsiasi stravolgimento dei propri
pregiudizi. Tutti questi sono certamente fattori reali, che agiscono
costantemente nello smorzare ogni impeto non solo rivoluzionario, ma
anche semplicemente di protesta.
Tuttavia, tutto ciò non sembra ancora sufficiente a spiegare il perché, nonostante la percezione sempre più diffusa della catastrofe ambientale imminente e la sempre più evidente crudeltà dell'attuale sistema, siamo ancora così docili rispetto al potere costituito. E cos'è questo “qualcosa” che ci manca? Il tassello fondamentale, che l'autore del libro ci suggerisce per completare o perlomeno arricchire il ragionamento, è l'anelito alla comodità. Sviluppando una ricerca ossessiva del comfort in ogni ambito del nostro quotidiano, spinti dai messaggi più o meno subliminali di pubblicità e stili di vita creati ad hoc, ci siamo tutti “evoluti” da Homo Sapiens a Homo comfort. Cerchiamo case sempre più pulite, asettiche, con zanzariere, finestre con doppi e tripli vetri, riscaldate e climatizzate, con elettrodomestici per cucinare senza sforzo, pulire facilmente e infine svaccarci su divani comodi davanti a televisori giganti con l'aiuto di computer, tablet, smartphone coi quali interagire con facilità, semplicemente sfiorando lo schermo. Senza contare la grande comodità di poter evadere da pensieri scomodi attraverso aperitivi, serate al pub o al ristorante con gli amici, giornate a fare shopping o pomeriggi a teatro o al cinema. Ed è così che “Homo comfort – scrive Stefano – si assoggetta facilmente: al potere politico egli preferisce una sudditanza confortevole e volontaria”. L'unica sua preoccupazione è semmai legata al potere d'acquisto, in quanto direttamente proporzionale alla possibilità di incrementare il proprio livello di agio e benessere.
Tuttavia, tutto ciò non sembra ancora sufficiente a spiegare il perché, nonostante la percezione sempre più diffusa della catastrofe ambientale imminente e la sempre più evidente crudeltà dell'attuale sistema, siamo ancora così docili rispetto al potere costituito. E cos'è questo “qualcosa” che ci manca? Il tassello fondamentale, che l'autore del libro ci suggerisce per completare o perlomeno arricchire il ragionamento, è l'anelito alla comodità. Sviluppando una ricerca ossessiva del comfort in ogni ambito del nostro quotidiano, spinti dai messaggi più o meno subliminali di pubblicità e stili di vita creati ad hoc, ci siamo tutti “evoluti” da Homo Sapiens a Homo comfort. Cerchiamo case sempre più pulite, asettiche, con zanzariere, finestre con doppi e tripli vetri, riscaldate e climatizzate, con elettrodomestici per cucinare senza sforzo, pulire facilmente e infine svaccarci su divani comodi davanti a televisori giganti con l'aiuto di computer, tablet, smartphone coi quali interagire con facilità, semplicemente sfiorando lo schermo. Senza contare la grande comodità di poter evadere da pensieri scomodi attraverso aperitivi, serate al pub o al ristorante con gli amici, giornate a fare shopping o pomeriggi a teatro o al cinema. Ed è così che “Homo comfort – scrive Stefano – si assoggetta facilmente: al potere politico egli preferisce una sudditanza confortevole e volontaria”. L'unica sua preoccupazione è semmai legata al potere d'acquisto, in quanto direttamente proporzionale alla possibilità di incrementare il proprio livello di agio e benessere.
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Che fare dunque? Beh, mica posso
riassumervi tutto...che ne dite di leggere il libro? Io intanto vi
metto qui sotto una canzone del grande gruppo prog “Il Balletto di Bronzo” dal titolo "La tua casa comoda",
che magari vi può ispirare, eh,eh, eh..."
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