Francesco Casaretti “Iniziazione
al mondo delle donne. La via femminile alla libertà del cuore”
(2001)
[Pep] La vasta opera saggistica di Francesco
Casaretti, in quanto portatrice di una specifica declinazione della
religione della Dea, è l'interessante testimonianza teorica di un
adepto della spiritualità femminista. Generalmente ascritta all'area
spirituale new age, l'opera di Casaretti può rappresentare un
inveramento delle parole di Franco Bolelli per cui, al di là di
alcuni limiti di quest'ambito culturale, che si contrappone alla
scipita cultura spirituale cristiana, “c'è nella sensibilità
della new age la consapevolezza che lo spazio elettivo è l'intero
campo della vita umana, e che è possibile progettare la vita come
armonia. C'è la coscienza della pesantezza dell'identità e c'è la
sperimentazione di una qualità ariosa dell'esperienza. Così la
musica new age ( la migliore musica new age) non riempie e non
spettacolarizza, ma svolge la funzione lussuosa quanto vitale di
portare respiro, di irradiare molecole di ossigeno. Non soltanto
estetica, ma raffinamento del vivere. E poi c'è che la sensibilità
new age pone l'accento innanzitutto sull'autonomia dell'esperienza e
dell'invenzione. Progettare il proprio mondo, la propria vita con il
massimo di serenità positiva e il minimo di contatto con il mondo
seriale. Produrre vitamine di desiderio, irradiare molecole di
potenza di vita. Non opere, ma energie. Energie allo stato puro”.
Il neo-paganesimo matristico propugnato da Casaretti , che evince le
proprie strutture di pensiero da alcuni versanti della cultura
taoista cinese, risulta portatore di una prospettiva affine a quella
del movimento ginarchista degli Effemministi Rivoluzionari, che negli
anni Settanta operava (come recita l'introduzione al loro manifesto
programmatico riprodotto da Stefano Segre nella sua antologia della
liberazione maschile, “L'antimaschio”) nella direzione della
“restaurazione di un antico, totale regime matriarcale” (implicando
una conseguente cultura dell'effemminatezza maschile).
Tale progetto
totalizzante è specificamente declinato da Casaretti nelle sue
modalità: nel senso di una società in cui il riconoscimento della
preminenza femminile e l'operatività di quest'ultima in quanto
dispositivo antropologico funga da regolatore omeostatico del corpo
sociale dando vita ad un progetto di anarchia che strutturalmente
risolve, sotto l'egida femminile, la codificata opposizione
concettuale tra la società e la comunità (laddove al primo termine
corrisponde una modalità estrinseca o strumentale del vincolo
sociale, mentre il secondo fa riferimento ad una modalità di esso
organicistica ed olistica). La società matristica, in tal senso,
nella sua struttura relazionale panerotica e ginecocentrica (avente
antispecisticamente per modello anche la civiltà degli scimpanzè
Bonobo, riconosciuta superiore a quella umana) mantiene le
soggettività individuali in un rapporto di reciproca,
omeostaticamente garantita, cooperazione, nel disconoscimento della
dimensione storico-diacronica, quale prodotto del patriarcato: nel
segno di un'inoggettivabilità del passato, contraddicente la
funzione del sapere storico che, sulla base delle tesi
dell'antropologo Ernst Borneman, viene svelato essere un artefatto
patriarcale (concomitante alla nascita della scrittura, correlabile
alla necessità di istituire la figura paterna, disconosciuta, o, più
propriamente, impensata, nell'ambito del precedente assetto
esclusivamente ad ascendenza femminile).
Le basi del pensiero di
Casaretti, avente la propria fondamentale ascendenza nella
mitoarcheologa Marija Gimbutas (ma attingente ad un'ampia rosa di
teoriche, da Carol Gilligan alle pensatrici della comunità
filosofica Diotima, da Helen Fisher ad Aleksandra Kollontaj), lo
informano nella direzione dello sviluppo di una società
neo-matristica che riconduca sé medesima ai propri strutturali
tratti primordiali, anche nel senso di un'erotizzazione sociale
pervasiva che ha per agente antropologico la donna (con la
formulazione da parte dell'autore di un proprio, peculiare modello di
neo-sessualità femminista): da doversi alla specifica modalità
erotica femminile, contrapposta taoisticamente (nell'identificazione
della donna con la polarità yin) alla maschile (identificata con la
polarità yang) in quanto fondamentalmente autonoma dalla dimensione
riproduttiva, come da qualsiasi sua mimesi nell'ambito della
relazione erotica. E' pertanto tale da produrre un erotismo
stabilmente socializzato e orgiastico (attraverso l'invalidazione
della binarietà relazionale eterosessuale-familiare: della relazione
eterosessuale duale, modellata sulla dimensione riproduttiva):
implicante quale suo effetto il controllo depotenziante delle spinte
relazionali aggressive, aventi nel maschio il proprio fondamentale
agente. Casaretti evidenzia quale via di inveramento di tale modalità
aggregativa ad ascendenza femminile e a carattere matrifocale la
vincente marzialità femminile dell'Aikido, intesa quale paradigma
polemologico della battaglia femminista e libertaria, in quanto
consistente nello sfruttamento strategico della forza e della
violenza dell'avversario onde tradurla in principale arma nei suoi
confronti.
Proprio della società matristica sarebbe il venir meno
della dimensione legislativa, da doversi alla sua sopravveniente
superfluità, caratterizzandosi la società per un'acquisita facoltà
autoregolativa, innescata attraverso il ristabilimento dei propri
equilibri antropologici, garanti della sua omeostasi anarchizzante e
portatrice di prospettive di progressiva, filogenetica dissoluzione
della figura maschile, per quanto non contemplata da Casaretti nei
suoi esiti più radicali, di naturale estinzione storica di
quest'ultima: è tuttavia vero che l'autore fa proprio un orizzonte
neo-riproduttivo a carattere partenogenetico, facendosi assertore di
una partenogenesi culturalmente sancita prima ancora che fattuale
(riguardo quest'ultima si veda il classico di Marianne Wex
Partenogenesi oggi. La forza primordiale della donna di generare
da sé, senza partecipazione di un secondo sesso). Così,
riguardo l'uomo patriarcale, la pensatrice lesbo-femminista Elizabeth
Gould Davis, che ha profetizzato il Ventunesimo quale secolo del
nuovo trionfo della Dea: “Egli ha riscritto la storia con la
consapevolezza di ignorare, sminuire e ridicolizzare le grandi donne
del passato, proprio come gli storici moderni cercano di ignorare
sminuire e ridicolizzare le conquiste delle donne moderne. Ha
svalutato la donna a oggetto per soddisfare i suoi spregevoli
desideri fisici ed ha rifatto Dio a sua immagine”. Gli scritti di
Francesco Casaretti vogliono costituire un'inversione di questo
processo.
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ma lasciatevi stare ad agosto
RispondiEliminaDa libertari non riteniamo evidentemente che sia etica, nè tantomeno divertente o attraente, la cultura qualunquista del "lasciarsi stare" ( che in realtà è l'altra faccia del dogmatismo e del fanatismo): se è questo che intendi proporre. Se invece ci sono reali opinioni differenti, che meritino di essere conosciute, si scenda senza timore, dandosi se possibile un nome, sul terreno della polemica sistematica e puntuale.
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