21/05/10

[Torniamo brevemente sul tema dell'energia nucleare con questo stralcio di articolo riesumato dal n. 89 di A Rivista Anarchica, febbraio 1981. Datato? No, attuale!...]

Nucleare ed eterogestione (
di Yvon Bourdet, tradotto dalla rivista "Autogestions" n. 4/80)
"La costruzione delle centrali atomiche presuppone un'accumulazione primitiva alla portata solamente di uno Stato industrialmente sviluppato. Inoltre i pericoli del nucleare "giustificano", in anticipo, uno Stato che sia in grado di proteggere i segreti delle sue installazioni e delle sue produzioni, ovvero, tendenzialmente uno Stato poliziesco, per essenza centralizzato, in cui la Capitale comanda il capitale finanziario ed il capitale-sapere. Quindi, "un sistema simile mette in essere le condizioni di impossibilità dell'autogestione" tanto più che la perdita dell'autonomia nel lavoro viene presentata come una necessità di sicurezza e che in caso di incidente scatta una regolamentazione draconiana, equivalente a volte all'imprigionamento (confinamento), a volte alla deportazione (evacuazione).
Senza dubbio, la produzione di altre fonti di energia è stata fonte di lavori penosi e pericolosi per migliaia di operai, delle miniere di carbone ad esempio; e le energie alternative (che preconizzano gli ecologi: idrauliche, termiche, solari) potrebbero essere occasione di impianti statali (o "multinazionali") così giganteschi che consoliderebbero anch'essi il potere centrale: lo Stato non è stato creato dal nucleare, ma il nucleare rende lo Stato centralizzato indispensabile, mentre si può immaginare la produzione disseminata dell'energia da parte di piccole unità (idrauliche, solari, eoliche, ecc.) gestite da piccole comunità, dalla famiglia alla piccola cittadina e suo circondario.
Del resto una delle funzioni salvatrici di cui lo Stato si gloria é quella di riservarsi il monopolio della violenza legittima e dei pericoli "controllati". Occorre dunque che i segreti siano ben custoditi, riservati a pochi; il resto del corpo sociale dev'essere messo nell'impossibilità di "giudicare con conoscenza di causa", cioè di esercitare la democrazia. Il nucleare produce tecnocrazia".

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