A CERCHIATA!
[Puj] Chissà quanti credono che la A cerchiata sia stata inventata dal punk inglese negli anni ’70... e chissà quanti rispondono che la A cerchiata esisteva ai tempi degli anarchici con i baffi dell’800! Entrambi sbagliano, perché la realtà è un po’ diversa e per certi versi sorprendente.
Noi utilizziamo la A cerchiata e lo facciamo con un certo orgoglio, non solo perché è un simbolo che, benché ormai lo si trovi su ogni tipo di gadget, racchiude significati e valori in cui tutt’ora crediamo, ma anche perché appartiene a noi milanesi più di quanto si creda. D'altronde, i primi ad utilizzare il simbolo della A cerchiata in maniera diffusa sono stati gli anarchici a Milano negli anni ’60!
Ecco la storia. Il simbolo anarchico per eccellenza, nel XIX secolo era la bandiera nera, di chiara ascendenza piratesca. La A cerchiata fu proposta come simbolo anarchico internazionale, con l’intenzione di superare correnti e divisioni all’interno del movimento, nel 1964 da parte della Jeunesses Libertaires (un gruppo anarchico francese, piuttosto microscopico). Eccone le motivazioni: “Due motivazioni principali ci hanno spinto: innanzitutto facilitare e rendere più efficaci le scritte ed i manifesti murali, e poi di assicurare una presenza più ampia del movimento anarchico agli occhi della gente ed un carattere comune a tutte le espressioni dell'anarchismo nelle sue pubbliche manifestazioni. Più precisamente, si trattava, secondo noi, di trovare un mezzo pratico che consentisse da un lato di ridurre al minimo il tempo impiegato per firmare i nostri slogan sui muri e dall'altro di scegliere un segno sufficientemente generale da poter essere adottato da tutti gli anarchici. La sigla da noi proposta sembra rispondere a questi criteri. Associandola costantemente alle espressioni verbali anarchiche finirà, per un noto automatismo mentale, con l'evocare da sola nella gente l'idea dell'anarchismo”.
Fatto sta che l’idea, per quanto ben congeniata, non trovò immediato seguito negli ambienti libertari né francesi né internazionali. Furono i soli anarchici milanesi del Circolo "Sacco e Vanzetti" ad utilizzare il simbolo, dal 1966, finché non fu sdoganato definitivamente dal ’68 francese. I milanesi furono i primi a sprayare sui muri la fatidica A o ad utilizzarla nei volantini ciclostilati. Solo poi, negli anni ’70, si diffuse in maniera massiccia per il mondo, diventando nel corso degli anni un simbolo del punk, ma anche un marchio alla moda da stampare su borse, t-shirt e polsini.
Noi pensiamo che la A cerchiata incarni ancora profondi e innovativi significati, e per questo la utilizziamo. Ma ne utilizziamo una versione più seriosa di quella che comunemente si vede in giro sulle magliette vendute al mercato, non scarabocchiata e senza le gambe della A che escono dal cerchio. Meno punk, insomma; come quella che vedete qui a fianco, la prima, originaria A cerchiata pubblicata sul bollettino della Gioventù Libertaria francese!
[Puj] Chissà quanti credono che la A cerchiata sia stata inventata dal punk inglese negli anni ’70... e chissà quanti rispondono che la A cerchiata esisteva ai tempi degli anarchici con i baffi dell’800! Entrambi sbagliano, perché la realtà è un po’ diversa e per certi versi sorprendente.
Noi utilizziamo la A cerchiata e lo facciamo con un certo orgoglio, non solo perché è un simbolo che, benché ormai lo si trovi su ogni tipo di gadget, racchiude significati e valori in cui tutt’ora crediamo, ma anche perché appartiene a noi milanesi più di quanto si creda. D'altronde, i primi ad utilizzare il simbolo della A cerchiata in maniera diffusa sono stati gli anarchici a Milano negli anni ’60!
Ecco la storia. Il simbolo anarchico per eccellenza, nel XIX secolo era la bandiera nera, di chiara ascendenza piratesca. La A cerchiata fu proposta come simbolo anarchico internazionale, con l’intenzione di superare correnti e divisioni all’interno del movimento, nel 1964 da parte della Jeunesses Libertaires (un gruppo anarchico francese, piuttosto microscopico). Eccone le motivazioni: “Due motivazioni principali ci hanno spinto: innanzitutto facilitare e rendere più efficaci le scritte ed i manifesti murali, e poi di assicurare una presenza più ampia del movimento anarchico agli occhi della gente ed un carattere comune a tutte le espressioni dell'anarchismo nelle sue pubbliche manifestazioni. Più precisamente, si trattava, secondo noi, di trovare un mezzo pratico che consentisse da un lato di ridurre al minimo il tempo impiegato per firmare i nostri slogan sui muri e dall'altro di scegliere un segno sufficientemente generale da poter essere adottato da tutti gli anarchici. La sigla da noi proposta sembra rispondere a questi criteri. Associandola costantemente alle espressioni verbali anarchiche finirà, per un noto automatismo mentale, con l'evocare da sola nella gente l'idea dell'anarchismo”.
Fatto sta che l’idea, per quanto ben congeniata, non trovò immediato seguito negli ambienti libertari né francesi né internazionali. Furono i soli anarchici milanesi del Circolo "Sacco e Vanzetti" ad utilizzare il simbolo, dal 1966, finché non fu sdoganato definitivamente dal ’68 francese. I milanesi furono i primi a sprayare sui muri la fatidica A o ad utilizzarla nei volantini ciclostilati. Solo poi, negli anni ’70, si diffuse in maniera massiccia per il mondo, diventando nel corso degli anni un simbolo del punk, ma anche un marchio alla moda da stampare su borse, t-shirt e polsini.
Noi pensiamo che la A cerchiata incarni ancora profondi e innovativi significati, e per questo la utilizziamo. Ma ne utilizziamo una versione più seriosa di quella che comunemente si vede in giro sulle magliette vendute al mercato, non scarabocchiata e senza le gambe della A che escono dal cerchio. Meno punk, insomma; come quella che vedete qui a fianco, la prima, originaria A cerchiata pubblicata sul bollettino della Gioventù Libertaria francese!