Jean Dubuffet - Asfissiante cultura (Francia 1968)
[Pep] Lanciato come una salutare molotov libertaria nel magma ideologico del Sessantotto francese “ Asfissiante cultura” di Jean Dubuffet, che il Kalashnikov Collective Headquarter qui presenta ai suoi lettori, è uno dei più eversivi e speculativamente compiuti documenti di anticonformismo estetico che un artista del Novecento ci abbia lasciato.
L'attacco devastatore di Dubuffet, destinato a suscitare all'epoca un aspro dibattito attorno alla sua figura di celebre artista e implacabile provocatore, muove da una contrapposizione tra la dimensione individuale, l'unica capace di produrre una rigenerazione dell'estetico e quella collettiva, strutturata secondo i paradigmi della cultura, ovverosia di quel sofisticato sistema di astratte nozioni orientate a stabilizzare le forze incoercibili e irrefrenabili dell'arte e della società attraverso la mediazione gerarchica dei Detentori del Sapere. Dubuffet esalta, quali fattori anarchizzanti operativi nel corpo sociale asfissiato dalla cultura, quelle forme d'arte individualistica che lui stesso aveva da anni contribuito a rivalutare ponendole sotto l'etichetta di Art Brut: opere di eccentrici irriducibili, di “anormali”, ma soprattutto di folli (al giorno d'oggi prevale il termine Outsider Art, coniato nel 1972 dal critico Roger Cardinal, con accenti semantici relativamente diversi).
All'universo della società culturalizzata, fondato su dinamiche gerarchiche e verticali, Dubuffet contrappone il modello di una collettività esplosa e proliferante in cui all'individuo sia demandato il compito di una creazione continua di sé che proceda incoercibilmente lungo la direttrice di infinite traiettorie orizzontali: percorso illimitato e inconcludibile, che è tanto impossibile ultimare quanto mediocre rinunciare ad intraprendere.
L'attacco devastatore di Dubuffet, destinato a suscitare all'epoca un aspro dibattito attorno alla sua figura di celebre artista e implacabile provocatore, muove da una contrapposizione tra la dimensione individuale, l'unica capace di produrre una rigenerazione dell'estetico e quella collettiva, strutturata secondo i paradigmi della cultura, ovverosia di quel sofisticato sistema di astratte nozioni orientate a stabilizzare le forze incoercibili e irrefrenabili dell'arte e della società attraverso la mediazione gerarchica dei Detentori del Sapere. Dubuffet esalta, quali fattori anarchizzanti operativi nel corpo sociale asfissiato dalla cultura, quelle forme d'arte individualistica che lui stesso aveva da anni contribuito a rivalutare ponendole sotto l'etichetta di Art Brut: opere di eccentrici irriducibili, di “anormali”, ma soprattutto di folli (al giorno d'oggi prevale il termine Outsider Art, coniato nel 1972 dal critico Roger Cardinal, con accenti semantici relativamente diversi).
All'universo della società culturalizzata, fondato su dinamiche gerarchiche e verticali, Dubuffet contrappone il modello di una collettività esplosa e proliferante in cui all'individuo sia demandato il compito di una creazione continua di sé che proceda incoercibilmente lungo la direttrice di infinite traiettorie orizzontali: percorso illimitato e inconcludibile, che è tanto impossibile ultimare quanto mediocre rinunciare ad intraprendere.
Così Jean Dubuffet: “Alcuni affermano che se venisse abolita la cultura non esisterebbe più l'arte. Si tratta di un'idea profondamente errata. L'arte è vero non avrà più nome; sarà la nozione di arte ad aver fine, non l'arte che, al contrario, ritroverà una salute nuova dal fatto di non avere più nome...”.
>>> Download Jean Dubuffet "Asfissiante Cultura" [ITA] in .pdf (51 pagg. - 19,3 mb.)