EBOLA (Ultra-core bastards, Brescia, Italy) – Il vero degrado è l’abitudine al vivere (cd-r 2008)
[Puj] Nella prima puntata del nostro improbabile programma radio (vedi sotto) abbiamo intervistato i grandi Ebola, che si autodefiniscono ultra-core bastards e provengono dalla provincia di Brescia, Valcamonica compresa. Con la coincidenza del concerto milanese dei Tragedy, Marky e Dani sono passati agli studi di Radiocane (una stanza buia in un negozio occupato) ed assieme ad un signora ubriaca che passava di lì si sono sottoposti alle domande mal formulate da me, Sarta e Martin degli RFT. Risultato: una dozzina di birre Moretti evaporata nel giro di mezz’ora.
Vabbé, comunque sia, Gli Ebola sono dei fighi e suonano crust/grind a bassissima fedeltà, sulla scia dei primissimi Cripple Bastards, senza basso e con grandi testi sociologici, del tipo: “Nell’eccesso trovi l’insicurezza di base della gente” o “Strada spianata da luoghi comuni che ti porta a non essere te stesso” oppure ancora “Ricordi quando potevi ridere? Ricordi quando provavi piacere? No, non è mai successo”. Citazione obbligatoria per il testo di “Sangue Alieno”: “Una mutilazione che sputa fuori un potente corrosivo”.
Il loro cd-r fotocopiato dal titolo “Il vero degrado è l’abitudine al vivere” è un vero anti-capolavoro di rumore spacciato per musica, dolce nettare per le mie orecchie sudate. Ci pensano gli stessi Ebola a presentare il disco nel retrocopertina, un manifesto commovente: “Questa autoproduzione è volutamente lercia, istintiva, cavernicola. Registrata praticamente in presa diretta con un mangianastri coperto da un panno. Questo disco è volutamente sporco, primordiale. Senza nascondersi dietro a illusioni artefatte e comode abitudini che sono sinonimo di apatia e corrosione mentale: senza nascondersi dietro a schemi piatti che sono segno di una realtà che accumula ricchezze per inerzia e tradizione. Una realtà che si illude di lasciare il degrado fuori dalle mura domestiche. Ma il vero degrado, nasce, cresce e si consuma dentro quelle mura, dentro gli uffici dove l’essere umano/insetto si nutre di normalità e di appiattimento della quotidianità. Il vero degrado è nelle finte scelte pilotate, nell’allucinazione di un salotto pulito, nella vuota adorazione di un vestito, di un oggetto, di un ruolo. Il vero degrado è nelle menti abituate al buio, nei cervelli atrofizzati, nell’accettazione incondizionata. Il vero degrado è il funerale delle idee, il vero degrado è l’abitudine al vivere”.
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>>> Download EBOLA “Il vero degrado è l’abitudine al vivere” cd-r in mp3 (.rar - 16 mb.)
Vabbé, comunque sia, Gli Ebola sono dei fighi e suonano crust/grind a bassissima fedeltà, sulla scia dei primissimi Cripple Bastards, senza basso e con grandi testi sociologici, del tipo: “Nell’eccesso trovi l’insicurezza di base della gente” o “Strada spianata da luoghi comuni che ti porta a non essere te stesso” oppure ancora “Ricordi quando potevi ridere? Ricordi quando provavi piacere? No, non è mai successo”. Citazione obbligatoria per il testo di “Sangue Alieno”: “Una mutilazione che sputa fuori un potente corrosivo”.
Il loro cd-r fotocopiato dal titolo “Il vero degrado è l’abitudine al vivere” è un vero anti-capolavoro di rumore spacciato per musica, dolce nettare per le mie orecchie sudate. Ci pensano gli stessi Ebola a presentare il disco nel retrocopertina, un manifesto commovente: “Questa autoproduzione è volutamente lercia, istintiva, cavernicola. Registrata praticamente in presa diretta con un mangianastri coperto da un panno. Questo disco è volutamente sporco, primordiale. Senza nascondersi dietro a illusioni artefatte e comode abitudini che sono sinonimo di apatia e corrosione mentale: senza nascondersi dietro a schemi piatti che sono segno di una realtà che accumula ricchezze per inerzia e tradizione. Una realtà che si illude di lasciare il degrado fuori dalle mura domestiche. Ma il vero degrado, nasce, cresce e si consuma dentro quelle mura, dentro gli uffici dove l’essere umano/insetto si nutre di normalità e di appiattimento della quotidianità. Il vero degrado è nelle finte scelte pilotate, nell’allucinazione di un salotto pulito, nella vuota adorazione di un vestito, di un oggetto, di un ruolo. Il vero degrado è nelle menti abituate al buio, nei cervelli atrofizzati, nell’accettazione incondizionata. Il vero degrado è il funerale delle idee, il vero degrado è l’abitudine al vivere”.
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