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IL SESSO TRA GLI ZOMBIE di Arthur Evans
[Sarta] Andare ai concerti rovina hc è sempre bello: se il gruppo che suona ti stufa, puoi sempre scartabellare tra i banchetti alla ricerca di misconosciuti capolavori di controcultura, riesumati da qualche pazzo archeologo DIY. Dato il titolo meraviglioso, il libretto che troneggia qui a fianco non ha potuto che attirare la mia attenzione, salutandomi con la manina da una bancarella del CSOA Boccaccio, mentre attendevo il concertazzo dei grandi Pioggia Nera. Il Sesso tra gli Zombie è uno scritto un po' sociologico, un po' politico, riccamente intriso di poesia primitivista e anti-tecnologica! L'autore, Arthur Evans, che presumo sia ancora vivo, è il fondatore del Gay Activists Alliance. Il buon Arthur ci parla del allontanamento di noi uomini contemporanei dalla condizione di vita naturale, fatto che viene considerato positivo dalla propaganda della moderna società industriale: "L'industrialesimo continua a insegnare che gli esseri umani sono superiori agli animali e che la civiltà consiste nell'allontanarci il più possibile dalla nostra natura animale". Uh! Da qui in poi, vengono analizzati alcuni aspetti chiave della vita contemporanea all'interno del Sistema, che mira al controllo completo degli individui. Tra questi, non poteva mancare il lavoro: oggi gli uomini sono spinti a "lavorare molte più ore rispetto alle persone delle culture native e il lavoro industriale è molto meno interessante: i lavoratori industriali sono tenuti al loro posto attraverso la dipendenza dal denaro". E, infine, il sesso: "non riusciamo a vedere che la completa oggettificazione del nostro ambiente e della natura è un effetto diretto del sistema di potere industriale. Se nel corso della nostra vita siamo stati condizionati in modo da oggettificare ogni cosa, come non possiamo oggettificare le persone che ci eccitano sessualmente?".
Finisco citando l'epilogo, un concentrato di pura poesia mistico-visionaria: "Il deserto industriale è giunto fino a noi dal passato. E' stato il parto di oltre duemila anni di dominio patriarcale. Ha rovinato il nostro lavoro, l'arte, l'ambiente e le nostre esistenze emotive e sessuali. Ci è costato il senso magico della vita. Se mai stiamo risorgendo dalla morte, dobbiamo fare molto di più che affidare il nostro destino nelle mani dello Stato, dei partiti e della tecnologia - che sono tutti quanti semplici sostegni dell'industrialesimo. Dobbiamo spillare le energie salvifiche che giacciono sopite in noi stessi e nella natura. E questo vuol dire che dovremo chiamare a raccolta i poteri che non sono più stati conosciuti dai giorni degli sciamani". Non dico altro, sono commosso.
>>> Download "Il sesso tra gli zombie" (.pdf - 4 mb.)
IL SESSO TRA GLI ZOMBIE di Arthur Evans
[Sarta] Andare ai concerti rovina hc è sempre bello: se il gruppo che suona ti stufa, puoi sempre scartabellare tra i banchetti alla ricerca di misconosciuti capolavori di controcultura, riesumati da qualche pazzo archeologo DIY. Dato il titolo meraviglioso, il libretto che troneggia qui a fianco non ha potuto che attirare la mia attenzione, salutandomi con la manina da una bancarella del CSOA Boccaccio, mentre attendevo il concertazzo dei grandi Pioggia Nera. Il Sesso tra gli Zombie è uno scritto un po' sociologico, un po' politico, riccamente intriso di poesia primitivista e anti-tecnologica! L'autore, Arthur Evans, che presumo sia ancora vivo, è il fondatore del Gay Activists Alliance. Il buon Arthur ci parla del allontanamento di noi uomini contemporanei dalla condizione di vita naturale, fatto che viene considerato positivo dalla propaganda della moderna società industriale: "L'industrialesimo continua a insegnare che gli esseri umani sono superiori agli animali e che la civiltà consiste nell'allontanarci il più possibile dalla nostra natura animale". Uh! Da qui in poi, vengono analizzati alcuni aspetti chiave della vita contemporanea all'interno del Sistema, che mira al controllo completo degli individui. Tra questi, non poteva mancare il lavoro: oggi gli uomini sono spinti a "lavorare molte più ore rispetto alle persone delle culture native e il lavoro industriale è molto meno interessante: i lavoratori industriali sono tenuti al loro posto attraverso la dipendenza dal denaro". E, infine, il sesso: "non riusciamo a vedere che la completa oggettificazione del nostro ambiente e della natura è un effetto diretto del sistema di potere industriale. Se nel corso della nostra vita siamo stati condizionati in modo da oggettificare ogni cosa, come non possiamo oggettificare le persone che ci eccitano sessualmente?".
Finisco citando l'epilogo, un concentrato di pura poesia mistico-visionaria: "Il deserto industriale è giunto fino a noi dal passato. E' stato il parto di oltre duemila anni di dominio patriarcale. Ha rovinato il nostro lavoro, l'arte, l'ambiente e le nostre esistenze emotive e sessuali. Ci è costato il senso magico della vita. Se mai stiamo risorgendo dalla morte, dobbiamo fare molto di più che affidare il nostro destino nelle mani dello Stato, dei partiti e della tecnologia - che sono tutti quanti semplici sostegni dell'industrialesimo. Dobbiamo spillare le energie salvifiche che giacciono sopite in noi stessi e nella natura. E questo vuol dire che dovremo chiamare a raccolta i poteri che non sono più stati conosciuti dai giorni degli sciamani". Non dico altro, sono commosso.
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