30/07/07

[Free books for punx]
Dov’è Oask?! - Memorie di una rivolta.
[Peppus] Nel trentesimo anniversario del fatidico Settantasette, mentre fervono amarcord e più meditate analisi, il Kalashnikov Collective Headquarter propone ai suoi lettori una raccolta di materiali particolarmente utili per mettere a fuoco l’ala creativa dell’ultima rutilante vampata antagonista prima degli anni del riflusso. Recuperato dal nostro archivio cartaceo, il corpus di testi (originariamente apparsi in “Derive/approdi”, inverno 1997) contiene riflessioni di alto profilo affidate ai protagonisti di quell’anno, con una particolare attenzione al cruciale fenomeno degli Indiani Metropolitani e alla loro capacità irripetibile di reinventare linguaggi e pratiche della radicalità. Attraverso la testimonianza del pittore-illustratore Pablo Echaurren, l’analisi retrospettiva di Claudia Salaris, il testo della famosa Dichiarazione alla stampa di Gandalf il Viola (immortalato a fianco di un giovane D’Alema!), la lettera a Kossiga, la poesia di Nanni Balestrini su Lama e molto altro si possono ricostruire le vicende e il clima politico-esistenziale di quella breve rivolta che seppe ironicamente destabilizzare l’ordine del discorso politico, anche quando questo si voleva radicalmente rivoluzionario. Da segnalare una chicca fumettistica per collezionisti: “Zut nella rivoluzione” del compianto Stefano Tamburini, creatore del celebre “Rank Xerox” e animatore, negli anni ottanta, della straordinaria fucina politica e creativa di “Frigidaire”...

11/07/07

[We talk about]
D.I.Y. culture in France!
[Puj] Mettendo un po' in ordine la roba che abbiamo portato a casa dal tour francese e mi è capitata in mano una simpatica compilation benefit per un centro culturale libertario do it youtself di Lille, il C.C.L. (molto semplicemente "Centre Culturel Libertaire"). Nelle prime pagine del booklet allegato viene presentata l'attività del centro:
"Il centro culturale libertario è un luogo autogestito collettivamente e soprattutto lasciato per buona parte all'autonomia e alla presa di responsabilità delle persone che lo frequentano; è un luogo di incontro, scambio, di riflessione e di convivialità autogestito da individui che vogliono vivere le proprie utopie impugnando la propria esistenza senza gerarchie e autorità... Ci si può trovare una biblioteca, una libreria, un sala di lettura, una tipografia, un bar, una stazione radio, si fanno proiezioni video, esposizioni, spettacoli teatrali, conferenze, dibattiti, concerti, cene vegetariane e vegane.... tutto questo si iscrive in un progetto politico e militante: il C.C.L. non vuole in nessun caso essere una semplice sala per spettacoli o un luogo di consumo. Le serate organizzate al C.C.L. sono tutte serate benefit, di sostegno per determinate cause. Nel caso in cui non siano serate benefit per cause alle quali siamo solidali (lotta antifascista / razzista / sessista / omofobica / carceraria...), sono a sostegno del C.C.L. stesso nella misura in cui ci permettano di mettere insieme i fondi necesari alla sopravvivenza dello spazio, tutto nell'intento di conservare una totale indipendenza finanziaria (al C.C.L. non spetta nessuna sovvenzione). Inoltre, la maggior parte delle serate organizzate al C.C.L. sono a prezzo libero: non nella speranza di raccogliere il maggior numero di monete di piccolo taglio (svuota le tasche, compagno!) piuttosto nel tentativo di superare gli abituali rapporti capitalistici. Si prova a creare uno spazio che permetta a ciascuno di determinare il prezzo delle cose in funzione di quello che ritiene giusto e opportuno. Le poche serate a prezzo fisso permettono di di pagare le spese obbligate, tipo un gruppo che viene da lontano, cose che restano purtroppo ancora troppo arbitrarie ad un prezzo libero..."

Nella compilation, a fianco dei classici gruppi h.c. punk sono stati inclusi brani di hip-hop autorprodotto, folk algerino etc... etc... ciò dimostra che la scena d.i.y. francese è aperta ad espressioni musicali autogestite provenienti da contesti etnici differenti (cosa che da noi non accade) accomunati dall'autoproduzione, dalla comune estrazione dissidente e dall'attitudine antagonista. La comp contiene almeno un capolavoro: "Nous sommes" (Noi siamo) ad opera del combo hip-hop Calavera, una dichiarazione d'intenti dura, profonda e piena di lirismo: un manifesto per l'autonomia e l'autoproduzione, che parte dalla musica e si dirama nell'esistenza quotidiana, nel rapporto con le altre persone, all'insegna di un'inevitabile, e in taluni casi dolorosa, estraneità rispetto al sistema dei valori condivisi dalla società in cui viviamo.
Altre cose interessanti: l'ultima traccia "They Live!" dei Pekatralatak: un brano punk h.c. strumentale composto da campionamenti del cult-movie di John Carpenter "Essi Vivono" del 1988; un vero film anarcopunk! La trama: un vagabondo trova dei misteriosi occhiali neri; indossandoli vede la realtà per quella che é: molti esseri umani non sono altro che extraterrestri mascherati che condizionano l'esistenza della gente con messaggi pubblicitari subliminali. Il protagonista deciderà di ribellarsi con l'aiuto di un operaio di colore... inizierà quindi una "lotta di classe" in cui i nemici sono gli yiuppies anni '80 e la salvezza è in mano alla classe operaia. Wow! Da segnalare, infine, la pagina del booklet di Fuzzkhan, nella quale si invita ad una pratica interessante: quella di lasciare, senza autorizzazione e di nascosto, i propri dischi tra gli scaffali di un grande magazzino musicale, naturalmente gratis: "Masterizza i tuoi cd e piazzali nel più grande negozio di dischi della tua città senza dirglielo. Fallo e rifallo con regolarità". Sembra divertente!

>>> Download Benefit-comp for C.C.L. Lille (21 bands / 21 tks .mp3 + artwork /booklet .pdf - 84 mb.)

Nel testo di presentazione del C.C.L. si fa riferimento ad una pratica caratteristica della scena d.i.y. francese, quella del "prezzo libero". La compilation in questione viene appunto venduta a prezzo libero. In Francia (ma anche in altre scene che abbiamo visitato) viene posta particolare attenzione a tale pratica: anche le serate nelle quali abbiamo suonato erano a prezzo libero... Quella di proporre il cosidetto "prix libre" è una scelta che viene consapevolemte abbracciata e considerata un (seppur minimo!) tentativo di fuoriuscire dalle logiche del profitto e dall'abituale rapporto col denaro e con la merce che tutti sperimentiamo nella quotidiana esistenza nel Sistema. Un volantino raccattato da una distro a Grenoble chiarisce alcuni aspetti della cosa:
"Il prezzo libero è: "tu lascia quello che vuoi o quello che puoi". L'idea è che il denaro non deve essere mai un ostacolo tra noi e ciò implica una responsabilità di tutti. Come non è il "venditore" che fa il prezzo, colui che acquista può domandarsi quali sono le sue possibilità, quanto può dare in quel momento, quanto è costata la fabbricazione o la riproduzione dell'oggetto che ha davanti (fanzine, disco etc...etc...), quali spese ha determinato l'organizzazione del concerto o fino a che punto lui è interessato a sostenere o a partecipare all'iniziativa. Il prezzo libero sottintende dunque i concetti di riflessione, coscienza, autonomia, di solidarietà e di cambiamento. Se l'acquirente ha un po' più di soldi, può decidere di dare un po' di più, in modo da compensare per colui che è squattrinato, considerando che i ruoli possono invertirsi la volta successiva. Si tenta di superare un'attitudine puramente consumistica nella quale il gesto di acquistare è meccanico e spesso agito malvolentieri. L'acquirente viene considerato allo stesso livello del venditore, degno di confidenza, di comprensione e intelligente, e non un pollo da spennare! La pratica del prezzo libero cerca dunque di mettere in gioco un'alternativa al sistema capitalista mostrando un rapporto alternativo con il denaro. In effetti, nella nostra società capitalistica, la fabbricazione di un prodotto ha come obiettivo quello di portare il maggiore profitto possibile. Il prezzo delle cose è lo stesso per tutti, ma non tutti hanno lo stesso denaro: in questo modo si creano le disuguaglianze. Nel nostro piccolo, il prezzo libero permette dunque di provocare un corto-circuito nella logica del profitto e costituisce un esempio di sabotaggio del capitalismo, come molti altri."
In sostanza, la pratica del prezzo libero vuole da una parte smascherare l'ossessione per il profitto che tutti noi, figli più o meno consapevoli della stessa società, abbiamo e dall'altra proporre una riflessione sul rapporto con il denaro e con il valore (reale e non arbitrariamente imposto) delle cose. Convinti dell'efficacia destabilizzante della pratica del prezzo libero, anni fa, in occasione di un d.i.y. meeting al c.s.o.a. Garibaldi di Milano decidemmo di attuarla (in un contesto, come quello milanese, dove è del tutto sconosciuta); fu divertente osservare le reazioni degli avventori: alcuni furono presi dall'imbarazzo, altri dal panico; alcuni sfoderarono banconote da 5 o 10 euro, mentre altri si limitarono a frugare nelle tasche per poi tiranrne fuori alcuni centesimi e depositarli soddisfatti nella cassetta. Naturalmente l'esperimento ebbe come risultato quello di portare nella casse del centro meno di quanto avremmo potuto raccogliere con un prezzo d'entrata fisso. A molti sicuramente non parve vero di poter approfittare dell'occasione per risparmiare i soldi di una birra! Mi illudo comunque che l'esperimento abbia innescato in qualcuno quelle riflessioni che l'anonimo volantino francese sopra tradotto si auspica. Un cartello affisso all'entrata di uno dei nostri concerti in Francia recitava: "Prezzo libero è diverso da gratis! Solidarietà ai gruppi: la benzina non si piscia, gli amplificatori non si cagano". Ih, ih, ih...

03/07/07

[Live report]
21-22-23 giugno 07 @ Francia (Grenoble, St.Etienne, Saorge)
Nous sommes les Kalashnikov! Tour in Francia concluso: 3 date in 3 giorni, 1500 chilometri percorsi, gran mazzata anarcopunk con mandolini in fiamme e birra sgasata. L'amore dei francesi è stato abbondante: non possiamo che ringraziare commossi, con l'auspicio di tornare presto in quelle lande per un'ulteriore dose di rovina h.c. Un merci beaucoup a notre amis Clive che ha organizzato tutto al meglio e ci ha coraggiosamente seguiti per le tre date del tour con il suo furgone spompato.

Giovedì 21 giugno 07 @ GRENOBLE - "La Poulie" w/ Let Me Die Alone + Abhora.
Dopo un pranzo agghiacciante in un merdoso autogrill sulle alpi francesi, giungiamo a Grenoble: una cittadina incantevole (consigliata a tutti i punk romantici) e contemporaneamente centro nevralgico della cultura anarcopunk francese. Si trova in una piana circondata da montagne brulle e scoscese, ciò la rende molto suggestiva. "La Poulie" è una casetta occupata nel pieno centro della città, uno squat dove tutto è in miniatura: un cortiletto con il cancelletto, un baretto in un angolino, un saletta per concerti e una porticina a misura di puffo per accedere ad un mini-backstage. Tres jolie! Causa lo spazio angusto, l'atmosfera si satura subito di entusiasmo: i punx sbevazzano e si nutrono di cous-cous vegano. Mi scappa la pipì, vado in bagno: uh! Non esiste! C'è solo un catino con della segatura posizionato sotto una tettoia, nel cortile. Un po' maleodorante, ma funzionale, ehm... I Let me die alone sono una h.c. band di Grenoble: veterani punx a bestia, tutti pazzi. Seguono gli Abhora, interessantissima band di post-h.c. metallico, antagonista e davvero ben suonato:

>>> Download ABHORA “noir” + “émeute” .mp3 (11,7 mb.)

La sala concerti è più piccola della nostra sala prove, non ha palco e si suona in mezzo al pubblico: fantastico, la situazione che preferiamo, sinonimo di gran concerto rovina assoluta. E così è: balli sfrenati a piedi nudi, litri di sudore e birra sulla testa per rinfrescarsi: bordello regale. Dopo un'ora di concerto, complici l'umidità nell'aria, la birra rovesciata, il caldo tropicale e un impianto non proprio all'ultimo grido, abbiamo iniziato a percepire scosse elettriche trapassarci da parte a parte con conseguente formicolio agli arti, finché vere e proprie scariche di elettroshock non hanno steso al tappeto Sarta, fulminato il Don e costretto Milena a scagliare il microfono in aria. Attenzione: pericolo di morte! Abbiamo tuttavia continuato a suonare come pazzi guerrieri post-atomici copliti dalle radiazioni nucleari.

>>> Download KALASHNIKOV – live in Grenoble [VIDEO .flv format] (40 mb.)
* To see video: download RivaMediaPlayer for free >>> here

A fine concerto ci troviamo a dover declinare, nostro malgrado, l'invito ad una manifestazione notturna (!) contro Sarkozy e affamati ci rechiamo a consumare un kebab della staffa. La città è in agitazione: oggi è la festa della musica, che a tarda notte si è trasformata in una selvaggia occupazione delle strade a suon di tecno-dance ad altissimo grado alcoolico. Alcune auto della polizia irrompono sulla scena, ma presto vengono scacciate dalla folla inferocita. Noi ci allontaniamo kebab in pugno...

Venerdì 22 giugno 07 @ ST. ETIENNE - "100%" w/ A.P.L. + Consansguins
Dopo qualche ora di morte apparente, resuscitiamo. C'è un bel sole e gli uccellini cinguettano. Clive ci invita a pranzo a casa sua. Egli vive in una villetta occupata poco fuori dal centro di Grenoble: un ambiente primitivista, senza elettricità e acqua corrente. Mentre ci cucina del riso con l'acqua piovana raccolta in una tanica, ci accomodiamo nel giardino, accanto ad alcuni rottami e ad un mucchio di terra che assomiglia stranamente ad un tumulo funerario. Suona il campanello (un grappolo di lattine vuote attaccate ad una corda) e sopraggiungono alcuni amici che tuttavia non rendono onore alla tavola rifiutando il risotto di Clive. Maleducati! Dopo pranzo si parte per St.Etienne...
Il cielo è grigio e minaccia pioggia. Sotto questa luce St.Etienne ci appare una cittadina un po' depressa e poco interessante. Il 100% è un locale anarcopunk ricavato in un fabbrica dismessa, nella zona periferica della città; mantiene un fascino un po' da officina, da non-luogo industriale e suburbano.
Dentro l'ambiente è confortevole, anche se lo spazio è angusto, cupo e non ci sono le finestre. Ci fiondiamo come disperati sulla cena a base di insalata di pasta con cetrioli giganti e immancabile cous-cous. Nel frattempo, una ragazza allestisce una distro di materiale gratuito a disposizione dei presenti: tappi di cera per le orecchie, preservativi, lubrificante, manualetti per il sesso sicuro, un test per misurare il tasso etilico... un'idea davvero intelligente, un'ammirevole iniziativa di prevenzione per i punx.

>>> Download “Prevention set for punx”! (.pdf format) (12 mb.)

Niente soundcheck (i francesi non lo amano molto), il concerto inizia. Aprono gli A.P.L. giovane gruppo grind goliardico; il loro death metal da festa di fine anno scolastico è divertente, con brani dai titoli spassosi del tipo "Grind Day" e "Amour et Convivialité". Interessante la tecnica del chitarrista: suona partiture ultra-grind thrash-core senza plettro, con le dita nude! Uh!

>>> Download A.P.L. “boule quiès” + “amour at convivilité” .mp3 (4 mb.)

Fantastici i successivi Consanguins, folk-punk anarchico con flauto a traverso e doppio cantato maschile/femminile: sound traballante e un po' sghembo, un piacere per le mie orecchie stanche. Purtroppo non esiste traccia né in rete né su disco di questa interessante band.
Dopo vari tentativi a vuoto per problemi linguistici, sono riuscito a fare i complimenti al chitarrista verde-crestato, il quale mi ha baciato. I francesi non parlano molto bene l'inglese e noi pure, per cui comunicare non sempre è semplice. Per fortuna che c'è Sarta che ha il dono delle lingue come i profeti dell'antico testamento e improvvisa alcune frasi in spagnolo e in veneto. Il concerto dei Kalashnikov viene molto apprezzato dai presenti che ringraziano a suon di grida belluine e danze scomposte.
Quando la birra finisce la gente defluisce e anche noi ne approfittiamo per farci una sana dormita prima della temibile tappa dell'indomani....

Sabato 23 giugno 07 @ SAORGE - "Le Fortin" w/ Ewan + ? + Ouroboros + ?
Saorge... eravamo tutti curiosi: un paesino francese di 400 anime arroccato a seicento metri d'altitudine sulle montagne tra Nizza e Cuneo, a pochi chilometri dall'Italia. Che cosa ci faranno i Kalashnikov in questa amena località? Il viaggio da St.Etienne a Saorge è una palla: seicento chilometri. Matteo, il nostro fidato driver, se li spara tutti in endovena con grande professionalità. L'ultimo tratto di strada, in una gola maledetta scavata da un corso d'acqua, è un po' un casino, si sale e si scende, la carreggiata è strettissima, strapiombi un po' ovunque e uno stronzo tedesco ci fa prendere uno spavento folle piombandoci di fronte in mezzo alla strada...
Al villaggio ci accoglie Virgil, nostra guida per raggiungere Le Fortin (il Fortino!), dove suoneremo. Udiamo in lontananza rumore di ferraglia: sopraggiunge in una nuvola di polvere il furgone di Clive, arrancando sfinito lungo il crinale della montagna. Noi parcheggiamo e proseguiamo a piedi, bagagli in spalla, lungo i vicoli di Saorge tra le case di pietra e i boschi; imbocchiamo un sentiero appena accennato in mezzo alla foresta e finalmente eccoci: in prossimità di un burrone, in una radura, sorge Le Fortin, una specie di baita anarcopunk di montagna! Annalisa ringrazia Virgil donandogli una colomba Maina avanzata dalle festività pasquali che ci eravamo portati dietro da Milano come approvvigionamento di emergenza. Lui sembra un po' perplesso così Sarta si prende la briga di spiegargli il senso di quell'oggetto: "It's a food for a religious festival".
Ci vengono incontro i padroni di casa: una coppia di frakkettoni montanari sulla cinquantina, molto gentili ed ospitali che ci infilano subito in mano una birra artigianale di loro produzione e ci invitano a servirci presso il bouffet organizzato all'interno. Se vogliamo riposarci possiamo andare al secondo piano dove sono messi a disposizione alcuni letti, un bagno con acqua calda, una stanza ricreativa: che carini! Ma noi non stiamo nella pelle: questo è un posto pazzesco, sicuramente il più incredibile in cui ci siamo trovati a suonare! Sopraggiungono punx, freaks, crusties, abitanti dei boschi, pirati, spiantati ed ubriachi di varia natura... Le Fortin è una comune anarchica sulle montagne che credevo potesse esistere solo nelle leggende. Alcuni uomini selvatici preparano la legna per il falò, altri sfumazzano erba, mentre altri ancora si dilettano con tamburi, campanelli, flauti e violini seduti in circolo. Ci sono anche famiglie, mamme e papà hippie con bambini che scorrazzano a piedi nudi tra rocce e dirupi. Dentro intanto Ewan, un barbuto cantastorie dall'aspetto vichingo accompagnandosi con la chitarra e l'aiuto di percussioni minimali suonate da un'amica, intrattiene i commensali con alcune folk song dal gusto agreste. Dopo una breve pausa tocca ad un punk che ci propone, solo soletto, brani thrash-metal per chitarra elettrica e batteria elettronica. Fuori cala l'oscurità: non c'è illuminazione elettrica, solo un falò intorno al quale si riuniscono tutti i suonatori per improvvisare un mantra serale…

>>> Download punx & freaks music in Saorge .mp3 (2 mb.)

Nel fortino inizia il concerto degli Ouroboros, singolare formazione proveniente dai dintorni di Marsiglia e dedita ad un connubio musicale che dalle nostre parti sarebbe bollato come blasfemo, tra techno e folk-punk: drum-machine, chitarra elettrica, flauto e cantante metallaro che non disdegna metriche hip-hop. La loro musica è un sorprendente minestrone di dance, folk, rap, punk e reggae, davvero fantastico e il pubblico balla imperterrito per le oltre due ore di concerto!

>>> Download OUROBOROS “intro” + “le mond est fou” .mp3 (10,3 mb.)

Verso mezzanotte, montiamo tutto e diamo inizio al nostro gig: freaks e punx si scatenano in una danza orgiastica a pochi centimetri da noi. E' bellissimo poter suonare senza le divisioni create dal palco, in mezzo ai ragazzi e alle ragazze che cantano e ballano brandendo bottiglie di vino e lattine di birra!

>>> Download KALASHNIKOV – live in Saorge part 1 [VIDEO .flv format] (24 mb.)
>>> Download KALASHNIKOV – live in Saorge part 2 [VIDEO .flv format] (27,6 mb.)
* To see video: download RivaMediaPlayer for free >>> here

Dopo il concerto ci congediamo, mentre suona l'ultimo gruppo di cui ahimé abbiamo dimenticato il nome; mi ricordo solo un buon darkpunk con venature rockabilly. Ad ogni modo abbracciamo Clive, salutiamo Virgil e gli altri amici e ci allontaniamo nell'oscurità... Il ritorno alle tre di notte lungo il sentiero buio con il solo ausilio delle luci fioche emesse dai display dei nostri cellulari è una degna chiusura di questa romantica avventura. Il giorno dopo, come gli zombi del film di Lucio Fulci, in avanzato stato di decomposizione, emergiamo dai letti già vestiti e pettinati, e prendiamo a barcollare incoscienti verso Milano.
Au revoir, mes amis!