[Free books for punx]
Gilles Ivain, "Formulario per un nuovo urbanismo" (Maldoror Press, 2013)
[Sarta] Oggi parliamo di psico-geografia! Avete
mai pensato a quanto possano essere coercitivi gli spazi delle città?
Provate a fare attenzione ai cartelli in giro per strada: “L'accesso
è consentito solo al personale autorizzato!”, “Proprietà
privata, vietato l'accesso!”, “Attenzione questa è zona
militare!”, “L'area è videosorvegliata!”, “Velocità
rilevata … oltre il limite!”, “Lavori in corso … sloggiare!”,
“Attenzione, pericolo di morte!”. E senza contare tutte le regole
che la gente rispetta "automaticamente", ovvero camminare solo
sui marciapiedi anche se non passa nessuna macchina, non arrampicarsi
da nessuna parte anche se sarebbe divertente, non sostare su suolo
pubblico a fare un pic-nic anche se non dai fastidio a
nessuno... Insomma, lo spazio delle città in cui viviamo ci “educa”
a comportarci in un certo modo anche se non ce ne rendiamo conto. Ed
è qui che diventa divertente "giocare" alla “deriva” psicogeografica: perchè
non utilizzare i luoghi in maniera diversa, seguendo gli istinti
dettati dalla nostra soggettività? “In città (...) noi ci
annoiamo” scriveva Gilles Ivain, uno che aveva capito come lo
spazio delle nuove città capitaliste avrebbe cambiato il nostro modo
di comportarci. “Tra
l’amore e lo svuota-rifiuti automatico la gioventù di tutti i
paesi ha scelto e preferisce lo svuota-rifiuti”: esiste dunque un nesso
tra la forma dello spazio dove viviamo e i comportamenti.
D'altronde, le moderne metropoli non sono forse riconducibili a delle
grandi reti dove la gente si muove freneticamente per spostarsi dai
luoghi dove lavorare-consumare-riposare? E cosa fa la maggior parte della gente? Si sposta per lavorare, consumare e dormire!
Se
tutte le cose che abbiamo scritto fino ad ora vi sembrano anche solo
vagamente sensate, abbiamo qui una lettura che fa per voi: ovvero il
“Formulario per un nuovo urbanismo”, scritto da Gilles Ivain (al
secolo Ivan Chtcheglov) nel 1953 a Parigi, che è stato per la prima volta tradotto in
italiano nella sua versione integrale, dagli amici della MaldororPress. Si tratta di una edizione in e-book alla quale abbiamo
collaborato preparando delle illustrazioni ed una post-fazione, a corredo del
testo originale tradotto dall'amico Carmine Mangone e introdotto da
un contributo di Leonardo Lippolis (l'autore dell'ottimo “Viaggio al termine delle città”). E con questa speriamo finalmente di
trovare altri pazzi che ci aiutino a coronare il mio sogno di
organizzare un raduno anarcopunk dentro un'isola di traffico... avete
presente quegli svincoli nelle autostrade che generano quelle isole
rotonde che sono spazi verdi inaccessibili? Ecco, una di quelle....
[Free music for punx]
Kill the Cat, "φιλιά στο χάος" (cd, 2011)
E
a proposito di psicogeografia, se volete abbinare un buon disco alla
lettura, cogliamo l'occasione finalmente per postare sul blog
l'ultimo album degli amici greci Kill the Cat! Nella nostra ultima
trasferta ad Atene, l'amico Nik mi ha dato la ferale notizia che il
loro gruppo si é sciolto per scazzi personali tra loro ed ha
regalato ad ognuno di noi (e siamo tanti...) una copia del loro
ultimo disco dal bellissimo titolo "φιλιά στο χάος" ("Baciare il caos"). L'album vanta un artwork pieno di “rielaborazioni” di
mappe urbane e tutto il libretto è una raccolta di murales
scovati in giro per i muri sprayati di Atene.... wow! E' un peccato
che non ci siano più, perchè il loro sound è davvero....fuori
moda! E naturalmente proprio per questo ci piace: si tratta di una
sorta di ska-core come si faceva negli anni '90, ma con attitudine
sinceramente punk. Un
abbraccio a Nik per averci fatto questo dono, che noi naturalmente ci
teniamo a condividere con tutti voi malaka
attraverso il link qui sotto.
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