12/02/13

[Free music for punx]
IMPACT - Realtà mutabili
[Sarta] Durante il nostro concerto a Ravenna dello scorso 13 Aprile, scartabellando nel meraviglioso e fornitissimo banchetto di Ezio dei Le Tormenta (Equal Rights Forlì), ho rinvenuto questo libretto sugli Impact uscito circa un anno fa. "Realtà mutabili" ricostruisce la storia degli Impact, una storia fatta di provincia piena di noia e paranoia, tour organizzati per sentito dire senza strumenti nè ampli e tanto sudore rovina hc. Lo storico gruppo, che ci regalò assieme agli Eu's Arse una delle più belle copertine dei furiosi anni '80 che tutti conoscete, si racconta attraverso alcune chiacchierate che ripercorrono la storia del gruppo, protagonisti Janz, Gigo, Diego e Bistek (gli storici membri degli Impact), Aiace (voce fino al 1982), Vito (batterista tra il 1989 e il 1993), Pedro (bassista tra il 1989 e il 1993), Funzo (amico storico del gruppo) e Zambo (amico anche lui del gruppo nonchè batterista dei Wretched). Cosa porta anche noi a parlare dell'ennesimo libro sulla mitologica scena degli anni '80 italiana che tanto piace un po' ovunque nel mondo? La verità è nella frase di Gigo che trovate all'inizio del libro "Nell'ambiente punk non era vero che esisteva l'uguaglianza: c'erano i punk fighi e c'erano i punk sfigati. Noi eravamo nella categoria degli sfigati". Ecco, la consapevolezza della propria emarginazione, dell'essere esclusi da tutto, anche della scena punk che aveva come baricentro le città di Bologna, Milano e Torino si traduce nella volontà di costruirsi un'identità tutta daccapo, senza facili convenzioni: i gruppi degli anni '80 che i punx di oggi idolatrano come se appartenessero ad una mitologica età dell'oro della rovina h.c. hanno avuto il merito di costruirsi un'identità che oggi molti riciclano senza capire che, seguendo qualcuno, non gli si va mai davanti. "Ogni nuova generazione avrebbe il dovere di rimboccarsi le maniche e cercare di ripulire un po' il cesso. La novità era che noi trovavamo più giusto lasciare il cesso così come l'avevamo trovato. [...] La nostra fu una guerra segreta, privata, che come tutte le guerre ebbe le proprie tragedie, ma che a differenza di tutte le altre fece morti da una parte sola (la nostra, ovviamente)".

"Solo odio" (1985, Chaos prod.) "Ogni volta che sbatto contro la miseria intellettuale che dilaga ovunque e grazie alla quale il Potere di oggi può compiere indisturbato ogni sorta di abominio, riconosco la sconcertante lucidità con cui i punk adolescenti del 1980 avevano visto la merda che li aspettava al varco. Oggi si potrebbe dire che eravamo quasi ottimisti".
Da queste parole, si può c
apire il perchè di un titolo come "Solo odio". Ascoltato oggi, questo disco risulta suonato piuttosto bene per gli standard dell'epoca, con un suono bello secco, riffing rapido e cantato grezzo! Benvenuti nella provincia punk degli anni ottanta...

>>> Download "Solo Odio" (.rar - 39 mb)

2 commenti:

  1. "i gruppi degli anni '80 che i punx di oggi idolatrano come se appartenessero ad una mitologica età dell'oro della rovina h.c. hanno avuto il merito di costruirsi un'identità che oggi molti riciclano senza capire che, seguendo qualcuno, non gli si va mai davanti."

    in pochi righi riassunta il 90% della scena odierna che conosco,purtroppo è così.
    c'è poco coraggio di innovare,anche musicalmente,il punk.sembra che bastyino 2-3 cambi di tempo,3 accordi e frasi qualunque sull'odio,sulla borghesia e sullo stato.il valore delle parole si sta perdendo...

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