AKTUALA (arcaic-folk, primitivist music, Milano, Italy) - Discography 1973-1976
[Puj] Ed ora... qualcosa di completamente diverso. Il punk come lo intendiamo noi é sperimentazione di modalità "altre" di fare le cose e di stare insieme, sulla scia di quanto ci hanno insegnato i nostri vecchi anti-maestri (no gods, no masters!) dell'anarcopunk inglese ed italiano. Tuttavia, non è solo nel contesto della cultura punk che é possibile sperimentare, attraverso la musica, un approccio d.i.y. all'esistente; da sempre infatti siamo interessati alle espressioni musicali lontane dal punk, nelle quali però si può riscontrare quello spirito che a noi piace del punk. Vicende musicali border-line dove arte, vita e ricerca si fondono, nelle quali "suonare" non significa mettere le dita in un certo ordine sullo strumento, ma significa vivere un'esperienza esistenziale totalizzante.
La storia degli Aktuala ("attuale" in esperanto) si colloca in un periodo piuttosto fecondo per questo tipo di esperienze: la prima metà degli anni '70. I milanesi Walter Maioli (collezionista di strumenti antichi) e Daniele Cavallanti (sassofonista free-jazz), entrambi appassionati di musica primitiva e strumenti esotici, formano un collettivo di musicisti-archeologi dediti alla riscoperta della musicalità arcaica e primigenia. Maioli e Cavallanti registrano un primo omonimo album nel 1973 con una line-up aperta e variabile. Dal retrocopertina del disco: "Affinché nella pluricultura del Villaggio Globale, non si arrivi ad una monocultura standardizzata e global, dettata da un'unica scala temperata di 12 note". Numerosissimi gli strumenti utilizzati: oboe arabo, djembe, gong, balalaika, dulcimer, sitar, koborò, tablas... Tutti strumenti acustici, naturalmente.
Dopo una prima esperienza di vita condivisa in una comune in via Ripamonti a Milano assieme ad operai, studenti, tossici, giovani sbomballati etc.etc., i due decidono di trasferirsi in campagna e si stabiliscono in un mulino abbandonato risalente al XVII secolo, nella campagna intorno a Pistoia. Mettono insieme una comune questa volta di soli musicisti all'insegna dell'autogestione agricola. Un po' suonano, un po' raccolgono le olive. Risultato di questa vicenda artistico/contadina é l'album "Terra" (1974). Altisonante la dichiarazione di Maioli in un'intervista dell'epoca: "Non si può fare musica naturale, se non si vive una vita naturale. In campagna abbiamo imparato a raccogliere le olive, oltre che i suoni. Gli strumenti che utilizziamo sono strumenti naturali... sono i primi trovati in natura dall'uomo, come la conchiglia, o fatti da lui con i materiali più semplici, a portata di mano. Vogliamo ritornare all'origine della musica, quando gli uomini si sentivano nella natura, ne ascoltavano le voci e le riproducevano come potevano".
Demetrio Stratos degli Area definì la musica degli Aktuala "un pastone timbrico" e accusò la band, con i suoi maldestri raga indo-maccheronici, di "arrecare offesa al proletariato indiano". Ah, ha, ah! In realtà, la durezza del giudizio di Stratos, nasceva da un'attitudine trombona tipica dell'epoca, che voleva tutti i musicisti cantori del Sol dell'Avvenire: gli Aktuala non erano un gruppo di partito, né i portavoce di un popolo oppresso, e nemmeno erano interessati alla ricerca e alla filologia musicale in sè e per sé; erano piuttosto un collettivo anarchico dedito alla sperimentazione esistenziale attraverso la musica. Ciò si rispecchiava anche nelle loro scelte live un po' naif, di fatto molto più autenticamente "proletarie" di quelle dei loro colleghi rockettari: niente festival di musica d'avanguardia, niente raduni del Movimento Studentesco, niente università, niente teatri, ma piazze, marciapiedi, strade, prati e altre situazioni improvvisate in mezzo alla gente: si stendeva un tappeto e si suonava. Poi, a metà concerto, la band faceva il té e lo offriva agli spettatori!
Tra il 1975 e il 1976, dopo la faccenda delle olive, gli Aktuala trascorrono un po' di tempo in Marocco. Vagano nel deserto, conoscono i musicisti locali, registrano frammenti di musica, imparano a suonare gli strumenti primitivi del Maghreb. Tornano a Milano e registrano l'album dal ridicolo nome di "Tappeto Volante", poi si sciolgono, ma Maioli continuerà a suonare e ad interessarsi di musica primitiva, dedicando tutta la sua esistenza a questo tipo di ricerche.
"Terra" é forse il loro album più riuscito, più compiuto, mentre l'esordio quello più selvaggio e quindi entusiasmante. Tappeto volante invece é musicalmente scassato (e funestato da una registrazione fatta col walkman in mezzo al deserto), ma è il più evocativo. Quindi? Quindi eccovi tutti e tre gli album degli Aktuala qua sotto, ovvero la discografia completa! Mummie, siete pronte per il vostro cazzo di viaggio mistico?
>>> Download Aktuala discography (1973 - 1976) in .mp3 (.rar - 185 mb.)
[Puj] Ed ora... qualcosa di completamente diverso. Il punk come lo intendiamo noi é sperimentazione di modalità "altre" di fare le cose e di stare insieme, sulla scia di quanto ci hanno insegnato i nostri vecchi anti-maestri (no gods, no masters!) dell'anarcopunk inglese ed italiano. Tuttavia, non è solo nel contesto della cultura punk che é possibile sperimentare, attraverso la musica, un approccio d.i.y. all'esistente; da sempre infatti siamo interessati alle espressioni musicali lontane dal punk, nelle quali però si può riscontrare quello spirito che a noi piace del punk. Vicende musicali border-line dove arte, vita e ricerca si fondono, nelle quali "suonare" non significa mettere le dita in un certo ordine sullo strumento, ma significa vivere un'esperienza esistenziale totalizzante.
La storia degli Aktuala ("attuale" in esperanto) si colloca in un periodo piuttosto fecondo per questo tipo di esperienze: la prima metà degli anni '70. I milanesi Walter Maioli (collezionista di strumenti antichi) e Daniele Cavallanti (sassofonista free-jazz), entrambi appassionati di musica primitiva e strumenti esotici, formano un collettivo di musicisti-archeologi dediti alla riscoperta della musicalità arcaica e primigenia. Maioli e Cavallanti registrano un primo omonimo album nel 1973 con una line-up aperta e variabile. Dal retrocopertina del disco: "Affinché nella pluricultura del Villaggio Globale, non si arrivi ad una monocultura standardizzata e global, dettata da un'unica scala temperata di 12 note". Numerosissimi gli strumenti utilizzati: oboe arabo, djembe, gong, balalaika, dulcimer, sitar, koborò, tablas... Tutti strumenti acustici, naturalmente.
Dopo una prima esperienza di vita condivisa in una comune in via Ripamonti a Milano assieme ad operai, studenti, tossici, giovani sbomballati etc.etc., i due decidono di trasferirsi in campagna e si stabiliscono in un mulino abbandonato risalente al XVII secolo, nella campagna intorno a Pistoia. Mettono insieme una comune questa volta di soli musicisti all'insegna dell'autogestione agricola. Un po' suonano, un po' raccolgono le olive. Risultato di questa vicenda artistico/contadina é l'album "Terra" (1974). Altisonante la dichiarazione di Maioli in un'intervista dell'epoca: "Non si può fare musica naturale, se non si vive una vita naturale. In campagna abbiamo imparato a raccogliere le olive, oltre che i suoni. Gli strumenti che utilizziamo sono strumenti naturali... sono i primi trovati in natura dall'uomo, come la conchiglia, o fatti da lui con i materiali più semplici, a portata di mano. Vogliamo ritornare all'origine della musica, quando gli uomini si sentivano nella natura, ne ascoltavano le voci e le riproducevano come potevano".
Demetrio Stratos degli Area definì la musica degli Aktuala "un pastone timbrico" e accusò la band, con i suoi maldestri raga indo-maccheronici, di "arrecare offesa al proletariato indiano". Ah, ha, ah! In realtà, la durezza del giudizio di Stratos, nasceva da un'attitudine trombona tipica dell'epoca, che voleva tutti i musicisti cantori del Sol dell'Avvenire: gli Aktuala non erano un gruppo di partito, né i portavoce di un popolo oppresso, e nemmeno erano interessati alla ricerca e alla filologia musicale in sè e per sé; erano piuttosto un collettivo anarchico dedito alla sperimentazione esistenziale attraverso la musica. Ciò si rispecchiava anche nelle loro scelte live un po' naif, di fatto molto più autenticamente "proletarie" di quelle dei loro colleghi rockettari: niente festival di musica d'avanguardia, niente raduni del Movimento Studentesco, niente università, niente teatri, ma piazze, marciapiedi, strade, prati e altre situazioni improvvisate in mezzo alla gente: si stendeva un tappeto e si suonava. Poi, a metà concerto, la band faceva il té e lo offriva agli spettatori!
Tra il 1975 e il 1976, dopo la faccenda delle olive, gli Aktuala trascorrono un po' di tempo in Marocco. Vagano nel deserto, conoscono i musicisti locali, registrano frammenti di musica, imparano a suonare gli strumenti primitivi del Maghreb. Tornano a Milano e registrano l'album dal ridicolo nome di "Tappeto Volante", poi si sciolgono, ma Maioli continuerà a suonare e ad interessarsi di musica primitiva, dedicando tutta la sua esistenza a questo tipo di ricerche.
"Terra" é forse il loro album più riuscito, più compiuto, mentre l'esordio quello più selvaggio e quindi entusiasmante. Tappeto volante invece é musicalmente scassato (e funestato da una registrazione fatta col walkman in mezzo al deserto), ma è il più evocativo. Quindi? Quindi eccovi tutti e tre gli album degli Aktuala qua sotto, ovvero la discografia completa! Mummie, siete pronte per il vostro cazzo di viaggio mistico?
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