[We talk about...]
Tom Regan
[Sarta] Tom Regan! Il simpatico e pingue signore americano che vedete ritratto qui in foto è un illustre docente della North Carolina State University. Vi starete chiedendo, “Che cosa ci fa un barboso docente universitario sul blog dei Kalashnikov”? Calma, si dia il caso che costui sia il principale teorico del movimento animalista A.R.A. (Animal Rights Advocates) e abbia scritto una manciata di libri a riguardo che vale la pena di leggere. La cosa che trovo tremendamente interessante di quest’uomo è la progettualità che mette in ogni sua opera: i suoi libri hanno l’intento di fornire spessore teorico-concettuale alla pratica del veganesimo e dell’animalismo, che troppo spesso si confondono (o vengono di proposito confuse dai detrattori) con sentimentalismo o una lotta contro la stessa natura umana. In realtà, il buon Tom ci fa capire come la difesa dei diritti animali sia una pratica profondamente rivoluzionaria, nel senso più autentico del termine, cioè che mira ad uno stravolgimento dell’attuale sistema di vita/produzione. E, pertanto, fichissima. In breve, egli ci fornisce di potenti strumenti teorici a supporto del radicalismo animalista: ragazzi, roba utile, se usata con un po’ di senso critico!
“Gabbie Vuote – La sfida dei diritti animali” (Sonda ed. 2005) è una brillante introduzione alle tematiche vegan, trattate prevalentemente dal punto di vista morale. Ma attenzione! Non è un noioso libro di pedanti quisquiglie filosofiche, piuttosto si tratta della progressiva conquista, da parte di un uomo qualunque, di un nuovo modo di vivere, non più fatto di privazioni (come spesso viene presentato lo stile di vita vegano) ma di continue e stimolanti scoperte. Ed è inoltre un libro utile a smascherare alcuni meccanismi tipici del sistema mass-mediatico, atti a detrarre qualsiasi pratica che proponga un’alternativa ai modelli vigenti, mettendo da una parte dei “moderati” dai costumi sobri e misurati (=tutti coloro che acconsentono al sistema), dall’altra degli “esaltati” radicali e pericolosi fautori della distruzione della civiltà dell’uomo (= chiunque proponga una variazione dei modelli vigenti). La narrazione si dipana per progressivo accumulo di indizi, a partire dalla scoperta del perché noi umani crediamo di avere dei diritti inalienabili, i cosiddetti “diritti umani” (il diritto alla vita, all’integrità fisica e alla libertà) ritenuti ormai una concetto acquisito, anche se mai messo in pratica, dalla nostra società. A quel punto, attraverso un’incredibile avventura dell’intelletto, viene svelato dinnanzi a noi uno scenario all’interno del quale non vi è motivo plausibile per non allargare questi stessi diritti anche agli animali. Il fatto che noi abbiamo i diritti che abbiamo è da ricondurre al nostro essere “soggetti di una vita”, cioè portatori dentro di noi del miracolo inspiegabile dell’esistenza.
Che altro dire? Leggete, compagni, leggete!
“Gabbie Vuote – La sfida dei diritti animali” (Sonda ed. 2005) è una brillante introduzione alle tematiche vegan, trattate prevalentemente dal punto di vista morale. Ma attenzione! Non è un noioso libro di pedanti quisquiglie filosofiche, piuttosto si tratta della progressiva conquista, da parte di un uomo qualunque, di un nuovo modo di vivere, non più fatto di privazioni (come spesso viene presentato lo stile di vita vegano) ma di continue e stimolanti scoperte. Ed è inoltre un libro utile a smascherare alcuni meccanismi tipici del sistema mass-mediatico, atti a detrarre qualsiasi pratica che proponga un’alternativa ai modelli vigenti, mettendo da una parte dei “moderati” dai costumi sobri e misurati (=tutti coloro che acconsentono al sistema), dall’altra degli “esaltati” radicali e pericolosi fautori della distruzione della civiltà dell’uomo (= chiunque proponga una variazione dei modelli vigenti). La narrazione si dipana per progressivo accumulo di indizi, a partire dalla scoperta del perché noi umani crediamo di avere dei diritti inalienabili, i cosiddetti “diritti umani” (il diritto alla vita, all’integrità fisica e alla libertà) ritenuti ormai una concetto acquisito, anche se mai messo in pratica, dalla nostra società. A quel punto, attraverso un’incredibile avventura dell’intelletto, viene svelato dinnanzi a noi uno scenario all’interno del quale non vi è motivo plausibile per non allargare questi stessi diritti anche agli animali. Il fatto che noi abbiamo i diritti che abbiamo è da ricondurre al nostro essere “soggetti di una vita”, cioè portatori dentro di noi del miracolo inspiegabile dell’esistenza.
Che altro dire? Leggete, compagni, leggete!
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