[We talk about…]
MUSIC! – parte 3.
[A ingarbugliare il discorso su forma/contenuto nella musica antagonista, un volantino d’annata distribuito dai Detonazione al pubblico di un loro concerto, Udine 1983. Di nuovo in campo l’esigenza di accordare forma e volontà dissidente, qui espressa con assoluta chiarezza e linearità. Come non essere d’accordo?]
Ci piacerebbe che si discutesse di più del rapporto che intercorre fra tendenza politica e forma musicale, e questo volantino vorrebbe essere uno stimolo a farlo. A nostro parere il capitalismo è in grado di assorbire e neutralizzare qualsiasi opinione, qualsiasi sia la forma che la “riveste”. E ciò perché è la forma stessa che nel momento in cui si sclerotizza, neutralizza il messaggio che contiene. Il problema, però, si risolve se questo veicolo (la musica) su cui noi vogliamo fa viaggiare le nostre idee, viene continuamente reinventato, stravolto senza fossilizzarsi sui soliti schemi, solitamente importati dall’estero. Creare musica originale, personale, anticonvenzionale, è una pratica eversiva straordinariamente efficace in un mondo dove vorrebbero farci essere tutti uguali, grigi e privi di fantasia. Se la musica è un mezzo per favorire la crescita collettiva ed individuale, è ovvio che essa dovrà seguire, o meglio precedere questa crescita, e non rimanere perennemente uguale a se stessa.
MUSIC! – parte 3.
[A ingarbugliare il discorso su forma/contenuto nella musica antagonista, un volantino d’annata distribuito dai Detonazione al pubblico di un loro concerto, Udine 1983. Di nuovo in campo l’esigenza di accordare forma e volontà dissidente, qui espressa con assoluta chiarezza e linearità. Come non essere d’accordo?]
Ci piacerebbe che si discutesse di più del rapporto che intercorre fra tendenza politica e forma musicale, e questo volantino vorrebbe essere uno stimolo a farlo. A nostro parere il capitalismo è in grado di assorbire e neutralizzare qualsiasi opinione, qualsiasi sia la forma che la “riveste”. E ciò perché è la forma stessa che nel momento in cui si sclerotizza, neutralizza il messaggio che contiene. Il problema, però, si risolve se questo veicolo (la musica) su cui noi vogliamo fa viaggiare le nostre idee, viene continuamente reinventato, stravolto senza fossilizzarsi sui soliti schemi, solitamente importati dall’estero. Creare musica originale, personale, anticonvenzionale, è una pratica eversiva straordinariamente efficace in un mondo dove vorrebbero farci essere tutti uguali, grigi e privi di fantasia. Se la musica è un mezzo per favorire la crescita collettiva ed individuale, è ovvio che essa dovrà seguire, o meglio precedere questa crescita, e non rimanere perennemente uguale a se stessa.
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