25/10/06

[Retrospettiva]
101% ODIO (pre-kalashnikov!) – Punk da Milano 1995 – 1999.
[Sarta] Che nostalgia! I “101% Odio” sono stati la nostra prima band, un distillato di assoluta rovina anarcopunk!!! Autunno 1995, io, Puj, Ghallonz e Rissa: eravamo giovani, stupidi e particolarmente brutti; provavamo all’oratorio, in una sgangheratissima saletta allestita abusivamente dal prete (quest’ultimo veniva naturalmente tenuto all’oscuro dei contenuti della nostra musica). I modelli di riferimento erano i gruppi hardcore degli anni ottanta, soprattutto italiani, che ci sparavamo nelle orecchie da cassettine merdosamente registrate, acquistate per pochi soldi bucati. A quei tempi nessuno sapeva bene come fare per registrare un disco o per organizzare un concerto: tutto era in balia del caso. Il nostro primo concerto fu al liceo, durante la festa scolastica di Natale. Un disastro totale. La strumentazione era costituita da: un vecchio amplificatore per tastiere degli anni ’70 a cui erano attaccati sia la chitarra che il basso; una batteria presa in prestito; un impianto voce da karaoke, fornitoci dalla scuola (lo stesso col quale il preside faceva il suo consueto discorso di inizio anno). La voce ovviamente non si sentiva neanche lontanamente, la chitarra era irreversibilmente scordata e il mio basso scoreggiava. Mi ricordo che gran parte dei compagni/e di classe non mi rivolse più la parola per almeno 5-6 mesi. Pensavano fossi un malato di mente. Forse avevano ragione!
[Ghallonz] Cazzo, sedici anni. A volte ci penso e rido dalla malinconia. Era il 1995 e sui banchi di scuola io e Sarta pensavamo di mettere su una band. Lui aveva comprato un basso Yamaha per mancini, a Natale ’94, e Kurt Cobain s’era fucilato in volto.
Ma la spinta motivazionale, almeno per me, era un’altra. Avevo sedici anni, ed all’inizio forse mi misi in mezzo un po’ per gioco, un po’ sperando che la cosa facesse colpo sulle portatrici sane di vulva che mi circondavano. Poi, gradualmente, mi resi conto che c’era un motivo diverso a spingermi a prendere quel microfono in mano, abbandonare le cover dei cazzo di Nirvana e scrivere dei testi io, ogni lunedì sera fare il bravo bambino per penetrare all’oratorio della Bovisa, attaccare i cavi e far sanguinare la laringe…
Volevo gridare. Sic et simpliciter: Gridare. Volevo che chi avevo di fronte ascoltasse cosa avevo da dire, come la pensassi, non essere trattato come il nerd sfigato, asociale, emarginato che ero sempre stato. Non me ne fregava più davvero un cazzo di fare i capelli verdi per essere un fan dei Rancid o dei Nofx, no, volevo esprimere 101%ODIO da ogni poro ed i capelli verdi li facevo perché cantavo io. Perché su quel pulpito volevo salirci io. Perché volevo sbraitare sputacchiando infervorato in faccia alle succhiacazzi pigliainculo puritane pulitine, ai tabbozzi imbottiti ras delle strade di Bruzzano, ai fighetti effemminati in jeans e camicia che ti guardavano come fossi un barbone ma a puzzare di sudore poi erano i loro testicoli, ai professori passivi e subdoli, senza spina dorsale, al mondo ipocrita e benpensante. Volevo spiegare al mondo intiero che era finita, che gli avrei spaccato il culo finchè non sarebbe cambiata, speravo davvero di potere tutto con un semplice grido, a sedici anni.
[Puj] Di quell’oscuro periodo è sopravvissuta una cassettina demo, registrata in un’ora e mezza, ovviamente in presa diretta, con un microfono piazzato al centro della sala prove; si tratta dell’unica release ufficiale dei 101% odio, stampata (si fa per dire) in un centianio di esemplari. L’artwork realizzato a mano, con forbici, colla e scolorina, poi fotocopiato dal cartolaio. Musica di un’altra era? Titoli come “In culo alla legge” e “T’ammazzo la mamma” sono classici senza tempo, inni per nerds disadattati e teppisti brufolosi. Il demo-tape “101% Odio” costava 5.000 lire, ora lo potete scaricare da qui sotto… gratis, naturalmente!

101% ODIO demo-tape tracklist:

1. Dai vieni fuori [1:01]
2. In culo alla legge [2:17]
3. Odio la gente [2:23]
4. Urlo dal fondo [2:22]
5. I hate people (*cover degli Anti-Nowhere League) [2:05]
6. T’ammazzo la mamma [2:03]
7. Omologazione [1:28]
8. Punk’s not dead (*cover degli Exploited) [0:52]
9. Tamarro [1:09]
10. Nazi fuck off! [1:26]
11. Alternative (*cover degli Exploited) [1:23]
12. Follia [2:20]
13. 101% Odio [3:04]

>>> Download 101% Odio demo-tape + artwork + flyer (file RAR - 66 mb.)

[Sarta] Il secondo concerto dei 101% fu tutta un’altra cosa. Un pomeriggio ci giunge la chiamata di un certo Toni, fonico del Laboratorio Anarchico, che ci chiede se avessimo voglia suonare, un sabato sera di lì a poco, con gli Alterazione da Messina e i Frammenti da Torino. Sissì! gli diciamo noi. Avremmo scoperto solo anni dopo di aver diviso il palco del nostro primo concerto “serio” con due bands storiche!!! La nostra prestazione fu onesta: per essere 4 babbei, ce la cavammo più che dignitosamente. Un punkabbestia con la toppa degli Oi Polloi ci fece molti complimenti, anche se ricordo che ci contestò la scelta di fare una cover degli Indigesti (“Sogni a doppie vie”) e degli Exploited (“Alternative”) nello stesso live. Mi chiedo ancora cosa volesse intendere… Gli Alterazione suonarono un’ora e passa: ottimo show, già conoscevamo le loro canzoni, visto che avevamo scambiato materiale con il cantante Antonio. Verso le 2 di notte iniziarono a suonare i Frammenti, un gruppo a me all’epoca totalmente sconosciuto: folgorazione! Ricordo che c’era un casino di gente e un pogo selvaggio. Mi rimase impressa nella mente l’immagine di quei cinque che mostravano una straordinaria sicurezza sul palco, parlavano col pubblico e lo insultavano pure perché gli chiedeva delle canzoni che non volevano fare. Molto divertenti i siparietti in cui un chitarrista diceva all’altro di accordarsi e suonare meglio, insultandolo palesemente. Quell’atteggiamento, ad dire il vero un po’ snob, mi colpì moltissimo: eppoi che razza di modo di cantare era quello ? Che testi strani, mai sentito nulla di simile. Si può fare una cosa del genere ??? Naturalmente, quella sera, acquistammo tutti i dischi dei Frammenti: realizzai molto più tardi l’importanza che quel gruppo ebbe sul mio modo di concepire la musica.
[Puj] In quel periodo eravamo soliti trascorrere i nostri sabati sera al Laboratorio Anarchico di via De Amicis, a Milano: si trattava di uno stabile lurido, occupato da anarchici e punx, dove si organizzavano spessissimo concerti; un tugurio, umido, sgarrupato, frequentato dalla peggio gente e del tutto inospitale, ma su noi pivelli esercitava un fascino indescrivibile. Lì viveva la postina Patti, quella che poi venne imputata per la bomba esplosa a Palazzo Marino; lì passavano gruppi incredibili da tutto il mondo; lì si trovavano le distro con i dischi più crasti e rumorosi; lì c’erano sempre punkabbestia ubriachi e molesti con cui parlare senza capirsi. Nell’estate del 1997 il Laboratorio fu sgomberato: in quattro e quattro otto i punx si ritrovarono col culo sul marciapiede, le bandiere nere furono ritirate dalle finestre e l’entrata murata. Oggi, dopo il restauro, è un lussuoso stabile nel cuore della zona alternative-chic della Milano da pippare, costellata di localini trendy per bocconiani e boutique ultra-fighe che vendono vestiti a prezzi davvero poco fighi. I tempi del Laboratorio sono lontanissmi. Un pezzo della nostra giovinezza è svanito per sempre!……
Tornando ai 101%, bisogna ammettere che la loro carriera concertistica non fu così spregevole come si può immaginare: pur essendo un gruppo di sfigati, suonammo in alcuni dei principali c.s.o.a. dellla città ed anche un po’ fuori….. Nell’archivio scaricabile (da qui sotto) troverete una raccolta di materiale live dei 101: alcune mostruose tracce audio registrate chissà dove, un video girato nella cantina dell’oratorio e diversi flyer. Che dire: cento uno per cento odio contro la musica!

>>> Download 101% Odio - Archivio 1995-1997 [mp3/mpeg/jpeg] (file RAR - 50 mb.)

[Ghallonz] Merda, ventotto anni. Ventotto anni ed in mano non ho un cazzo, a parte il mio. Ventotto anni e sono ridotto a vivere ai margini di un sistema, certo in maniera agiata, ma ai margini. Ridotto a suonicchiare tre note di synth nei Kalashnikov. Ridotto a tenere insieme con il nastro adesivo e la pazienza dell’attesa i SE77EVOL7ERONIN. Stringo sabbia nelle mani, e la brezza sussurra di rassegnarmi, perché io non posso niente. Niente di grosso, perlomeno. Sono un perdente che ha perso. Scrivo, lo faccio da solo, e mi par di riassaporare un vecchio sapore, è una specie di ricordo alla ricerca del tempo vissuto, una madeleine acre come l’umore vaginale. Ho vissuto un’era in cui io ero il mio dio, non nell’accezione autoidolatrante del narcisismo, ma in quello della volontà di potere, del potere di volere. Ho vissuto un’era in cui potevo tutto e sentivo di stare creando qualcosa. Quell’era si chiamava 101%ODIO. Viverla fu sangue e sudore, rabbia e dolore. Ma dolce.
È giusto tributargli ciò che fu suo. Ed è giusto, credo, malinconicamente portarsi sempre dentro quegli splendidi momenti insieme, io, Sarta, Puj, Boia (che poi era Rissa). Ma per rispetto a quegli anni, ora devo andare avanti. In quegli anni, cominciò la mia caduta. Ora, devo completarla e, come Bruce Lee, usarla come slancio per il prossimo attacco.
[Sarta] Concludiamo questo ex-cursus sulla storia del 101% Odio, misconosciuta band della nostra gioventù bruciata, con una raccolta di “materiale postumo”: da qua sotto è scaricabile una registrazione effettuata nell’autunno del 2004 da me e da Ghallonz, in maniera totalmente autarchica; ci tenemmo a farla, per avere almeno un ricordo di quelle vecchie canzonacce crustose, appartenenti all’ultima fase di vita della band, scioltasi nel 1999 un po’ per scazzo e un po’ perché i Kalashnikov incombevano all’orizzonte… Buon ascolto !

101% Odio – Antologia postuma tracklist:

1. Senza via d’uscita [2:01]
2. Autorità = Morte! [1:01]
3. Inquisizione [2:20]
4. Tre chiodi [1:57]
5. Neve nera [1:29]
6. Polizia di merda [1:46]
7. Stupida pedina [0:25]
8. Indelebile Sangue di Guerra [1:39]
9. Radikale [1:43]
10. Finirà mai? (*cover dei Wretched!) [1:04]

09/10/06

[Album]
KALASHNIKOV – Gashadokuro (2006) – 6 tks.
“Mentre cercava di dormire fu svegliato da un gemito proveniente da un punto molto vicino; la voce si lamnentava in continuazione, dicendo di provare un forte dolore ad un occhio. Quando giunse l’alba si guardò in giro, ma trovò soltanto un teschio con una delle orbite vuote attraversata da una canna di bambù...”. Quando i rancori dei morti sprofondati nelle paludi della guerra si accumulano fino a trasudare dalle tombe, allora si addensa uno spirito chiamato Gashadokuro (taschio-bambino) che nel buio assale gli uomini e non li fa sognare. Antica leggenda giapponese.
Gashadokuro non è esattamente un album dei Kalashnikov, ma di una parte del collettivo che si è voluta servire di una forma espressiva differente per dipingere in musica. In guardia: si tratta di un disco molto cupo, del tutto nero. Io, Sarta e Don, sfruttando un periodo solitamente poco intenso per l’attività del gruppo (le feste natalizie!) ci siamo rinchiusi nello studio casalingo e, con l’aiuto di marchingegni elettronici di vario tipo, abbiamo sintetizzato un linguaggio per noi assolutamente inedito. I titoli raccontano la musica, ma la musica potrebbe raccontare molto più dei titoli che le sono stati attribuiti, a patto che ciascuno di voi/noi approfitti dei secondi, dei minuti che scorrono sul display per immaginare. Musicalmente, Gashadokuro è come un pezzo dei Discharge rallentato e dilatato all’infinito; come un disco grind-core senza ritmo. Abbiamo voluto trattare il tema della guerra, come fanno comunemente tantissime crust-band, ma con un linguaggio differente. Le due foto che compongono la copertina e il retro del disco fanno parte di una sequenza scattata in Vietnam dal fotografo inglese Larry Burrows; come il suo maestro Robert Capa, anch’egli morì in territorio di guerra, in Laos nel 1971. La sequenza ritratta mostra l’uccisione del pilota di un elicottero statunitense ad opera dei Vietcong. L’orrore irrompe nel qui e nell’ora dei soldati attorno... [Puj].

Gashadokuro tracklist:

1. Overture: una trincea di sangue [10:57]
2. Le stelle si staccano dal cielo [6:05]
3. Requiem: solo allora capirai che potevi far qualcosa... [6:20]
4. I passi di danza della principessa cannibale [7:19]
5. Il freddo involucro della bomba H [7:53]
6. Departure: fantasmi di una guerra qualsiasi [3:21]

>>> Download KALASHNIKOV “Gashadokuro” album (file RAR – 100 mb. circa)

03/10/06

[Fanzine]
NAPARTACHILI # 5 (Russia - 2005)
Nella nostra vita di D.I.Y.-trader poche volte ci è capitato di imbatterci in una fanzine come Napartachili! Un esempio di artigianato punk davvero terminale: copertina in cartone da imballaggio tagliato alla cazzo, tenuto insieme da una fascia di juta incollata; sul davanti un dipinto a spray, fatto con lo stencil. Il tutto rilegato con ago e filo! Napartachili è arte D.I.Y., mica stronzatine fotocopiate dal cartolaio! Comunicazione punk a tutto tondo, senza esclusione di colpi. Il numero cinque, che potete scaricare qua sotto, contiene un’intervista ai Kalashnikov; se avete dimestichezza con il russo...
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