L'antica e sapiente pratica del fanzinaro...
[Sarta] Riflettevamo l'altro giorno: che senso
hanno oggi i blog? Dopo un grande exploit iniziale, sembra che pochi
attualmente se ne interessino o li aggiornino con continuità. Troppo
impegnativi! Nell'Era del Trionfo Imperante dei Social Network (©) tutti
noi preferiamo pubblicare ciò che facciamo/pensiamo/vediamo attraverso sintetici post su fb: frasi brevi, una foto, un link, un
tag...tutto deve fluire semplice e veloce. Se scrivi un post di più
di 10 righe, allora rassegnati ad avere un riscontro pericolosamente
rasente allo zero, se non addirittura qualcuno che ti insulta perchè
“oh, zio, non ho tempo di leggere tutto 'sto pippotto” (è accaduto, giuro). Sembrerebbe che fermarsi a pensare, riflettere e
problematizzare ci renda...davvero poco social!
Ma a parte questo (e ho già sforato le
10 righe....ah, ma tanto sono sul blog! Tiè!) c'è una cosa che i
social network non hanno ancora messo - sorprendentemente - fuori gioco: le fanzine di carta!
Nell'ultimo periodo mi sono reso conto di aver collezionato un sacco
di materiale molto interessante ed eterogeneo, tutto rigorosamente
diy. E, dunque, dato che mi piace pensare, riflettere e
problematizzare ma soprattutto condividere, ve ne propongo qui sotto
una selezione ovviamente sleale ed arbitraria in base a quello che mi
è rimasto sotto mano...buona lettura!
Attacca la metropoli! (by SaraPop)
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“Noi definiamo la realtà
attraverso il confronto, per questo ci è difficile comprendere ciò
di cui non vediamo i margini (…), come per un pesce è difficile
definire l'acqua”. Con queste parole si apre “Attacca la
metropoli”, una simpatica fanzine a cura di Sara Pop, un prontuario
di pratiche sovversive per districarsi tra gli inganni del nostro
vivere quotidiano tra il cemento delle nostre città. Organizzarsi in
piccole reti di sussistenza solidale, occupare, vivere di espedienti,
sabotare i contatori di gas ed eletricità, boicottare i consumi,
recuperare, espropriare e aderire al “nun te pago”: tutte
modalità di difesa/attacco verso il conformismo e le regole della
metropoli! Nell'introduzione si legge: “La metropoli è
l'organizzazione quotidiana della vita nel capitalismo, la sua
caratteristica è la serialità. Nella metropoli ogni giornata è
uguale all'altra esattamente come ogni Autogrill, ogni panino
McDonald, ogni negozio H&M è uguale all'altro. La metropoli
trasmette a ripetizione un unico messaggio: tutto quello di cui hai
bisogno può essere comprato e consumato. La metropoli è il nemico
di tutti i giorni, modella la nostra vita, stabilisce tempi e spazi,
ci ingabbia in mostri di metallo e cemento, altera le nostre
relazioni e i nostri desideri. La metropoli è la nostra gabbia e noi
la vogliamo distruggere”. Chiaro no?
Una curiosità: in copertina si legge
“la metropoli si riproduce uguale in tutto il mondo, ci riempie
i polmoni e i nervi, dà ritmo alla nostra respirazione” che è
anche il verso conclusivo di una canzone inedita dei Corpse (la
meravigliosa power-violence-band di Milano) dal titolo “Comunicato
n.2”, che a breve uscirà su cassettina ma che io già conosco
bene, avendola registrata con il nostro Kala-studio mobile...chi ha copiato chi?
How we arrived at this desolate
place? (by Francesco Goat)
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Non so se questo sia esattamente il
titolo di questa 'zine, ma mi piace appellarla così, con la scritta
dal sapore esistenzial-nichilista che fa bella mostra in copertina.
Si tratta di una raccolta di illustrazioni artistiche orgogliosamente
ultra-cheap realizzate ripassando (credo) decine si volte delle
immagini nella più sgrausa e scalcinata fotocopiatrice che possiate
immaginare, ingrandendole a dismisura fino a renderle quasi
irriconoscibili. L'effetto finale è di grande suggestione: una
panoramica di luoghi desolati, atoni, in un putrido bianco e nero
slabbrato, il contraltare ideale al culto patinato in alta fedeltà
delle immagini pubblicitarie che (nostro malgrado) notiamo quotidianamente dappertutto. O, se preferite, un perfetto catalogo
di sconosciute località nichiliste per un'immaginaria agenzia di
viaggi suicidi. O ancora, la restituzione di un panorama interiore nero come il vuoto delle nostre malcelate solitudini. Niente altro, non una parola, una spiegazione, una
indicazione...solo la “rassicurante” parola “always” in
chiusura, a mettere la pietra tombale su ogni possibile vagito di speranza.
Che si tratti di un reperto proveniente da un'altra dimensione?
Che si tratti di un reperto proveniente da un'altra dimensione?
Il Folletto – foglio di critica
antipsichiatrica (by Coordinamento gruppi antipsichiatrici)
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A dire il vero questa non è una vera e
propria 'zine, ma un foglio di informazione, ma mi va di parlarne lo
stesso. Anzi, vi consiglio di andarvi a vedere un concerto dei mitici
Rauchers, che tra le altre cose sono tra i più attivi nella
divulgazione di questo tipo di messaggi. Tornando al nostro foglio, già la sua copertina racchiude in maniera
meravigliosamente naif il senso sinistro della disciplina
psichiatrica. Il foglio contiene un po' di tutto: racconti e lettere
personali, elenchi di siti web, libri e collettivi attivi sul
territorio, scritti informativi e teorici. Tutto accomunato
dall'intento di svelare l'inganno che c'è dietro alla presunta
“cura” che altro non è che l'ennesimo strumento per controllare
gli individui, de-potenziare il loro eventuale afflato
anticonformista o anche semplicemente antisociale. Si scrive:
“opponendosi alla pseudoscienza psichiatrica e alle sue forme di
“prevenzione” che implicano pratiche autoritarie,“Il folletto”
vuole essere uno strumento di informazione atto a evitare di rimanere
ingabbiati nelle menzogne e nelle barbarie della psichiatria,
denunciarne le torture mascherate da “cura medica”, creare una
cultura di comprensione del problema e di solidarietà, nel tentativo
di mettere a disposizione di tutti le esperienze di ognuno”. Per
cui...scaricate!
Lungidame, numero zero (by Zanna)
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Concludiamo la rassegna con questa bellissima
operetta cartacea a cura del buon Zanna (No White Rag): una classica
raccolta, nel più tradizione stile da punkzine, di interviste,
articoli, fumetti e pensieri in una lussuosa e raffinata rilegatura
brossurata con tanto di illustrazioni in bianco e nero su ottima
carta “avorio”. Oltre alla nostra intervista, già apparsa online su nuclearchaos.org, c'è una bella chiacchierata con gli Into theBaobab, il resoconto del tour in Indonesia dei No White Rag
(imperdibile), i “consigli” per il detersivo fatto in casa di
Lara, le riflessioni sulla natura di Nicola e Martina di Limbdisarm,
un fumetto di Ancè, le riflessioni sulla violenza di Modi e altri
contributi di loschi figuri decisamente interessanti. Finita di
leggere, viene subito voglia di avere tra le mani il prossimo numero,
eheheh...volete leggerla? Sussù, non fate i marci! Scrivete a nuclearchaos@autoproduzioni.net e fatevela spedire!