[Eccovi un'altra manciata di band, più o meno esordienti, che bazzicano gli spazi occupati della nostra città... sturatevi le orecchie e supportate!]
WARGAME (thrash-core, Monza) - Demo-lition (cd)
WARGAME (thrash-core, Monza) - Demo-lition (cd)
[Puj] Che cazzo, di questo passo gli anni ’80 non finiranno mai però! Il disco dei Wargame di Monza suona (e appare) come sputato fuori da una capsula del tempo proveniente da quel maledetto decennio.
I nostri amici suonano thrash-core di scuola Anthrax, D.R.I., S.O.D. (quello che all'epoca si chiamava crossover, prima dell'avvento dell'altro crossover, quello tra metal e hip-hop) ed é buffo pensare che probabilmente i componenti del gruppo nemmeno ci sono nati negli anni '80! Io, che sono (molto) più vecchio di loro, da piccolo ho visto il film "Wargames" (1983) da cui la band trae il nome, un grande classico di quegli anni e un prodotto tipico della Guerra Fredda di epoca raeganiana; allora era un mio personale cult, e mi trasmetteva ad ogni visione un elettrizzante senso di inquietudine (per la cronaca: l'ho rivisto pochi giorni fa e l'ho trovato una semplice idiozia! Aaah... non bisognerebbe mai violare quei ricordi che ti fanno sembrare certe cose magiche e meravigliose! ...Certe cose tipo Wargames, ovvero la storia di un bambino che, con il computer di casa, riesce a scatenare una guerra termonucleare e poi, con la stessa facilità, riesce anche a fermarla...).
Comunque sia, aldilà dell’impegnativa opera filologica che li fa sembrare più anni '80 di una band degli anni '80, i Wargame suonano bene, compongono bei riff e pare sappiano il fatto loro. Quindi, che cazzo volete di più? Non ho sottomano i testi dei pezzi, ma i titoli suggeriscono che non siano esattamente né trattati di filosofia teoretica, né poemi epici: One-two-thrash, Ready to kill, Drink beer, Fear e A.C.A.M. (All cops are... mustard?).
Se lo scopo di un artista dev’essere quello di coltivare la propria unicità (o no?), i Wargame dovrebbero ora pensare ad essere un po’ più artisti, però hanno un sacco di tempo davanti a loro e partono già con basi belle solide, perché il loro esordio, innegabilmente, funziona alla grande. Lasciatemi aggiungere poi che uno dei cantanti, a spruzzi, mi ricorda curiosamente Eric Adams dei Manowar ai tempi di Battle Hyms e questo non può che rendermi gaio, mentre voi, naturalmente, inorridirete come prugne secche. Viva i Manowar! Viva i Wargame!
I nostri amici suonano thrash-core di scuola Anthrax, D.R.I., S.O.D. (quello che all'epoca si chiamava crossover, prima dell'avvento dell'altro crossover, quello tra metal e hip-hop) ed é buffo pensare che probabilmente i componenti del gruppo nemmeno ci sono nati negli anni '80! Io, che sono (molto) più vecchio di loro, da piccolo ho visto il film "Wargames" (1983) da cui la band trae il nome, un grande classico di quegli anni e un prodotto tipico della Guerra Fredda di epoca raeganiana; allora era un mio personale cult, e mi trasmetteva ad ogni visione un elettrizzante senso di inquietudine (per la cronaca: l'ho rivisto pochi giorni fa e l'ho trovato una semplice idiozia! Aaah... non bisognerebbe mai violare quei ricordi che ti fanno sembrare certe cose magiche e meravigliose! ...Certe cose tipo Wargames, ovvero la storia di un bambino che, con il computer di casa, riesce a scatenare una guerra termonucleare e poi, con la stessa facilità, riesce anche a fermarla...).
Comunque sia, aldilà dell’impegnativa opera filologica che li fa sembrare più anni '80 di una band degli anni '80, i Wargame suonano bene, compongono bei riff e pare sappiano il fatto loro. Quindi, che cazzo volete di più? Non ho sottomano i testi dei pezzi, ma i titoli suggeriscono che non siano esattamente né trattati di filosofia teoretica, né poemi epici: One-two-thrash, Ready to kill, Drink beer, Fear e A.C.A.M. (All cops are... mustard?).
Se lo scopo di un artista dev’essere quello di coltivare la propria unicità (o no?), i Wargame dovrebbero ora pensare ad essere un po’ più artisti, però hanno un sacco di tempo davanti a loro e partono già con basi belle solide, perché il loro esordio, innegabilmente, funziona alla grande. Lasciatemi aggiungere poi che uno dei cantanti, a spruzzi, mi ricorda curiosamente Eric Adams dei Manowar ai tempi di Battle Hyms e questo non può che rendermi gaio, mentre voi, naturalmente, inorridirete come prugne secche. Viva i Manowar! Viva i Wargame!
L'incredibile artwork del cd dei Wargame. La scritta mosh! sulla suola della scarpa é... é... non so... mi mancano le parole. |
Alessandro, voce dei Wargame, fa yoga durante un concerto. |
>>> Download WARGAMES "Demo-lition" in .mp3 via Punk4Free!
KOMPLOTT (crust/d-beat, Milano/Bologna) - Sei vivo, sei morto, a nessuno importa (e.p. 2013)
KOMPLOTT (crust/d-beat, Milano/Bologna) - Sei vivo, sei morto, a nessuno importa (e.p. 2013)
[Puj] Uuuuhh, i Komplott mi hanno pettinato all’indietro! Un muro di suono in chiave Disclose, cemento armato che non lascia vuoti. Il drumming è a valanga, la voce oltretombale, il songwriting sbrigativo e brutale. Qui non siamo di fronte ad una ordinaria pioggerellina autunnale, ma ad un cataclisma biblico che merita rispetto e spavento. Artefice di Sei vivo, sei morto, a nessuno importa (gran titolo) è una band “esordiente” composta da “giovani” “promesse” del punk/hc d.i.y.: Gianpiero Milani detto Mila alla voce, cantante dei DDI Pavia punx negli anni ’90 poi dei Giuda negli anni zero (all'attivo tour in tutta Europa e U.S.A.), nonché mister Agipunk ed ora, ospite d’onore nei Komplott; Tadzio (ex-tanto, ex-tutto), Giacomo (batteria di Verme e Holy) e Andrea (chitarra negli Horror Vacui). Esordienti un cazzo insomma! Questa è gente che ne ha viste di tutti i colori. I nostri anti-eroi si scaraventano in questo nuovo progetto che non cerca certo di essere originale, bensì di rappresentare lo stato dell’arte per quanto riguarda il crust d-beat più tempestoso e minimale. E ci riescono in pieno, con un cinismo (nel suono) e un nichilismo (nei testi) davvero profondi.
Il genere è salito alla ribalta mondiale a metà degli anni zero (anche se io mi ci strippavo nel decennio precedente, quando lo suonavano solo svedesi e giapponesi) e, tutto sommato, risulta ancora abbastanza in voga, malgradao in tutti questi anni sia stato minato da molti esecutori scadenti che non ne hanno colto la nobile, lurida essenza. I Komplott, al contrario, possono essere considerati docenti universitari di crust/d-beat, altresì il loro disco di esordio, se non un manuale (per banali ragioni di durata), può rappresentare almeno un bigino del genere. Da ripassare prima di entrare in sala prove!
Il genere è salito alla ribalta mondiale a metà degli anni zero (anche se io mi ci strippavo nel decennio precedente, quando lo suonavano solo svedesi e giapponesi) e, tutto sommato, risulta ancora abbastanza in voga, malgradao in tutti questi anni sia stato minato da molti esecutori scadenti che non ne hanno colto la nobile, lurida essenza. I Komplott, al contrario, possono essere considerati docenti universitari di crust/d-beat, altresì il loro disco di esordio, se non un manuale (per banali ragioni di durata), può rappresentare almeno un bigino del genere. Da ripassare prima di entrare in sala prove!
Bello il retro del disco dei Komplott, ma... che ci fa lì sopra il logo dei Kalashnikov?!? |
FRACTURE (power violence vegan/SXE, Novara) - demo (2013)
[Puj] I Frattura, tre su quattro vegani e stright edge, provengono da Novara e provincia e ci riportano agli anni ’90, quando il powerviolence era una simpatica novità, per la verità un po’ bistrattata nella nostra italietta di merda. Di questi tempi pare che, anche dalle nostre parti, si assista ad un ritorno di fiamma del genere.
Prima di scrivere quello che state leggendo, ho fatto una chiacchierata telematica con Thomas, il cantante dei Fracture, per conoscere meglio poetica e progetti della band, dato che sapevo ben poco di loro, pur avendoli visti in occasione di due solidi live negli squat del circondario. Thomas è stato molto più che gentile, rispondendo in maniera esauriente alle mie domande stupide: "Innanzitutto grazie per venire ad interessarti a noi poveri stronzi di provincia (figurati caro, grazie a te!), non che siamo alla ricerca di chissà quale palcoscenico, però fa sicuramente piacere. Suoniamo insieme da oltre un anno seppure abbiamo appena iniziato coi live. Veniamo da Novara e provincia (forse questo si sapeva già, ma tant'è), siamo tutti vegan sxe (bassista a parte, ma resta una persona dalle vedute ampie con cui è sempre bello confrontarsi), trattiamo anche la questione animalista seppure non siamo fan della linea dura e dei thug anni 90. Il nome, come succede spesso, è venuto fuori abbastanza a caso, da una rosa di vari altri nomi dal dubbio gusto (sono un po' kitsch, che vuoi farci). Idem per l'immagine di copertina: cercavo qualcosa di vecchio ed insolito ed ecco spuntare questo scatto d'epoca di un'auto distrutta. Puoi trovarci dei richiami, forse, al fatto che io lavori in bicicletta (sono un corriere in bici) e quindi abbia una voglia matta di vedere le strade libere da quei mostri. Suonare nei posti, beh, piacere ci piace: abbiamo deciso di formare un gruppo fondamentalmente per quello. Personalmente adoro i live nei posti più impensati/meno ovvi, ma alla fine è la gente a fare la differenza. La mentalità batte qualsiasi cosa. Per capirci, non abbiamo la puzza sotto il naso, nonostante qualcuno di noi sia stato definito "punk correct che si siede per terra ai concerti", qualunque cosa questo significhi...".
Parole sante! No, non quelle che riguardano il punk correct etc... intendo, ma quelle che dicono: la mentalità batte qualsiasi cosa. Mi piace, suona come il titolo di una grande canzone. Ma veniamo appunto alla musica... Attenti innanzitutto a non distrarvi perché il demo dei Fracture dura cinque minuti e mezzo, e rischiate di perdervi tutto se non state con le orecchie tese dopo aver premuto play. Due pezzi mi hanno colpito per le liriche, davvero belle e dritte al bersaglio: il brano di apertura, Numeri, che dice: "Diciannove milioni di animali all'ora. Quattordici miliardi di vite al mese. La carne nel piatto è sangue sulla tua mano. Non lasciare che gli innocenti paghino". Wow: tutto spiegato nel modo migliore con una manciata di sillabe e qualche cifra. Poi, quello di Più duro da rompere, che fa: "Riparato come se non si fosse mai rotto: non è un sogno che si avvera? La tecnologia funziona a meraviglia, ma l'olio di gomito funziona ancora meglio. Mi mancano i giorni passati, quando le cose erano più facili da riparare e più difficile da rompere". Questa è poesia se non ve ne foste accorti, cari i miei toponi di fogna!
Prima di scrivere quello che state leggendo, ho fatto una chiacchierata telematica con Thomas, il cantante dei Fracture, per conoscere meglio poetica e progetti della band, dato che sapevo ben poco di loro, pur avendoli visti in occasione di due solidi live negli squat del circondario. Thomas è stato molto più che gentile, rispondendo in maniera esauriente alle mie domande stupide: "Innanzitutto grazie per venire ad interessarti a noi poveri stronzi di provincia (figurati caro, grazie a te!), non che siamo alla ricerca di chissà quale palcoscenico, però fa sicuramente piacere. Suoniamo insieme da oltre un anno seppure abbiamo appena iniziato coi live. Veniamo da Novara e provincia (forse questo si sapeva già, ma tant'è), siamo tutti vegan sxe (bassista a parte, ma resta una persona dalle vedute ampie con cui è sempre bello confrontarsi), trattiamo anche la questione animalista seppure non siamo fan della linea dura e dei thug anni 90. Il nome, come succede spesso, è venuto fuori abbastanza a caso, da una rosa di vari altri nomi dal dubbio gusto (sono un po' kitsch, che vuoi farci). Idem per l'immagine di copertina: cercavo qualcosa di vecchio ed insolito ed ecco spuntare questo scatto d'epoca di un'auto distrutta. Puoi trovarci dei richiami, forse, al fatto che io lavori in bicicletta (sono un corriere in bici) e quindi abbia una voglia matta di vedere le strade libere da quei mostri. Suonare nei posti, beh, piacere ci piace: abbiamo deciso di formare un gruppo fondamentalmente per quello. Personalmente adoro i live nei posti più impensati/meno ovvi, ma alla fine è la gente a fare la differenza. La mentalità batte qualsiasi cosa. Per capirci, non abbiamo la puzza sotto il naso, nonostante qualcuno di noi sia stato definito "punk correct che si siede per terra ai concerti", qualunque cosa questo significhi...".
Parole sante! No, non quelle che riguardano il punk correct etc... intendo, ma quelle che dicono: la mentalità batte qualsiasi cosa. Mi piace, suona come il titolo di una grande canzone. Ma veniamo appunto alla musica... Attenti innanzitutto a non distrarvi perché il demo dei Fracture dura cinque minuti e mezzo, e rischiate di perdervi tutto se non state con le orecchie tese dopo aver premuto play. Due pezzi mi hanno colpito per le liriche, davvero belle e dritte al bersaglio: il brano di apertura, Numeri, che dice: "Diciannove milioni di animali all'ora. Quattordici miliardi di vite al mese. La carne nel piatto è sangue sulla tua mano. Non lasciare che gli innocenti paghino". Wow: tutto spiegato nel modo migliore con una manciata di sillabe e qualche cifra. Poi, quello di Più duro da rompere, che fa: "Riparato come se non si fosse mai rotto: non è un sogno che si avvera? La tecnologia funziona a meraviglia, ma l'olio di gomito funziona ancora meglio. Mi mancano i giorni passati, quando le cose erano più facili da riparare e più difficile da rompere". Questa è poesia se non ve ne foste accorti, cari i miei toponi di fogna!
L’aspetto un po’ spartano, i riff autistici, le ritmiche a singhiozzo, la registrazione palustre sono gli elementi che solitamente vanno a definire l’essenza del powerviolence, per la gioia degli appassionati del genere o la tristezza dei detrattori; i Fracture sfruttano questi ingredienti al meglio, nel rispetto del genere, ma con una spruzzata di personalità tutta loro che rende la pietanza gustosa e altamente digeribile. Essendoci inequivocabile passione e sincerità nei solchi immaginari di questo disco (e nei live della band!) credo che i Fracture possano contare su un fulgido futuro.
Una curiosità: in questi tempi di perenne esposizione mediatica, di ansia dell'esserci, di postaggio ossessivo-compulsivo di foto/video/cazzate, di facciabuco e di tanto altro, l'unica immagine dei Fracture presente sulla rete pare essere la copertina del loro demo. L'unica! Beh... Supporto totale!
Una curiosità: in questi tempi di perenne esposizione mediatica, di ansia dell'esserci, di postaggio ossessivo-compulsivo di foto/video/cazzate, di facciabuco e di tanto altro, l'unica immagine dei Fracture presente sulla rete pare essere la copertina del loro demo. L'unica! Beh... Supporto totale!
>>> Download/Listen/Buy FRACTURE demo via Bandcamp!
COSPIRAZIONE (Punk/hc, Milano) - s/t (e.p. 2013)
[Puj] Altra auto distrutta, altra band di cui parlare: Cospirazione? Vecchia scuola punk/hc! Che cazzo c'è da dire di più? Potrei spegnere il computer e andare a dormire, ma non mi sembra giusto privare i Cospirazione del numero di battute che ho dedicato agli altri gruppi. Quindi continuerò... La band è attiva da un annetto o poco più ed é di stanza a Milano, anche se non tutti i componenti sono proprio nordici. Come già si è capito, suonano il classico punk/h.c. italiano dalla netta connotazione anarco-libertaria e dal sound sincero come un panino col salame (di seitan) accompagnato da un bel bicchierone di vino torbido. Riffoni epici, urgenza comunicativa, chiarezza d’intenti: Affluente e Tear me Down sembrano essere i punti di riferimento muscali del quartetto, ma qui poco importa perché ancor prima di essere musica questa è una presa di posizione, una dichiarazione di appartenenza. Quando penso all'h.c. italiano, a tutta la sua etica, alla sua storia, alla sua vitalità imperitura, io penso al suono che è proprio dei Cospirazione, come di tante altre band battagliere e ben ancorate alla realtà che si incontrano nelle case occupate, nelle taz, nei cortei, ai presidi... Sono contento che questo sound non muoia, che si trovi ogni volta qualcuno che lo pratichi con convinzione, refrattario alle mode passeggere.
Quindi? Quindi il numero di battute dedicato ai Cospirazione non è risultato - ahimé - lo stesso dedicato alle altre band: sarà però l'ascolto delle loro canzoni ad aggiungere quello che manca, ed io potrò riposare i polpastrelli sino alla prossima carrellata di newcomers della Milano la punk, dintorni compresi. Addio!